IL SALE:
COLORI
E SAPORI (5)
Il cloruro di sodio, formula chimica
che abbiamo imparato a scuola NaCl, è il nostro sale, quello che
chiamiamo indistintamente “sale” e che quasi sempre dividiamo fra sale grosso e
fino, sale iodato o iposodico, sale marino o salgemma, sale da cucina o sale
antighiccio.
Tutte definizioni comuni ma che non identificano esattamente tutte
le qualità, usi, sapori, gusti, impieghi del nostro sale, spesso diverso per
forma, colore, grandezza del chicco, del cristallo, della gemma come lo si vuol
chiamare.
Sale e acqua convivono, ma ne costituiscono la
differenza come il luogo e/o le condizioni climatiche e di tempo che lo creano.
Il sale è già noto nell’era neolitica, 10.000 anni fa, dopo la glaciazione di Wurm,
dopo l’Arca di Noè, quando l’agricoltura sorge e le coltivazioni sostituiscono
la raccolta naturale del cibo.
Diventa il Re della Conservazione del Cibo, ma
anche una forma rituale esoterica delle comunità primitive.
Baccalà salato |
Il sale contiene
“sodio”, cioè un componente del plasma umano, del fluido linfatico che scorre
nel corpo animale e che serve per veicolare segnali sensoriali nel sistema
nervoso. Micca una bazzecola! Anche in medicina il “sodio2 ha un suo ruolo
prepotente sia nelle formule farmaceutiche che nei rimedi empirici, coadiuvanti
di altri medicinali, medicinale esso stesso in forma coterapeutica, nella
ricerca scientifica.
Tutte le ricette e i piatti in cucina richiedono “qb” quanto
basta il sale. E’ questo “qb” che fa la differenza. Il sale si sente solo
quando manca o quando abbonda. Per questo forse è sottovalutata la importanza
della origine, provenienza, elaborazione, affinamento, pulizia, sanità,
salubrità, consistenza, formula…tutto è aleatorio, sbagliando!
Lo si ottiene
dal mare, fiumi, laghi, caverne, argilla, lava, roccia, miniere…nella forma
grezza, raffinata, bianca o colorata…lavata e essiccata, affumicata e
aromatizzata. Sulla tavola arrivano oramai decine di varietà. L’Italia è un
paese dalle diverse varietà, ma poco valorizzate, diversificate, raffinate,
scelte, studiate, ricercate…molto spesso è un prodotto mass-market.
Nel mondo c’è una grande attenzione, invece,
dettato da storia, cultura, valore antropologico e religioso. Il sale contiene
poi alcuni elementi basilari che nella loro composizione, proporzione,
percentuale, conformazione determinano colori e sapori e fanno la differenza
anche di valore reale, valore aggiunto: iodio, zolfo, calcio, ferro, potassio,
zinco. Quindi il sale ha qualità e usi diversi, impieghi e gusti particolare,
soprattutto a tavola e ci limitiamo a questo campo.
Certamente il minore in
termine di volumi commerciali, ma dall’altissimo valore per certe varietà.
Impariamo a conoscere attraverso la scelta, l’acquisto, l’assaggio,
l’abbinamento. Sull’abbinamento oggettivo sono – come anche per il vino e
l’olio in generale – estremamente perplesso considerando che gusto-sapore è
sempre più una scelta soggettiva e privata. La mia curiosità quindi è stata soddisfatta
dalle diverse varietà mondiali, almeno quelle che ho assaggiato.
I Sali si
dividono in: marini, integrali, commerciali, minerari.
(5, continua)
Giampietro
Comolli ®©
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