Posta al Castello
di Gromo
Una targa
per i 40 anni
di attività
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L’associazione Ristoranti Regionali - Cucina Doc per i 40 anni di attività del ristorante Posta al Castello di Gromo (Bg), ha consegnato un premio alla famiglia Tonoli.
La famiglia è iscritta al sodalizio gastronomico fin dalla sua costituzione, nei primi anni Settanta. Alla consegna del riconoscimento era presente anche il direttore di Italia a Tavola, Alberto Lupini, socio onorario dell’associazione. Tutto iniziò con l’adesione del ristorante Posta all’invito dell’Ascom di Bergamo a partecipare a una rassegna enogastronomica, organizzata dalla nascente associazione, per valorizzare le ricette delle valli orobiche.Il piccolo ristorante occupava allora dei locali che si affacciavano sulla piazza medioevale di Gromo e solo nel 1979 si trasferì nel duecentesco palazzo Ginami, cambiando il suo nome in Posta al Castello. Vittorino Tonoli, prematuramente scomparso, fu da subito un associato di spicco sempre pronto a collaborare ad ogni iniziativa intrapresa per promuovere la conoscenza dei luoghi attraverso la cultura enogastronomica, affiancato dall’insostituibile moglie Alba che, ancora oggi, è responsabile della cucina, anima del locale guidato dai figli Mauro e Chicco.
Quest’ultimo, raccolto il testimone del padre, ha voluto essere tra i fondatori del nuovo corso dell’associazione che si è costituita “no profit” nel 2016, per aggiungere attività di beneficenza a quelle di promozione turistica e culturale.
La consegna del riconoscimento è stata festeggiata con un pranzo riservato alla stampa abbinato ai vini dell’Azienda Vitivinicola Bera di Neviglie, storico sostenitore di Ristoranti Regionali. L’eccellente produttore piemontese, molto apprezzato da Luigi Veronelli, ha presentato alcune delle sue etichette prodotte nel territorio di Neviglie, tra Langhe e Roero, in provincia di Cuneo, luogo di elezione del Moscato d’Asti, per il quale Bera ha ricevuto numerosi premi, tra questi il prestigioso Oscar del concorso Douja d’Or, nel 2017.
Il convivio ha preso il via brindando con il Brut Metodo Classico Alta langa Doc 2012, ottenuto da uve Pinot nero e Chardonnay che ha accompagnato anche l’antipasto: Prosciutto crudo Cà del Botto, prodotto ad Ardesio solo da suini bergamaschi di oltre un anno di età che, come vuole la tradizione, “abbiano visto due lune di agosto”. La stagionatura di 16 mesi e il riposo su un letto di fieno conferiscono sapidità e profumi unici a questo prosciutto a chilometro zero, accompagnato dai Funghi porcini all’alloro, specialità del ristorante che trova nelle ricette a base di funghi la sua cifra distintiva.
Il menu è proseguito con una raffinata Zuppa di porcini, abbinata a “La Lena” Barbera d’Alba Doc 2015, che ha sposato perfettamente il suo aroma leggermente speziato al piatto, tra i più rappresentativi del Posta al Castello insieme alla “Delizia”, gustosissima crespella proposta solo nel periodo di raccolta dei funghi che, tagliati freschi in lamelle, completano la specialità premiata in numerosi concorsi enogastronomici.
Dopo la tagliata di manzo al rosmarino con chips di patate abbinata a un importante Barbaresco Docg 2015, tra i rossi più pregiati nel panorama enologico italiano, è stata servita la trilogia di dolci di Alba, altro “asso nella manica” del locale : semifreddo al torroncino con cioccolata calda, latte in piedi e crostata ai frutti di bosco, accompagnati da Moscato d’Asti Docg 2018, nettare prezioso e delicato che ha preceduto la degustazione di caffè del Caravaggio, guidata da Marco Morgandi che ha illustrato le diverse mono origini presentate nella carta del “ Caffelier”, pensata per la clientela della ristorazione di qualità.
La visita al Museo delle armi bianche e delle pergamene, che documenta come si forgiavano e commerciavano le armi bianche nel XV secolo, prodotte nelle fucine del borgo che valsero a Gromo l’appellativo di piccola Toledo, ha completato l’invito alla stampa attuando la filosofia di Ristoranti Regionali che, da sempre, sostiene l’importanza della gastronomia dei luoghi come complemento del loro patrimonio culturale, per un’offerta turistica a tutto tondo.
di Marinella Argentieri
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