giovedì 15 settembre 2016

La Durella Marcato si chiama Gianni Tessari

La Durella Marcato 

si chiama Gianni Tessari

Nuova etichetta per il vignaiolo che ascolta la terra

La Durella Marcato si chiama Gianni Tessari

Pur se privi di manto scuro sono acini tutti da spremere

Pur se privi di manto scuro sono acini tutti da…
Chi mi segue già da qualche anno sa che da buon merlo le mia preferenza per i vini rossi è decisamente spiccata ma, come in ogni buona storia che si rispetti, talora mi lascio prendere e mi concedo qualche eccezione. Soprattutto se e quando si parla di grappoli dal carattere un po' selvatico come il sottoscritto. Chicchi d'uva Durella che pur non avendo il mantello scuro ma di un bel giallo vigoroso nascono da vigne che fin dalla loro origine hanno trovato la dimora ideale su quelle terre vulcaniche ricche i basalti che anticipano i Monti Lessini, quasi a circondarli in un abbraccio scenografico. Fatto di paesaggi dapprima strappati alla ruralità di un tempo, con le insulse gettate di cemento degli ultimi quarantanni del '900 ma ora, grazie ai vostri umani cambi di rotta meno stupidi, nuovamente ripopolato dai tralci dei cangianti colori di quei vitigni dalla storia ducentesca dell'antica Dursena. Filari rustici ma di una nobiltà che solo il tempo sa conferire, riportati a tutta vita da avveduti contadini della vigna diventati imprenditori d'uva e alfieri di una briosa produzione.

Sapiens, cacciatori, contadini e vignaioli

Sapiens, cacciatori, contadini e vignaioli
Il tutto dopo che la Durella per gran parte dei secoli passati e fino a pochi lustri fa, aveva conosciuto quasi esclusivamente la via del taglio o del rinforzo per altri vini incapaci di competere in acidità come invece sa fare quest'uva grintosa. Pronta anch'essa a maritarsi per affinare e ingentilire la sua comunque elegante rusticità con uve Pinot Nero, Chardonnay ma anche della cugina Garganega, dalla quale discendono i Soave. Altri tesori enologici prodotti poco distante da terre geologicamente altrettanto cugine. Mineralità,sapidità e forte personalità sono gli aggettivi più usati dai wine-writers per accomunare questi territori vocati alle vitivinicoltura vulcanicamente segnati da sconvolgimenti primordiali della crosta terrestre per dar vita a quel nuovo mondo dove l'uomo si prese lo spazio dei dinosauri e di altre specie preistoriche delle quali proprio sui Lessini se ne trovano ancora ben visibile le tracce. Testimonianze di quando lì c'era il fondo del mare. Scaraventato in alto per poi essere rimodellato da uomini che diventarono sapiens, cacciatori, contadini ma anche vignaioli.

Marcato con le Bolle, Tessari fermo e anche rosso

Marcato con le Bolle, Tessari fermo e anche rosso
Per nostra fortuna di merli e vostra, di umani, che tuttavia non sempre sembrate ricordarlo a meno che qualcuno non vi faccia intendere ragione come potrebbe farlo Gianni Tessari con le sue bottiglie di Durello marchiate Marcato. Che non è un gioco di parole ma una storia di brand, come quelle che sento raccontare quando sorvolo l'anglofona Albione. Va infatti detto a questo punto del mio fischiettare che dopo aver rilevato la gestione dell'azienda Marcato, Gianni Tessari ha lanciato un nuovo marchio nel panorama che passando dai Lessini va dal Soave ai Berici. Ed è stato con la presentazione sul terrazzo dell'azienda della nuova etichetta del Durello Metodo Classico AR, avvenuta più o meno qualche settimana fa, che il nostro Gianni ha pure completato la riorganizzazione della storica società agricola fondata nel 1904 nella veronese Roncà. Tant'è che oggi, questo bell'esempio di umana passione per i grappoli d'uva che pur se a baccca bianca non disdegno nemmeno io, il Gianni, ha ben articolato anche il suo attuale fare impresa: Marcato per i vini spumanti a base di uva Durella e GianniTessari, con tutto il suo nome e cognome stampato per intero sulle etichette per per i vini fermi, prodotti in particolare in terra di Soave e Colli Berici.

Fino a 120 mesi sui lieviti

Fino a 120 mesi sui lieviti
Un umano vignaiolo, questo Gianni Tessari, attivo già dagli anni Ottanta con l'azienda di famiglia, che qualche ben saputello di umano ricordareà essere la nota Ca' Rugate di Montecchia di Crosara, dove ha firmato come uomo di vigna e di cantina alcuni tra i più grandi Soave ma anche rossi della Valpolicella. Acquisita la gestione della Marcato nel 2013, ora Tessari sta diventando il nome di riferimento per il Lessini Durello, con vigneti anche nell'area di Soave e sui Colli Berici, ed ha avviato un piano di rilancio sui mercati italiano e internazionali. Con un totale di 55 ettari di superficie vitata che producono 4.500 quintali di uva dai quali se ne ricavano 400.000 bottiglie l'anno. Vigneti a Roncà, a Soave e a Sarego ma unica,invece, la cantina, che estende su più piani i suoi 7 mila metri quadrati a Roncà. 

Con il brand Marcato vengono ora proposti i vini spumanti, prodotti tutti con uve autoctone di varietà Durella. Tre sono spumanti metodo Charmat (Brut, Extra Dry e novità assoluta, il Durello Dolce), altrettanti sono Lessini Durello Metodo Classico (nelle versioni 36 mesi, 60 mesi e AR con 120 mesi sui lieviti). Infine la gamma si completa con un Metodo Classico Rosé, da uve Pinot Nero e Durella.

Bacche veraci e carnose

Bacche  veraci e carnose
Va infine ricordato che sotto la firma GianniTessari si trovano altre nove etichette di vini fermi. Tre sono Soave, tra cui i cru Soave Classico Monte Tenda e Soave Classico Pigno, a cui si aggiunge uno Chardonnay prodotto con uve coltivate in Lessinia. Dalle terre vulcaniche Lessine viene prodotto anche un elegante Pinot Nero, mentre gli altri rossi provengono dai Colli Berici: l'autoctono Tai Rosso, il Pian Alto (Cabernet Franc e Sauvignon da uve passite) e il Due (Merlot e Cabernet con una rifermentazione dovuta all'aggiunta di uva fresca al termine della prima fase fermentativa). Infine il dolce Monte Duello, originalissimo passito di uva Durella. 

“Mi piace immaginare che il lavoro di un vignaiolo sia come quello di uno sculture. L'opera d'arte è già dentro il blocco di marmo e l'artista deve solo liberarla- spiega Gianni Tessari- Ugualmente il destino dei vini è già scritto nella terra da cui provengono e il vignaiolo deve solo saper riconoscerlo e darne vita”.

Un po' come succede a noi merli canuti e stanchi quando per tenerci cara la vita e rinnovandola di ora in ora evitando lunghi e fatui sorvoli, oltre che con le bacche rosse ci dilettiamo pure con quelle bianche e gialle. Soprattutto e prima di tutto quando sono carnose e veraci come quelle di Durella.
Il Merlo Parlante

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