Roma, il Caffè Greco
rischia lo sfratto.
I gestori:
«Ci barrichiamo dentro»
I gestori hanno tempo fino al 22 giugno per evitare lo sfratto e promettono di dare battaglia. La politica si schiera contro la proprietà, l'ospedale Israelitico, che rassicura: «Il Caffè Greco non chiuderà, ma avrà una nuova gestione»
Èuno dei locali storici della capitale: all’Antico Caffè Greco, in via Condotti, sono passati personaggi importanti come Goethe, Schopenhauer e Guttuso, che al locale ha persino dedicato un quadro. Ora, gli attuali gestori, Carlo Pellegrini e la moglie Flavia Iozzi, rischiano lo sfratto. La proprietà dell’immobile appartiene infatti all’ospedale Israelitico e il 22 giugno i gestori rischiano lo sfratto esecutivo. Resta solo qualche giorno, dunque, per salvare un locale simbolo della Città eterna.
Quattro anni fa la prima minaccia
di sfratto per il Caffè Greco
La questione tra il Caffè Greco e l’ospedale Israelitico risale al 2019, quando vi fu la prima minaccia di sfratto esecutivo che venne poi rinviato. In questi quattro anni i titolari della gestione hanno dichiarato di aver più volte chiesto di trattare con la proprietà delle mura; tuttavia, «Non ci è stata data alcuna cifra, né come affitto, né come acquisto», ha dichiarato Pellegrini. «L’ultimo incontro si è risolto come una manifestazione di formale disponibilità, ma con un totale diniego del rinnovo del contratto di affitto», ha concluso il gestore dell’Antico Caffè Greco.
Ora, i gestori hanno tempo fino al 22 giugno per trovare una soluzione. Una possibilità risiede nell’appello che l’azienda ha presentato al Tribunale per fermare l’esecuzione della sentenza, vinta in primo dalla proprietà delle mura. Altrimenti, Carlo Pellegrini e Flavia Iozzi minacciano di barricarsi dentro il locale. Secondo il primo infatti, «Tutto quello che è all’interno non si può spostare, né portare da un’altra parte. Anche se ci cacceranno, nessuno potrà usare i nostri beni, che sono di tutti, visto che sono vincolati dal ministero e riconosciuti come interesse pubblico. Se ne esce solo con la ragionevolezza». Sono più di 300 le opere e i cimeli che testimoniano la lunga storia della caffetteria romana.
Dalla politica gli appelli
per salvare l'Antico Caffè Greco
Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, ieri ha visitato il locale del Caffè Greco e ha espresso il suo sostegno nei confronti dei gestori. «Chiamerò il prefetto di Roma, il sottosegretario Vittorio Sgarbi e il ministro Sangiuliano. La difficoltà è la sentenza della magistratura, ma credo che dobbiamo dare una mano a questo luogo», ha dichiarato.
Anche Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, si è dichiarato a favore di Pellegrini e Iozzi, aggiungendo che «è assolutamente necessario impedire queto scempio che nuocerebbe all’immagine dell’Italia». Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli e il presidente della Commissione cultura della Camera, Federico Mollicone, hanno lanciato un appello al sottosegretario Sgarbi affinché convochi un tavolo al Ministero per mediare tra le parti, ricordando «i provvedimenti di vincolo hanno sancito la immutabilità della destinazione d'uso attuale, dei locali di cui si tratta e di tutti i beni strumentali costituenti l'arredamento ed i vari ornamenti in essi esistenti».
L’ospedale Israelitico: «Il Caffè Greco
non chiuderà, ma avrà una nuova gestione»
Non è mancata la risposta da parte dell’ospedale Israelitico, che ha ricordato che «il contratto di affitto è scaduto nel 2017 e sei sentenze del Tribunale e della Corte d’Appello di Roma ne hanno decretato la condanna al rilascio. Il Caffè Greco nel corso di oltre 250 anni di storia ha visto alternarsi diversi gestori. Prima del subentro dell’Antico Caffè Greco, fondato nel 1999, c’era un altro gestore e così sarà anche dopo il rilascio con un canone in linea con il valore di mercato. Il Caffè Greco continuerà ad avere una lunga vita». Iat
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