Ristorante
Cacciatori
a Cartosio
Massimo Milano e Federica Rossini |
200 anni
di cucina
con la famiglia
Milano
La stirpe dei Milano giunge a Cartosio, tra le colline dell’Alessandrino, nel 1642 e si radica nel territorio. I documenti registrano i componenti della famiglia come “ciabattini”, gente che sa leggere e scrivere.
Aspetto non di scarsa rilevanza nel diciassettesimo secolo. Nel 1818, per l’esattezza il 2 ottobre, i Milano aprono quello che oggi è il ristorante Cacciatori. Locali con una lunga storia alle spalle ne esistono, ma quelli che vedono alla guida sempre la stessa famiglia si contano sulle dita di una mano.
Oggi a distanza di 200 anni la tradizione è portata avanti da Massimo Milano e da sua moglie Federica Rossini. Massimo in sala e Federica in cucina, dove elabora le sue ricette utilizzando una antica, ma efficace stufa a legna. «Un vecchio strumento che si può rivelare un’attrezzatura moderna», sottolinea Federica.
Cacciatori ha subito due ristrutturazioni a opera dell’architetto Piero Castellini Baldissera, una nel 1985 e la seconda portata a termine negli ultimi mesi. Il locale, una trentina di coperti, è semplice, scaldato da tonalità delicate e impreziosito da quadri d’autore alle pareti. Dieci camere essenziali (sì wi fi, no tv) conferiscono il tono di antica locanda, facendo emergere l’anima di sempre. «L’idea è quella di una casa che apre le sue porte», spiega Massimo Milano.Per festeggiare i due secoli di attività Cacciatori ha elaborato un menu identitario. Aperitivo con Selezione di salumi e Carne di fassona piemontese battuta al coltello. Come antipasto, Peperone di Carmagnola ripieno, Zucchina ripiena e Frittata di erba di S. Pietro. Ravioli burro e salvia, Tagliolini all’uovo con pomodoro, prezzemolo e aglio hanno scandito il primo, a cui ha fatto seguito Pollo alla cacciatora. In chiusura, Gelato alla frutta e Crostata di pasta frolla con marmellata di albicocche, mele, pinoli e uvetta. In abbinamento, Champagne Billecart - Salmon Brut Réserve e Brut Rosé, Derthona Sterpi 2012 Vigneti Massa, Barbaresco Dop 2015 Gaja.
Ravioli burro e salvia
«Quando ho pensato di imparare a cucinare - racconta Federica - mi sono fatta molte domande e molte ne ho rivolte ad altri. Mi è stato risposto di imparare da mia suocera. Per me la cucina non è una statica vecchia ricetta su un libro impolverato, ma è nel sapere che si tramanda».
Una cucina che con Federica continua a vivere grazie alla tradizione custodita dalle donne di famiglia. Gli ingredienti sono quelli di sempre: del luogo, il Monferrato e le Langhe, ma anche del vicino mare della Liguria, e delle stagioni.
La semplicità è un’arte difficile da coltivare. Da Cacciatori è un’abitudine.
di Gabriele Ancona
vicedirettore
vicedirettore
Nessun commento:
Posta un commento