In Italia 280mila
alloggi
turistici abusivi
Federalberghi
chiede aiuto
a Centinaio
Gian Marco Centinaio, ministro del Turismo, ha ricevuto dal presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, un rapporto sulla shadow hospitality e l’elenco dei 400mila appartamenti italiani disponibili su Airbnb ad agosto. Bocca ha chiesto a Centinaio un intervento urgente per disciplinare gli affitti brevi.
«Abbiamo censito le strutture parallele che vendono camere in rete - afferma Bernabò Bocca - e mettiamo questo elenco a disposizione di tutte le amministrazioni nazionali e territoriali, nonché delle autorità investigative competenti, che desiderano fare luce sul fenomeno. Dall'analisi delle inserzioni presenti sul principale portale emergono quattro grandi bugie che smascherano la favoletta del gestore che accoglie l’ospite in casa propria».In quattro punti Federalberghi ha spiegato perché ci sia la necessità di regolamenti e controlli:
- Sono attività economiche a tutti gli effetti. Più della metà degli annunci (il 62,22%) sono pubblicati da persone che amministrano più alloggi, con casi limite di soggetti che gestiscono più di 4.000 alloggi.
- Più di tre quarti degli annunci (il 76,88%) si riferisce all’affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno.
- Quasi due terzi degli annunci (il 64,58%) si riferisce ad alloggi disponibili per oltre sei mesi l’anno.
- Gli alloggi sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali.
«I nostri competitor - ha detto Bocca - si sono mossi da tempo, per contrastare le degenerazioni della sharing economy nel turismo. Anche l’Italia deve fare la sua parte, dettando regole ed istituendo controlli volti ad azzerare l’illegalità in uno dei settori tra i più importanti per l’economia del Paese. Abbiamo chiesto al Ministro che venga istituito con urgenza il registro nazionale degli alloggi turistici e che si affermi con chiarezza, anche per le locazioni brevi, l’obbligo di rispettare le norme di tutela dei clienti, dei lavoratori, dei vicini di casa, della collettività, della concorrenza».
Ad agosto 2018, erano disponibili su Airbnb 397.314 alloggi italiani, con una crescita esponenziale che non accenna a fermarsi (174.528 alloggi in più rispetto ad agosto 2016, pari ad un incremento del 78,34%).
Le strutture extralberghiere di natura analoga (appartamenti in affitto e bed and breakfast) censite dall’Istat in Italia sono 113.538. Si può pertanto certificare ufficialmente l’esistenza di almeno 280mila alloggi che sfuggono ad ogni controllo, con l’avvertenza che le strutture mancanti all’appello sono probabilmente molte di più, in quanto gli alloggi presenti sul noto portale erano 52 a dicembre 2008, anno in cui l’Istat censiva 84.189 strutture.
Bernabò Bocca e Gian Marco Centinaio
Tra le città italiane maggiormente interessate dal fenomeno troviamo Roma con 29.519 annunci, Milano con 18.482, Firenze con 11.341, Venezia con 8.025 annunci e Napoli con 6.858 annunci. Per quanto riguarda le regioni, la pole position spetta alla Toscana, con 59.320 annunci, seguita dalla Sicilia con 51.022, dal Lazio con 40.700 e dalla Lombardia con 40.494. La densità maggiore (numero di annunci per kmq) si registra in Liguria, mentre l’incremento maggiore si è verificato in Trentino Alto Adige (+131,9% rispetto ad agosto 2016).
«Quello del turismo - ha osservato Gian Marco Centinaio - è uno dei tasti su cui il Governo vuole premere. L’Italia dal punto di vista turistico ha tutte le carte in regola per diventare la California d’Europa. Occorre dotare il Paese delle infrastrutture, lavorare sul piano della sburocratizzazione e sul piano della promozione all’estero. Sicuramente però il primo obiettivo è combattere l'illegalità nel turismo. Sono fermamente convinto che uno dei principali strumenti per contrastare l’abusivismo è quello di introdurre una struttura normativa e dei regolamenti forti. Stiamo lavorando ad un progetto per fornire un codice identificativo per le strutture ricettive e contrastare tutte le pratiche che stanno inutilmente danneggiando l’industria turistica del nostro Paese e contraendo le possibilità di sviluppo dei nostri territori e delle destinazioni».
Nessun commento:
Posta un commento