Export alimentare
alla riscossa, ecco
gli ostacoli da evitare per non fermare
la crescita
Inflazione, caro materie prime e difficoltà logistiche rischiano di compromettere la corsa delle esportazioni di cibo italiano che nel 2021 chiuderanno oltre i 50 miliardi di euro di valore. A trainare la ripresa pesce (+9,9%), latticini (+7,9%) e prodotti professionali per la ristorazione (+6,9% da qui al 2024) che concorreranno a raggiungere i 534 miliardi di export totale nel 2023
L’export traina la ripresa con l’agroalimentare in testa: oltre 50 miliardi il valore atteso per fine 2021 con una crescita del +11% rispetto ai 44,6 miliardi messi a referto nel 2020. Aumenti che fanno bene a tutta l’economia italiana e a tutte le referenze in viaggio verso i mercati esteri. Comprese quelle per la ristorazione professionale e le attrezzature per l’Horeca: le macchinette da caffè, per esempio, nel periodo 2021-24 cresceranno del +7% medio annuo. Segnali positivi che, tuttavia, devono schivare insidie non da poco: dal caro container a quello delle materie prime passando per il rischio inflazione che potrebbe deprimere le capacità di spesa dei clienti finali e, di conseguenza, la domanda di certi beni.
Entro il 2023 l'export italiano toccherà quota 523 miliardi di euro
A riportare i dati sull’export è l’Ufficio studi di PwC Italia: nel 2021 si attende un rimbalzo generale delle esportazioni con un +11,3% rispetto al calo del -9,7% registrato nel 2020. Uno slancio che permetterà di raggiungere i livelli pre-Covid nel 2022, quando dovrebbe concretizzarsi un’ulteriore crescita del +5,4%. «L’export italiano entro il 2023 toccherà 532 miliardi di euro, con una crescita del +24% rispetto al 2020», ha sottolineato Andrea Toselli, presidente e ad di PwC Italia. Tendenze generali che, a caduta, fanno bene a tutta l’economia. Tanto che nel prossimo triennio si attendono forti scatti in avanti capaci di rilanciare il settore food, pesantemente colpito dalla pandemia (a causa del blocco del canale Horeca).
Pesce, latticini e prodotti per la ristorazione professionale i campioni
A trainare la produzione italiana all’estero, secondo PwC, saranno i segmenti del pesce (+9,9%) e dei latticini (+7,9%). Allo stesso modo, i prodotti per la ristorazione professionale e le attrezzature si faranno valere sui mercati stranieri proseguendo così una crescita che funge da cartina di tornasole per valutare la ripresa dell’Horeca all’estero. Trend già inaugurato nei primi tre mesi del 2021 quando il primo gruppo di referenze ha messo a segno una crescita del +20,8% rispetto allo stesso periodo del 2020 e del +7,5% rispetto allo stesso periodo del 2019. Mentre da qui al 2024 ci si attende un tasso di crescita medio annuo del +6,9%.
Rischio inflazione? Ristoranti e bar lanciano i primi segnali di allarme
Il tutto a patto che le tensioni sugli scambi internazionali si plachino. Dall’energia alle utenze, dalle materie prime ai container per spedire i prodotti, il rischio è che la montante ondata inflattiva deprima la domanda globale. L’esempio di un tale effetto lo possiamo trovare già in casa: «In una situazione in cui il Paese sta correndo per tornare al punto di partenza, e cioè ai livelli di consumi pre-Covid, queste tensioni minano la fiducia dei consumatori e riducono il potere d’acquisto delle famiglie. È necessario, quindi, che il Governo attivi presidi di monitoraggio e controllo, soprattutto per contrastare le forti componenti speculative che stanno pericolosamente alimentando gli aumenti su prodotti e servizi e che, se non contrastati, produrranno una inevitabile e forte crescita dei prezzi», ha affermato Lino Stoppani, presidente Fipe certificando che le preoccupazioni di molti operatori. IAT
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