Serve un’impresa titanica: ci sono 685 giorni per completare la pista di bob per le Olimpiadi di Milano-Cortina (meno di 400 per il primo, tassativo collaudo con gli atleti in pista). A tentarla, l’impresa Pizzarotti che, iniziando il lavoro il 19 febbraio, deve consegnare la pista di bob entro il marzo 2025. Per farlo Pizzarotti ha ingaggiato 90 operai specializzati norvegesi all’opera 7 giorni su 7 per costruire un anello che nessuno (né cinesi né russi) ha mai finito in meno di 880 giorni. Un’impresa impossibile per il Cio-Comitato olimpico internazionale che, da Losanna, chiede un piano B in caso di emergenza che potrebbe essere St. Moritz, in Svizzera, dove l’impianto è a ghiaccio naturale. E mentre in Italia divampa la polemica, tra attacchi delle opposizioni e preoccupazioni del ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, dagli Usa arriva una proposta: gare a Lake Placid, tutto gratis a spese degli sponsor, premiazioni al Rockfeller Center di New York.
Al via i lavori per la pista di bob a CortinaBob a Corina al via i lavori tra le polemiche
Ma l’Italia ci prova. Il 2 febbraio la società appaltante pubblica Simico e Pizzarotti spa hanno formalizzato l’accordo. Si inizia il titanico lavoro il 19 febbraio.
Dal canto suo il ministro Giorgetti, intervenendo alla Camera di Commercio di Sondrio, ha lasciato sfuggire la sua preoccupazione: «Le Olimpiadi arrivano nel 2026, poi non torneranno più - ha detto - e io comincio a essere pentito di averle promosse». Anche se poi il ministro ha cercato di rettificare: «Era una battuta per stimolare i protagonisti: se si guardano le date, c’è sempre meno tempo. Ma la firma dell’appalto è una bella notizia».
E di stimoli ce ne vogliono tanti, perché, come detto, l’impresa è titanica e sono in molti a pensarla impossibile. Come l’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, per la quale «la pista sarà pronta solo dopo i Giochi e le gare si disputeranno forse in Svizzera».
Bob a Corina: il piano B delle Svizzera
e la proposta (gratis) degli Usa
Non da meno la preoccupazione del Cio che, in un comunicato, ha spiegato di nutrire «forti preoccupazioni riguardo alla consegna entro il marzo 2025» ribadendo che «il nuovo progetto non include alcun uso sostenibile o eredità per il futuro mentre fuori dall’Italia esistono impianti funzionanti adatti allo scopo». Da qui la necessità del piano B che per il Cio rimane quello di Saint Moritz. L’impianto, come dicevamo, è a ghiaccio naturale e quindi servirebbe una deroga del Cio.
Scartata, invece, la proposta di disputare le gare di bob in Piemonte, nell’impianto Cesana (e con costi di recupero moderati): «La nostra proposta nasceva quando Cortina non era più disponibile – ha detto Alberto Cirio - Nessuno ci ha rubato le Olimpiadi, qui qualcuno non ha voluto farle».
E che dire invece della proposta americana? Darcy Norfolk, rappresentante dell’Olympic Regional Development Authority, che gestisce gli impianti della stazione newyorkese, spiega al Corriere della Sera, di aver illustrato alla Fondazione Milano.Cortina un pacchetto che include l’uso di uno dei budelli più spettacolari del mondo, gli alloggi, i trasporti di atleti e staff verso gli Usa e le premiazioni al Rockfeller Center di New York oltre a decine di giorni di allenamento per la nazionale italiana fino al 2026. Il tutto, gratis, grazie sponsor americani. In Svizzera, Germania e in Austria gli affitti, invece, sarebbero di almeno 10-15 milioni… Però, oltre al fatto che se le gare saranno disputate all’estero, si perdono i finanziamenti pubblici, non sarebbe grande la figuraccia di gareggiare a sei fusi orari dall’Italia? E con lo spreco dell’impianto di Cortina abbandonato non finito…
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