Le tre anime
di Sacramundi
Giovane ma ambiziosa cantina del Durello
- > IN QUEL DEL TERRITORIO VICENTINO IN VISTA DEI LESSINI
- > DURELLA COME PASSIONE PER I VINI DI QUALITÀ
- > INNATA E NOBILE ELEGANZA PUR SE DI RUSTICHE ORIGINI
In quel del territorio vicentino in vista dei Lessini
Solitamente quando il “bravo” cronista enogastronomo scrive di un azienda agricola o meglio, nello specifico, di una cantina, tenta subito di individuarne l'anima e da li cominciare il suo racconto. In questo caso, occupandoci dell'azienda agricola Sacramundi, l'anima non è una sola ma tre. Ognuna dalla propria specifica rilevanza a cominciare da quella che forse è quella più essenziale per queste righe che vogliono parlare del vino firmato Sacramundi, ed è rappresentata dalla Durella. Uvaggio autoctono che i vignaioli del veronese e del vicentino conoscono fin dai tempi in ci veniva chiamato “Dursena” o “ Duron” per via dello spessore della buccia di quest'uva, nota anche ai romani come Durus Acinus. Termini tanto antichi e arcaici quanto moderni e giovani sono invece le altre due anime della cantina Sacramundi di via Lago di Alleghe 2/C in quel della Località Pieve nel comune vicentino di Chiampo.
Durella come passione per i vini di qualità
Quella dell'imprenditore dell'imprenditore Giantonio Brandellero che sul finire del 2010 decise di
dare una nuova vita ai suoi vigneti in quei territori del comprensorio a ridosso delle vulcaniche gibbosità che dalle colline del Soave fino ai monti Lessini salgono verso le Alpi del Nordest d'Italia. Aree palesemente vocate alla viticoltura che temono ben pochi confronti grazie alla crescente professionalità enologica acquisita da vignaioli appassionati e innamorati del proprio lavoro ma soprattutto, del proprio territorio e dell'ampiezza di opportunità che questi declivi sanno offrire quando si abbia come obiettivo la qualità dei prodotti del proprio lavoro: i vini a base di Durella.
dare una nuova vita ai suoi vigneti in quei territori del comprensorio a ridosso delle vulcaniche gibbosità che dalle colline del Soave fino ai monti Lessini salgono verso le Alpi del Nordest d'Italia. Aree palesemente vocate alla viticoltura che temono ben pochi confronti grazie alla crescente professionalità enologica acquisita da vignaioli appassionati e innamorati del proprio lavoro ma soprattutto, del proprio territorio e dell'ampiezza di opportunità che questi declivi sanno offrire quando si abbia come obiettivo la qualità dei prodotti del proprio lavoro: i vini a base di Durella.
Innata e nobile eleganza pur se di rustiche origini
Ed è qui che entra in gioco la terza anima della Sacramundi che per quanti conoscono questa giovane e dinamica azienda, che ha fatto del vino Durello la sua bandiera, si chiama Giorgia Mettifogo. Donna del vino dalle origini indiscutibilmente riconducibili ai vini Sacramundi fatti con la miglior Durella, visto il logo dei suoi natali a Roncà. Località altrettanto vocata alla produzione del Durello e della Garganega che sono le due varietà autoctone fra le più coltivate in questa parte del Veneto.
Sia per la loro generosità nella produzione di grappoli che ben si adattano e resistono anche nelle condizioni più avverse sia per la loro robusta acidità e rustica origine , sinonimio di genuina salubrità, che non riescono tuttavia a celare un'elegante nobiltà che traspare non appena il vignaiolo che se ne occupa mette in campo tutta la sua competente passionalità e amore per vini che sono davvero unici, sotto ogni punto di vista. Per la freschezza, soprattutto quando sono vinificati come spumati di alta qualità sia con il metodo Martinotti che classico, per le caleidoscopiche espressioni organolettiche che sanno trasmettere e per l'estremo piacere che procurano alla beva. Mai difficile e capace di conquistare al primo sorso al punto da rimanerne per sempre innamorati. Come è accaduto per Giorgia Mettifogo che sarà presente nello spazio Sacramundi allestito dal Consorzio di Tutela del Soave e del Durello in quel di Verona per l'imminente Vinitaly
( Pad 5 G6/7/8 ) , per trsmettervi con i vini Sacramundi tutta la vulcanica vitalità di uve che già hanno cambiato il mondo di intendere le bollicine e i bianchi fermi di alta caratura.
Sia per la loro generosità nella produzione di grappoli che ben si adattano e resistono anche nelle condizioni più avverse sia per la loro robusta acidità e rustica origine , sinonimio di genuina salubrità, che non riescono tuttavia a celare un'elegante nobiltà che traspare non appena il vignaiolo che se ne occupa mette in campo tutta la sua competente passionalità e amore per vini che sono davvero unici, sotto ogni punto di vista. Per la freschezza, soprattutto quando sono vinificati come spumati di alta qualità sia con il metodo Martinotti che classico, per le caleidoscopiche espressioni organolettiche che sanno trasmettere e per l'estremo piacere che procurano alla beva. Mai difficile e capace di conquistare al primo sorso al punto da rimanerne per sempre innamorati. Come è accaduto per Giorgia Mettifogo che sarà presente nello spazio Sacramundi allestito dal Consorzio di Tutela del Soave e del Durello in quel di Verona per l'imminente Vinitaly
( Pad 5 G6/7/8 ) , per trsmettervi con i vini Sacramundi tutta la vulcanica vitalità di uve che già hanno cambiato il mondo di intendere le bollicine e i bianchi fermi di alta caratura.
Il Merlo Parlante
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