Con il green pass che tenta di farsi strada in sempre più settori economici, a partire da quelli maggiormente a contatto con il pubblico come bar e ristoranti, anche la grande distribuzione comincia a parlarne. A dare il via alla discussione è stato Francesco Pugliese, ad di Conad: «Io sono molto d’accordo con il green pass. Non capisco per quale motivo io che sono vaccinato devo avere questa attenzione e poi devo invece correre il rischio di andare in un supermercato con il dipendente che non può essere vaccinato».
Contraddizioni da sanare
Una contraddizione fra le tante emerse nel corso di questi ultimi mesi in cui la certificazione verde viene sempre più richiesta per accedere a servizi e attività come bar, ristoranti, piscine, palestre, mezzi di trasporto a lunga percorrenza, ecc. Ma non nei punti vendita della grande distribuzione. Attività essenziali, aperte anche durante le fasi più dure della pandemia, i supermercati rischiano di trasformarsi nell’unico luogo franco dell’industria di distribuzione alimentare. E se il green pass è lungi dal venir richiesto per l’accesso a questi esercizi, dato appunto il loro carattere di essenzialità per la popolazione, sembra farsi più largo la possibilità che siano i dipendenti delle insegne a certificare il proprio status sanitario.
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