La diffusione
di una cultura
anti-spreco
Dobbiamo sentirci tutti ambasciatori di una vera cultura antispreco, in grado di unire prevenzione e valorizzazione delle eccedenze attraverso la solidarietà sociale.
Il vademecum sviluppato da Metro, Banco Alimentare, Apci e Scuola Superiore Sant’Anna é in sintonia con lo spirito della legge antispreco, perché mostra quanto sia fondamentale attivare reti di collaborazione tra profit e non profit per un obiettivo comune - commenta l’On. Maria Chiara Gadda, promotrice della cosiddetta legge antispreco -. Per ottenere risultati consistenti bisogna rimuovere i colli di bottiglia rappresentati da burocrazia e barriere culturali, l’obbligo di donazione di cui talvolta si parla è un approccio semplicistico. La legge antispreco funziona perché ha estremamente semplificato e agevolato fiscalmente il recupero delle eccedenze. Iniziative come il vademecum per una ristorazione zerosprechi, aiutano a promuovere un sistema di economia circolare in un settore complesso come questo, coniugando la prevenzione in cucina e la corretta comunicazione al cliente con la donazione dell’invenduto».
La sensibilità e la cultura del rispetto del cibo a cui fa riferimento l’On. Maria Chiara Gadda nasce anche dalla consapevolezza del nostro agire, consapevolezza che in questo caso si nutre di conoscenza del settore della ristorazione. Per questo Metro Italia da anni collabora con un ente prestigioso come la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che ha costruito con l’azienda analisi nel tempo sempre più dettagliate di questo specifico ambito dei consumi e dei comportamenti.
«ll team di ricerca del Laboratorio SuM, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa - afferma Fabio Iraldo, condirettore del Laboratorio SuM - Sustainability Management della Scuola Superiore Sant'Anna - ha fatto affidamento sulle proprie esperienze e competenze pluridecennali sul tema del cibo sostenibile e della lotta allo spreco alimentare per supportare i partner del progetto nello sviluppo di questo vademecum fondandosi anche sui risultati degli studi condotti nel recente passato su questi temi sempre in collaborazione con Metro Italia. Ovviamente il valore aggiunto di coinvolgere 12 chef Ambassador nella fase sperimentale e di test del vademecum ci ha consentito di massimizzare il taglio pratico e concreto di queste linee guida. Un approccio, questo, che ben risponde alla cosiddetta terza missione degli Istituti Universitari, ovvero la capacità di trasformare una ricerca e le sue teorie in una soluzione realistica e concreta, applicabile nella società attraverso il dialogo e il lavoro con tutti i soggetti: impresa, istituzioni, associazioni e enti no profit».
Il connubio tra un lavoro teorico e di ricerca e la sua declinazione pratica nell’azione quotidiana è il punto di forza di questo progetto che ha mosso i primi passi su solidi valori etici e li ha tradotti in possibilità di diffusione attraverso comportamenti che si auspicano divenire sempre più consueti per i professionisti della ristorazione.
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