NON E' UN ROMANZO
E' L'ULTIMO LIBRO
DI SOSTENE SCHENA
Cominciamo dal titolo: "Non è un romanzo". È una bio-grafia infatti, la storia della vita di Sostene Schena, giornalista e mille altro ancora. Ma a leggere le quasi 250 pagine del libro sembra proprio di avere a che fare con un romanzo, quello di una vita piena di storia, di episodi, di avventure, ma anche di umorismo e di proverbi. Come scrive Dino Bridda nella prefazione "è importante essere titolari di una esistenza da raccontare", ed esserne orgogliosi. Quella che si incontra nel libro non è solo la storia della sua vita, raccontata senza falsi pudori, è la storia di 84 anni di vicende bellunesi, prima dì tutto pontalpine, ma con uno sguardo molto più ampio. Chi è un po' avanti con l'età riconoscerà persone, situazioni, eventi che ha a sua volta vissuto. E peri più giovani ci sono un sacco di scoperte curiose e interessanti.
Sostene Schena è prima di tutto un giornalista, abituato a scrivere di cronaca nera e giudiziaria, anche ben prima di farne una professione esclusiva. Ha lavorato per "Il Giorno", "Il Corriere Lombardo" e poi per "Il Gazzettino" fino alla pensione nel 1995. In anni più recenti si è occupato molto di enogastronomia, è sommelier Ais e degustatore ufficiale regionale. Ha ideato e curato le riviste "Convivivium2000" e "Il sommelier veneto".
Come giornalista segue alcune delle vicende più importanti del Bellunese degli ultimi decenni, dal processo per i delitti di Alleghe, al disastro del Vajont. Proprio il racconto della notte del 9 ottobre 1963 si fa leggere d'un fiato: quella sera stava guardando la partita di calcio, quando mancò la luce. Andò verso Longarone a vedere cosa era accaduto e tornò indietro per chiamare il suo capo in redazione. In quel momento la notizia era che una parte della diga era crollata ma nella mente di Schena c'erano le parole che l'ingegner Semenza, il costruttore della diga, aveva detto un giorno al padre commerciante, passando da Ponte: "Semmai crolleranno le montagne", la diga, quella, non sarebbe crollata. Schena è amico di Tina Merlin, che un giorno nel 1979 lo contattò per dargli la notizia che uno con il suo nome e tutti i suoi documenti era morto a Roma in un conflitto a fuoco tra brigatisti e forze dell'ordine. A Schena i documenti erano stati rubati qualche tempo prima. Si scoprì poi che il brigatista non era morto e che si trattava di uno dei più noti e famigerati, Prospero Gallinari. Se non è un romanzo questo. —
MARCELLA CORRA'
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