Luigi Sala ha compiuto 91 anni a novembre scorso. Li ha festeggiati all’Hotel Bristol Buja di Abano Terme (Pd), dove alloggia ormai da cinque anni. «Mi hanno preparato una festa con una grande torta a base di frutta» racconta Luigi, sorridendo compiaciuto. A chi non piacerebbe fare come Luigi, quando si raggiunge una certa età: avere la stanza sempre in ordine, senza pensare alle bollette, a rifarsi il letto, fare la spesa e cucinare.
I grandi personaggi che hanno vissuto in hotel
Ci sono stati grandi personaggi della storia e della letteratura che hanno soggiornato in hotel, come Agatha Christie. La famosa scrittrice ha vissuto all’Hotel Pera Palace di Istanbul e, proprio tra queste stanze, si è ispirata nella stesura dei “Dieci piccoli indiani”. Coco Chanel scelse come residenza l’Hotel Ritz di Parigi: per ben 35 anni abitò nella suite che ancora oggi porta il suo nome. Per non parlare di Vivien Leigh, che arricchì la suite 5D dell’Hotel Château Marmont con i suoi Picasso e Renoir. Stiamo parlando di miti e di cifre da capogiro, impossibili da affrontare per un comune mortale. Non è il caso di Luigi, ma per capire come sia arrivato a questa età sereno e soddisfatto, ci ha incuriosito conoscere la storia della sua vita.
La vita professionale e i ricordi di Luigi
«Ho frequentato l’Istituto Tecnico per ragionieri e, ai miei tempi, quando si terminavano questi studi, il posto in banca era garantito. Così sono entrato nella sede centrale milanese di Via Verdi della Cassa di Risparmio, oggi Banca Intesa. Abitavo in provincia e ogni giorno prendevo la mia macchina per arrivare al lavoro. Una vita tranquilla, sempre accanto a mia madre. Il fine settimana lo passavo sul lago nel mio chalet, poi con gli amici il sabato andavo a ballare, soprattutto il boogie boogie… lo avevo imparato dopo la guerra dagli americani, a soli 14 anni.
Le vacanze le trascorrevo viaggiando in giro per l’Europa con la mia rossa fiammante spider Alfa Romeo. Una volta in Grecia mi hanno accolto come un famoso personaggio: avevo fatto colpo con la mia decappottabile. Erano tempi diversi, allora si poteva viaggiare da soli in totale sicurezza. Una volta raggiunta la pensione, mi sono trasferito al lago. Arrivato al traguardo degli 86 anni, mi sono chiesto dove fosse meglio concludere la mia vita. Mi sono guardato intorno e così sono andato a vedere una struttura per anziani. Costava molto, ma quando sono entrato ho visto tutti gli ospiti seduti, chini, tristi e silenziosi. A quella vista, mi sono detto che non avrei voluto finire in quel modo.
La nuova vita ad Abano Terme
Parlando con degli amici, mi hanno suggerito di contattare Paolo Buja, titolare dell’omonimo hotel di Abano. Onestamente non sapevo nemmeno dove fosse ubicata questa cittadina. Ci siamo incontrati, gli ho proposto di ospitarmi tutto l’anno e così ci siamo accordati. Prima di trasferirmi, ho venduto ciò che possedevo. Anzi, nella mia casa ho lasciato tutti i miei mobili, mi sono tenuto lo stretto necessario, riempiendo tre armadi. Mi sono sufficienti per contenere tutta la biancheria e i cambi di stagione. È ciò che mi serve. Qui ho trovato un ambiente familiare e attento».
Come non dare ragione a Luigi: in questo hotel tutti lo coccolano, dal direttore Nikolay al maitre Paolo, dai camerieri al medico che lavora nella struttura. Qui ha a disposizione la palestra, le piscine termali e il fisioterapista. Da un mese si sottopone alla dialisi, lo vengono a prendere e lo riportano. Per ora ha dovuto sospendere il nuoto in piscina, ma nel giro di due settimane è già migliorato. Non c’è che la positività per guarire, e lui lo è. Come passa la giornata? «Mi alzo tardi, perché amo dormire, poi la colazione e in quell’occasione il maitre Paolo mi sottopone il menu della giornata, che rigorosamente faccio alle 13 e alle 20. Poi leggo, sento le canzoni del passato, guardo la tv e poi ballo con le signore… qui c’è musica e si sta in compagnia. Io sto bene e sono soddisfatto di tutto».
La mia scelta drastica è dovuta al fatto che non ho più parenti. Non ho più nessuno, tranne una sorella che ha 98 anni. Lei non si può muovere per via delle gambe, ma ci sentiamo immancabilmente ogni giorno: per fortuna ha la testa lucida. Quel poco che mi rimarrà lo lascerò a qualche associazione benefica, c’è troppo egoismo in giro. Non desidero andare da altre parti, solo a luglio, quando l’hotel si chiude, mi trasferisco accanto, nell’hotel del fratello del proprietario». Non è semplice coordinare una struttura alberghiera capace di supportare la vita quotidiana di un signore di una certa età. Occorre tanta attenzione, cura e affetto. E qui Luigi le ha trovate.
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