mercoledì 3 settembre 2025

Mangia e fuggi dal ristorante

 

Mangia e fuggi dal ristorante: 

il conto spesso resta 

al cameriere. Ma cosa dice 

la legge?

Tra regolamenti interni poco trasparenti, contratti precari e fughe sempre più frequenti, il nodo resta la tutela dei lavoratori e il rischio di scaricare sui più deboli costi che la legge italiana non prevede

Lestate 2025 non è stata solo quella degli scontrini pazzi. È stata anche la stagione dei fuggitividei tavoli che si alzano dopo aver ordinato di tutto - piatti costosi, bottiglie da migliaia di euro - e spariscono lasciando il conto sul tavolo e il ristorante con il cerino in manoEpisodi raccontati ovunque, da nord a sud, con dinamiche che si ripetono identiche: confusione, locali pieni, personale ridotto, e a fine serata il colpo di scena. Non parliamo più di casi isolati. E con la viralità dei social un generale impoverimentounito a una buona dose di maleducazioneil fenomeno rischia di diventare una brutta abitudine.

Mangia e fuggi al ristorante: il conto spesso resta al cameriere. Ma cosa dice la legge?

Clienti in fuga, camerieri sotto accusa

Dietro alle polemicheperòc’è un aspetto che passa sempre in secondo pianoQuando un cliente scappa senza pagarespesso il primo a doverne rispondere non è il titolarema il cameriere che seguiva il tavolo. Nei grandi ristoranti - come ricordato da Francesco Rizzo (titolare del ristorante Cascina Ovi di Segrate) in un video che proponiamo di seguito -, quelli con centinaia di coperti e magari una gestione esterna, succede di frequente che il costo venga scaricato sul dipendente con la scusa che “doveva vigilare lui”. E così si finisce per chiedere a un ragazzo con contratto a chiamata, magari stagionale e mal pagato, di coprire con mezzo stipendio (si fa per dire, sia chiaro, ma non si è nemmeno così distanti) un conto lasciato lì da qualcun altro.

Cosa dice davvero la legge sul rischio d’impresa

Il problema è che questa prassi non ha basi legali solideLa legge italiana, in realtà, anche se poco conosciuta, è chiarail rischio d’impresa è del datore di lavoroSe un cliente fugge senza pagarela perdita economica è a carico del titolare, non del cameriere. Il dipendente può essere ritenuto responsabile soltanto in due casidolo, quindi complicità con il cliente o comportamento intenzionale, oppure colpa grave, cioè negligenza evidente e dimostrabile, come lasciare uscire il cliente dopo aver saputo che non aveva pagato.

Al di fuori di queste condizioniil datore non può trattenere soldi dallo stipendio per compensare il danno. Nessuna decurtazione automatica, nessuna regola “interna” che possa giustificarla. Ma la teoria e la realtà raramente coincidonoMolti ristoranti, per prassi o per regolamenti interni poco trasparenti, scaricano la responsabilità sul personale di salaChi lavora preferisce pagare in silenzio per evitare discussionipeggioramenti del clima di lavoro o, peggio ancora, la riduzione dei turniE questo succede soprattutto tra i lavoratori stagionali o con contratti precariche sanno bene quanto sia facile finire in fondo alla lista delle chiamate.

La pratica diffusa e il silenzio dei lavoratori

La verità è che servono regole chiare e tutele reali. I dipendenti hanno il diritto di chiedere se esista un regolamento scritto che definisca le responsabilità, e hanno il diritto di rifiutare di pagare quando non c’è prova di dolo o colpa grave. Nei casi estremi, ci sono i sindacati e l’Ispettorato del Lavoro, ma nella pratica pochi si espongonochi ha un contratto a tempo determinato o a chiamata vive nell’incertezza e spesso preferisce non mettersi contro la proprietà per paura di perdere il posto.

Perché servono più tutele e regole chiare

Il punto è che ogni conto non pagato non danneggia solo le casse del localema logora anche i rapporti interni e peggiora le condizioni di lavoro in un comparto già fragile (e da anni in parecchia difficoltà). Perché se chi lavora in sala deve gestire clienti, piatti, tempi di servizio e al tempo stesso temere di dover coprire di tasca propria le fughe dei furbetti, il risultato è un ambiente teso, personale demotivato e un’accoglienza che inevitabilmente ne risente.

Mangia e fuggi al ristorante: il conto spesso resta al cameriere. Ma cosa dice la legge?

Il vero prezzo del mangia e fuggi lo paga tutto il comparto

continuare a far finta di niente significa alimentare un circolo vizioso in cui ristoratori e lavoratori finiscono entrambi per perdere. Per questo, sono necessari più controllipiù chiarezza nei contratti e soprattutto la consapevolezza che la ristorazione non può reggersi su paure e ricatti. Perché quando il conto non lo paga chi dovrebbeil prezzo vero lo paga tutto il comparto.

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