Le affermazioni positive sul turismo e il mancato rinnovo della cassa integrazione dipingono un quadro irreale. Il turismo sta subendo, ormai da quasi due anni, danni che non hanno eguali in nessun altro comparto economico. In un Paese come l’Italia, il turismo è un bene primario per diversi aspetti. I turisti stranieri hanno un peso enorme nella bilancia dei pagamenti. Abbiamo avuto 207 milioni in meno di presenze di turisti stranieri in Italia nel 2020 e ognuno di loro spende 137 euro al giorno, secondo dati Istat. Un turista straniero compie in media un viaggio di due settimane, facendo molti acquisti nella moda, nell’artigianato, nell’enogastronomia, nostri settori di eccellenza.
Ivana Jelinic, pres. Fiavet |
È sulla base di questi numeri oggettivi che Ivana Jelinic, presidente di FIAVET, l'associazione delle agenzie di viaggio, lancia l'ennesimo allarme per il mondo del turismo che continua a pagare il prezzo più alto della pandemia.
La crisi colpisce ancora oltre un milione di italiani
«Le imprese che svolgono attività economiche riconducibili al turismo in Italia sono più di un milione e il 90% di queste ha fino a 4 addetti (ISTAT) di cui la maggioranza donne. Non è pensabile che il turismo italiano verso destinazioni italiane sia risolutivo di questa enorme crisi in cui ci troviamo. - commenta Jelinic - Il core business di molte agenzie di viaggi e tour operator erano le destinazioni di lungo raggio, soprattutto per i viaggi di nozze. Questi imprenditori sono italiani, influiscono sulla nostra economia anche se vendono soggiorni in un Paese dell’Oceano Indiano. Le incertezze che viviamo con aperture e chiusure di corridoi, mutazioni continue di provvedimenti si ripercuotono sulla vita di migliaia di persone».
Per il 2022 si teme il crollo del mondo delle agenzie di viaggio
Questo abbandono delle imprese che operano nel settore più sostenibile che esista porterà nel 2022 allo sfacelo. Ma perché gli 80.000 addetti del turismo organizzato non possono essere tutelati come quelli di una fabbrica qualsiasi?
«Alla prima fase di disoccupazione che avremo nel 2022 - è l'amara conclusione della presidente di Fiavet - potrebbe seguire una fase di svendita di aziende che custodiscono tesori della filiera più importante che abbiamo. L’Italia è maestra ovunque nel mondo in alcuni ambiti, dall’enogastronomia all’organizzazione di eventi, ma soprattutto nei servizi. Siamo nella patria del gusto, si crede davvero che le nostre aziende in mano a un portale globalizzato daranno lo stesso servizio alle persone? Si crede davvero che si potrà fare a meno delle imposte di un comparto che vale oltre il 13% del PIL? Noi pensiamo di no, e invitiamo il Governo a riflettere sul percorso che si sta scegliendo di compiere».
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