Lo zucchero
c’è,
ma non si vede
Gli zuccheri sono la prima cosa da “tagliare” quando decidiamo
di buttare giù un paio di chili: anche senza ricorrere al dietologo o al
nutrizionista sappiamo che la prima cosa da fare è rinunciare ai carboidrati,
ai dolci, alle bevande alcoliche. È noto a tutti, infatti, che questi tipi di
alimenti sono molto ricchi di zucchero e che quindi vanno eliminati senza
pietà, o almeno drasticamente ridotti. Eppure la battaglia può farsi più
sottile e, in molto casi, anche più subdola: sono moltissimi infatti i cibi
che, a sorpresa, contengono quantitativi insospettati di zucchero nascosto, del
quale è bene essere consapevoli per inserirli nella conta delle calorie
quotidiane o, se serve, per starne alla larga.
Come
«funziona»
Quando assumiamo un cibo dolce, la nostra glicemia
(ovvero il livello di zucchero nel sangue) aumenta. A questo punto interviene
il pancreas producendo insulina, l’ormone che metabolizza gli zuccheri e li
rende disponibili alle cellule per trarne energia. Quando vengono prodotti alti
livelli di insulina, la glicemia si abbassa rapidamente, causando la classica
sensazione di “buco nello stomaco” che ci spinge a mangiare nuovamente. Ecco
perché, quando si vuole perdere peso, occorre prestare attenzione a mantenere
il più possibile l’equilibrio glicemico del fisico.
Fruttosio?
Un altro tema spinoso è quanto e quale zucchero
possiamo concederci senza fare danni alla nostra salute. In linea di massima,
se non abbiamo l’obiettivo di perdere peso, possiamo dire sì a 25 grammi di
zucchero al giorno, mentre gli uomini possono arrivare a 35: per avere un’idea,
un cucchiaino da caffè raso ne contiene circa 5 grammi.
Il saccarosio, ovvero lo zucchero, è composto da due
sostanze, il glucosio e il fruttosio. Quest’ultimo viene metabolizzato
soprattutto dal fegato e, se è presente in quantità eccessive, viene
trasformato in acido lattico e trigliceridi: tende quindi a trasformarsi
facilmente in adipe. Utilizzare il fruttosio come dolcificante alternativo al
normale zucchero non è quindi una soluzione così efficace: meglio ricorrere ai
dolcificanti pensati per i diabetici o farne a meno del tutto.
Semplici
e complessi
Oltre ai dolciumi, alle merendine, ai succhi, ai
gelati e al fatidico cucchiaino che aggiungiamo al tè, al caffè e a molte altre
bevande, appartengono alla famiglia dei glucidi anche i carboidrati presenti
nel pane, nella pasta e negli amidi (glucidi complessi). La differenza
tra gli zuccheri semplici e quelli complessi sta nel tempo di rilascio
dell’energia: gli zuccheri semplici sono di pronto impiego per il
fisico, mentre quelli complessi sono a rilascio più lento e quindi
contribuiscono al fabbisogno energetico del fisico in modo più graduale e
continuato nel tempo. Per questo, anche in una dieta ipocalorica, non vanno mai
eliminati del tutto perché sono la benzina di cui ha bisogno il nostro organismo
per funzionare. Del tutto superflui dal punto di vista nutrizionale sono invece
i glucidi presenti nei dessert, nell’alcol (vino e liquori) e nelle bevande
gassate, veri killer della linea.
La frutta è molto ricca di zuccheri, così come, entro
certi limiti, anche alcune verdure. Anche il latte contiene uno zucchero
specifico, il lattosio: per questo, la prima regola, è non addolcire
ulteriormente questi alimenti, ad esempio cospargendo di zucchero la macedonia,
o aggiungendo zucchero al cappuccino, a un frullato e in generale a ogni cibo
naturalmente dolce.
Gli insospettabili
Gli zuccheri nascosti sono i più insidiosi
perché li assumiamo senza esserne del tutto consapevoli. Si annidano in una
lunga serie di alimenti insospettabili, tanto è vero che, per smascherarli,
spesso non c’è alternativa alla lettura attenta delle etichette. In genere sono
presenti nella maggior parte degli alimenti confezionati in modo
industriale, dal pane a cassetta, alla salsa ketchup, nei succhi di frutta,
nelle panature, nei sughi e nelle minestre pronte. Tra questi in
particolare:
- i cereali da colazione: soprattutto in
quelli arricchiti da cioccolato, miele e glasse varie;
- aceto balsamico: spesso contiene coloranti
artificiali, caramello e aromatizzanti alla vaniglia;
- verdure in scatola: spesso vengono
addizionate con zucchero per ottimizzarne la conservazione;
- yogurt: oltre ai vasetti alla frutta, spesso
vengono dolcificati anche quelli di yogurt bianco e persino quello magro;
- cibi “light”: il ridotto contenuto di grassi
viene compensato con maggiori quantità di zucchero per migliorarne il sapore;
- sughi pronti: il pomodoro è di per sé acido,
per cui un certo quantitativo di zucchero è necessario per compensarne il
gusto. Molti sughi pronti ne contengono, però, quantità consistenti.
- mais
in scatola, salumi, wurstel e patatine.
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