Plastic e sugar tax
rinviate al 2023,
esultano aziende
e produttori
La decisione presa dal Consiglio dei ministri chiamato a redigere la manovra di bilancio ha evitato un "effetto valanga" sull'intera filiera agroalimentare. «Siamo stati i primi - ha sottolineato Prandini - a chiedere pubblicamente un intervento del Governo per rivedere una tassa che rischia di fermare la difficile ripresa dell’economia dopo la pandemia. La plastic e la sugar tax rischiano di avere un effetto sui costi delle imprese che sono costrette ad affrontare già pesanti rincari, dai trasporti agli imballaggi».
Ad applaudire al rinvio anche il coordinamento di Agrinsieme che riunisce: Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari; «ma continuiamo a chiederne l’eliminazione perché si tratta di una misura fortemente restrittiva che indebolisce non solo il settore della trasformazione, ma tutta la filiera».
La paura è che, seppure in modo indiretto, l'imposta sulle bevande zuccherate rischi di penalizzare il mondo agricolo, in particolar modo il comparto saccarifero, già penalizzato dalla liberalizzazione delle quote di produzione. In generale, comunque, secondo Agrinsieme l'introduzione della sugar tax comporterebbe un incremento della fiscalità del +28% e una penalizzazione dei consumi. «Come dimostra anche un recente studio Nomisma - sottolinea Agrinsieme - anziché facilitare crescita e occupazione, con l'eventuale introduzione della sugar tax si avrebbe una contrazione del 16% del mercato a volume, -180 milioni di euro di fatturato rispetto al 2019 e -344 milioni di euro, se si considera la perdita di giro d'affari nel 2023 rispetto al 2019». IAT
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