giovedì 4 settembre 2025

Arriva l'accordo UE-Mercosur

 

Arriva l'accordo 

UE-Mercosur: coinvolto un quarto del Pil mondiale, 

tra opportunità 

e sfide per l’Italia

L’accordo UE–Mercosur apre un mercato di 700 milioni di consumatori, offrendo opportunità per alcuni comparti strategici dell'Italia, come vino, o alle PMI, ma solleva preoccupazioni per l’agroalimentare. Clausole di salvaguardia, controlli e rispetto degli standard produttivi sono essenziali per evitare concorrenza sleale e proteggere le eccellenze del made in Italy


L’Italia e l’Europa guardano al Mercosur in un momento delicato per l’export agroalimentare. Negli ultimi mesi, le tensioni commerciali con gli Stati Uniti, tra dazi e contenziosi sulle esportazioni, hanno reso evidente la necessità di diversificare i mercati e ridurre la dipendenza da pochi partner tradizionali. Il Mercosur (dizione spagnola, Mercado Común del Sur) è il mercato comune dell'America meridionale che si affianca alla Comunità Andina, alla Comunità Caraibica e al Sistema di integrazione centroamericana. Ne fanno parte in qualità di Stati membri: ArgentinaBrasileParaguayUruguay e Venezuela. Sono inoltre Stati associati la Bolivia e il Cile (dal 1996), il Perù (dal 2003), la Colombia e l'Ecuador.

Arriva l'accordo UE-Mercosur: coinvolto un quarto del Pil mondiale, tra opportunità e sfide per l’Italia

L’intesa è frutto di decenni di negoziati e include clausole politiche e ambientali vincolanti

In questo scenario, la Commissione europea ha approvato le proposte per la firma dell’accordo UE-Mercosur, che apre la strada a un’area di libero scambio tra Ue e Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay, un mercato di oltre 700 milioni di persone e circa un quarto del PIL mondiale. Non si tratta solo di un trattato commerciale: l’intesa include clausole politiche su diritti umani, tutela ambientale e lotta alla deforestazione, con l’obiettivo di coniugare apertura commerciale e standard europei.

Sul piano economico, l’accordo prevede una progressiva riduzione dei dazi: fino al 35% per vino e automobili, al 28% per i formaggi, con quote protette per carne, pollame, zucchero e riso. La Commissione stima che l’intesa potrebbe sostenere fino a 440mila posti di lavoro in Europa e aumentare del 39-50% l’export agroalimentare verso i Paesi Mercosur. La ratifica richiederà l’approvazione del Consiglio Ue, del Parlamento europeo e, in alcuni casi, dei singoli Stati membri, con iter previsto entro l’inizio del 2026.

Arriva l'accordo UE-Mercosur: coinvolto un quarto del Pil mondiale, tra opportunità e sfide per l’Italia

Le indicazioni geografiche garantiscono qualità e autenticità, elementi chiave del Made in Italy

Il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, definisce l’intesa un “pilastro strategico” per la competitività europea e l’accesso ai mercati latinoamericani, mentre alcune resistenze, come quella annunciata dalla Polonia, potrebbero rallentare l’iter, ma difficilmente impedirne l’adozione.

Vino italiano: il Mercosur come mercato strategico

Il comparto vinicolo è tra i più pronti a cogliere i benefici dell’intesa. Secondo Uiv (Unione Italiana Vini), l’accordo “è un segnale importante in favore del libero mercato”. Il Brasile rappresenta il primo mercato sudamericano per il vino italiano, con importazioni che nel primo semestre 2025 hanno raggiunto 18,5 milioni di euro, con i vini fermi e frizzanti in crescita dell’8,5%. Complessivamente, nel 2024 le importazioni di vino europeo dal Brasile hanno superato 190 milioni di euro, con un aumento del 41% negli ultimi cinque anni.

Arriva l'accordo UE-Mercosur: coinvolto un quarto del Pil mondiale, tra opportunità e sfide per l’Italia

Il vino italiano rappresenta uno dei comparti più pronti a cogliere le opportunità offerte dal Mercosur

L’azzeramento progressivo dei dazi, oggi al 27%, potrebbe far crescere ulteriormente le esportazioni italiane. Frescobaldi, presidente di Uiv, evidenzia che il Mercosur, con 270 milioni di abitanti, rappresenta una chance concreta per ampliare la presenza commerciale del vino italiano, oggi concentrata su mercati come gli Stati Uniti.

In sintesi, il settore vinicolo può beneficiare subito di nuove opportunità di business grazie a mercati in crescita, riduzione dei dazi e regole più chiare sulle indicazioni geografiche, ponendo le basi per una diversificazione strategica dell’export.

Agroalimentare italiano: rischi concreti e necessità di regole chiare

Diverso è il quadro per l’agroalimentare, in particolare per le filiere più vulnerabili. Confagricoltura sottolinea la necessità di assicurare reciprocità negli standard produttivi, affinché i produttori europei non siano penalizzati da competitor sottoposti a regole meno stringenti in termini di ambiente, salute e benessere animale.

Arriva l'accordo UE-Mercosur: coinvolto un quarto del Pil mondiale, tra opportunità e sfide per l’Italia

Le filiere sensibili, come la zootecnia, richiedono regole chiare e controlli rigorosi per evitare concorrenza sleale

Secondo Raffaele Drei, presidente di Fedagripesca Confcooperative, l’accordo UE–Mercosur penalizza ancora una volta l’agroalimentare, “come nell’intesa sui dazi con Trump”, sacrificando questi comparti per favorire altri settori come automobili, prodotti chimici e farmaceutici. Le critiche principali riguardano zootecnia, pollame e zucchero:

  • Settore bovino: i produttori Mercosur possono contare su vantaggi competitivi derivanti da costi del lavoro inferiori e sistemi di allevamento meno regolamentati. Questo consente loro di vendere carne fino al 50% più economica rispetto ai produttori europei, creando concorrenza insostenibile.

  • Pollame: l’apertura a nuove quote di importazione a basso costo rischia di destabilizzare ulteriormente un mercato già delicato e altamente competitivo.

  • Zucchero: l’accordo prevede l’ingresso a dazio zero di 190.000 tonnellate, pari a circa il 10% del totale importato nell’UE, con inevitabile pressione al ribasso sui prezzi interni, a danno dei bieticoltori europei.

Drei evidenzia anche la contraddizione con le politiche europee volte alla sostenibilità ambientale e al Green Deal: l’Europa importa prodotti spesso non conformi agli standard di sicurezza alimentare, benessere animale e sostenibilità che i produttori interni sono obbligati a rispettare.

Arriva l'accordo UE-Mercosur: coinvolto un quarto del Pil mondiale, tra opportunità e sfide per l’Italia

L’apertura a nuove quote di importazione a basso costo può destabilizzare un mercato già competitivo

Infine, la proposta di istituire un fondo di compensazione per i settori più colpiti viene giudicata insufficiente, “forse solo per ottenere il consenso degli agricoltori”, senza risolvere i rischi strutturali derivanti dall’accordo.

Anche Coldiretti e Filiera Italia segnalano rischi specifici: carne bovina, pollame, riso e zucchero sono tra i prodotti più esposti. Nei primi nove mesi del 2025, l’UE ha registrato 130 allarmi alimentari legati al Mercosur, oltre un terzo dei quali relativi alla carne. L’uso di antibiotici e pesticidi vietati in Europa nei Paesi sudamericani costituisce un problema concreto per la sicurezza alimentare.

Clausole di salvaguardia: tra annunci e concretezza

L’introduzione di clausole di salvaguardia rappresenta un passo in avanti, ma deve tradursi in applicazione rapida ed efficace. Solo con monitoraggio costante e misure correttive tempestive sarà possibile trasformare l’accordo in vantaggio reale per le imprese italiane, senza compromettere l’equilibrio delle filiere.

Arriva l'accordo UE-Mercosur: coinvolto un quarto del Pil mondiale, tra opportunità e sfide per l’Italia

L’accordo prevede l’ingresso a dazio zero di 190.000 tonnellate di zucchero, con possibile pressione sui prezzi interni

Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani, evidenzia: “L’accordo sarà utile solo se le clausole di salvaguardia saranno rapide e trasparenti. Senza reciproco rispetto degli standard produttivi, la nostra agricoltura e le nostre filiere rischiano fortemente”. L’impatto dell’accordo sul tessuto produttivo italiano può essere significativo: il Mercosur potrebbe creare concorrenza sleale e mettere a rischio piccole e medie imprese agricole, già esposte a dazi esteri e instabilità geopolitica.

Le richieste principali delle organizzazioni agricole sono chiare:

  • Controlli sul 100% dei prodotti importati;

  • Reciprocità negli standard produttivi, garantendo che i produttori Mercosur rispettino gli stessi parametri ambientali, sanitari e sociali dei produttori europei;

  • Divieto di ricorrere al budget della PAC per compensare eventuali perdite, evitando di trasferire i rischi sugli agricoltori.

Solo con queste garanzie sarà possibile evitare distorsioni di mercato e salvaguardare la qualità e la sostenibilità delle produzioni italiane.

Opportunità per le PMI e il Made in Italy

Oltre al vino, l’accordo può rappresentare un’occasione per rafforzare la presenza internazionale delle PMI italiane. La condizione imprescindibile è che le regole siano certe e applicabili, con attivazione immediata delle misure di tutela in caso di squilibri di mercato.

Arriva l'accordo UE-Mercosur: coinvolto un quarto del Pil mondiale, tra opportunità e sfide per l’Italia

Le PMI italiane possono rafforzare la loro presenza internazionale grazie al libero scambio con i Paesi sudamericani

Il valore del Made in Italy non si misura solo in termini economici, ma anche culturali e sociali: qualità, sicurezza, tradizione e innovazione costituiscono un patrimonio da proteggere. L’accordo dovrà quindi conciliare apertura commerciale e salvaguardia delle eccellenze nazionali, valorizzando un sistema produttivo integrato e competitivo.

Sintesi strategica e prospettive

L’intesa UE-Mercosur offre un bilancio complesso di opportunità e rischi:

  • Opportunità immediate: crescita dell’export vinicolo e rafforzamento della presenza internazionale delle imprese italiane.

  • Rischi da gestire: concorrenza sleale, esposizione di filiere sensibili, differenze negli standard produttivi.

  • Condizione necessaria: applicazione rigorosa delle clausole di salvaguardia, controlli costanti, reciprocità e regole certe.

In definitiva, il successo dell’accordo dipenderà dalla capacità di bilanciare apertura commerciale e tutela del Made in Italy. Per farlo, sarà essenziale un coordinamento efficace tra istituzioni, produttori e consorzi, monitoraggio continuo e applicazione tempestiva delle misure di protezione, garantendo benefici reali senza compromettere la qualità e la sostenibilità delle filiere italiane.

Nessun commento:

Posta un commento