Giorgio Armani
ha fatto grande
anche la ristorazione italiana nel mondo,
non solo la moda
È morto a 91 anni Giorgio Armani, fondatore e simbolo della moda italiana. L’azienda lo ricorda come «instancabile motore» attivo fino agli ultimi giorni. La sua eredità va oltre l’abbigliamento: dagli hotel di Milano e Dubai ai 26 ristoranti e caffè nel mondo, Armani ha trasformato il suo stile in un lifestyle globale. Le istituzioni lo salutano come maestro di eleganza e ambasciatore del made in Italy
Il mondo della moda piange la scomparsa di Giorgio Armani. A dare l’annuncio è l’azienda stessa, con una nota ufficiale: «Con infinito cordoglio, il gruppo Armani comunica la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore: Giorgio Armani. Il Signor Armani, come è sempre stato chiamato con rispetto e ammirazione da dipendenti e collaboratori, si è spento serenamente, circondato dai suoi cari».
L’azienda ricorda come Armani abbia continuato a lavorare fino agli ultimi giorni, dedicandosi con passione alle collezioni, ai progetti in corso e a quelli futuri, confermando il suo ruolo centrale nello sviluppo e nell’innovazione del marchio che porta il suo nome. Tra questi rientra anche la Capannina di Franceschi, la cui acquisizione era stata annunciata appena il 27 agosto. Ma l'impegno di Armani non si declinava solo nella moda: a sua firma anche hotel e ristoranti.
L’ospitalità secondo Giorgio Armani tra Milano e Dubai
L’universo Armani non si è mai limitato alla moda. Negli anni Giorgio Armani ha saputo estendere la sua visione estetica anche al mondo dell’ospitalità e della ristorazione, creando luoghi che interpretano in modo coerente la sua idea di stile: essenzialità, eleganza e attenzione al dettaglio. Gli hotel di Milano e Dubai rappresentano il vertice di un progetto più ampio che Giorgio Armani ha portato avanti negli anni, integrando moda, design, ospitalità e ristorazione.
Dai ristoranti stellati alle lounge metropolitane, fino agli Emporio Armani Caffè presenti in diverse città del mondo, il marchio ha costruito un’offerta gastronomica che interpreta il “Made in Italy” in chiave internazionale. Più che semplici strutture, gli hotel e i ristoranti Armani sono il riflesso di un pensiero: trasformare l’estetica della moda in un’esperienza totale, che coinvolge non solo il vestire ma anche il vivere, il viaggiare e il gustare.
Armani in tavola: un viaggio globale tra caffè, ristoranti e stile
La visione di Giorgio Armani non si è mai fermata alla moda. Fin dalla fine degli anni Novanta, lo stilista ha scelto di tradurre la sua estetica anche nell’ospitalità e nella ristorazione. Oggi il marchio conta 26 locali tra ristoranti e caffè distribuiti in quattro continenti, ciascuno dei quali riflette la filosofia dell’eleganza sobria e dell’essenzialità che ha reso unico il nome Armani.
Dai primi passi a Parigi all’espansione globale
Il debutto nel settore avviene nel 1998 con l’apertura di un ristorante a Parigi. Da allora il percorso si è ampliato progressivamente, seguendo lo sviluppo internazionale del gruppo. Le insegne Armani oggi si ritrovano in Europa, Medio Oriente, Asia e Stati Uniti, proponendo format che vanno dal ristorante gastronomico ai caffè metropolitani, fino a lounge e bistrot.
Milano e Dubai, i due poli di riferimento
Due città rappresentano i pilastri del progetto. A Milano, nel cuore del quadrilatero della moda, l’Armani Hotel ospita al settimo piano l’Armani/Ristorante, guidato dallo chef Francesco Mascheroni. Qui la cucina italiana è interpretata con uno stile contemporaneo che punta sulla stagionalità e sulla chiarezza dei sapori, in un contesto essenziale con ampie vetrate affacciate sul Duomo e su Porta Nuova. Completa l’offerta l’Armani/Bamboo Bar, divenuto punto di riferimento per l’aperitivo cittadino. A Dubai, l’Armani Hotel all’interno della Burj Khalifa riunisce diversi concept: dall’Armani/Ristorante, riconosciuto dalla guida Michelin, all’Armani/Amal dedicato alla cucina indiana, fino ad Armani/Hashi con proposte giapponesi e ad Armani/Mediterraneo, pensato per un pubblico internazionale. A questi si aggiungono lounge e caffè che contribuiscono a definire l’hotel come un vero hub gastronomico.
Oltre ai ristoranti di alta gamma, Armani ha sviluppato i format più informali legati al marchio Emporio. Si tratta di caffè e bistrot presenti in città come Milano, Bologna, Parigi, Cannes, Monaco, Osaka, Doha e Hong Kong. Sono spazi pensati per un consumo quotidiano, ma sempre coerenti con l’identità del marchio: ambienti essenziali, servizio curato e cucina che coniuga semplicità e qualità.
Una cucina che segue la filosofia del marchio
Che si tratti di un ristorante gourmet o di un caffè urbano, l’approccio resta lo stesso: privilegiare ingredienti stagionali e riconoscibili, puntare sulla semplicità dei piatti e proporre un’esperienza gastronomica che rifletta l’eleganza sobria tipica dello stilista. In questo modo Armani ha costruito un vero sistema del gusto che dialoga con moda e design, offrendo un lifestyle completo.
Giorgio Armani, il ricordo
«Con Giorgio Armani - ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli - l’Italia perde un maestro dello stile e un simbolo di eleganza, creatività e imprenditorialità riconosciuto a livello internazionale. Ambasciatore del made in Italy, ha dato al nostro Paese un contributo straordinario in termini di immagine e prestigio, prima ancora che economico e sociale. Per Milano e la Lombardia, in particolare, Armani è stato molto più di un grande stilista: è stato un protagonista capace di generare valore, occupazione e cultura. La sua eredità continuerà a illuminare il nostro Paese». «Caro Giorgio - ha scritto Piero Pompili, restaurant manager del Ristorante Al Cambio di Bologna - sei stato l’unico per il quale decisi di aprire il ristorante di domenica quando hai espresso il desiderio di voler venire ad assaggiare la cucina bolognese. E per noi fu un grande onore. Porto ancora nel cuore quella bellissima serata fatta di sorrisi, chiacchiere e tortellini. Grazie per aver reso il mondo con il tuo stile un posto più bello ed elegante».
«Il cordoglio per la scomparsa di Giorgio Armani - ha dichiarato Barbara Mazzali, assessore al Turismo, Marketing Territoriale e Moda di Regione Lombardia - è oggi condiviso in tutto il mondo. Maestro assoluto del made in Italy, ha consegnato all’Italia, alla Lombardia e a Milano un’eredità che va oltre la moda, un linguaggio di eleganza, misura e rispetto della persona. Armani ha reso essenziale l’innovazione e rivoluzionaria la sobrietà. Con il suo sguardo azzurro e gentile sapeva far sentire tutti adeguati, mai fuori posto. È grazie a lui se Milano è diventata - e resterà - un punto di riferimento globale di stile, un laboratorio vivo in cui artigianato, creatività e industria parlano all’unisono. Esprimo il mio profondo ringraziamento: la sua lezione continuerà a ispirare i nostri giovani talenti. La sua opera è una pietra miliare senza pari, un faro che continuerà a indicarci la strada dell’eccellenza italiana»
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