mercoledì 1 dicembre 2021

Ristoranti sempre più legati al delivery: su Just Eat +50% di adesioni nel 2021

 

Ristoranti sempre più legati 

al delivery: su Just Eat 

+50% di adesioni nel 2021

Il food delivery vale oggi 1,5 miliardi di euro. Non si ordina più solo pizza e hamburger, ma anche poke, insalatone, pita. Sorprendono la cucina libanese e quella thailandese

di Guido Gabaldi

Da cinque anni Just Eat, una delle principali piattaforme di food delivery, ci dice cosa mangiano gli italiani a casa: è quanto emerge dalla presentazione milanese dei dati elaborati a partire dalle ordinazioni tramite Just Eat. Una massa di informazioni rilevata tra il 30/09/20 e il 30/09/21, che fa luce su evoluzione del gusto e tendenze della ristorazione. E non solo quella veloce “pizza-e-hamburger”, perché a casa ci facciamo portare di tutto: insalatone, torte salate vegane, pita falafel libanesi, pad thai thailandese.

 Per farsi un quadro della situazione, questi i numeri da analizzare:

  • il digital food delivery cresce del 59% rispetto al 2020 e vale 1,5 miliardi di euro;
  • sempre di più i ristoranti che scelgono di affidarsi al digitale, +50% sull’app nell’ultimo anno;
  • pizza, hamburger e giapponese sono sempre i preferiti dagli italiani, ma l’aumento più significativo spetta alle pietanze libanesi (+93%), poi alle thailandesi (+61%), alle insalate in tutte le forme (+50%) e infine alle specialità regionali (+43%). Esterofili sì, ma non troppo, a quanto pare. Tra i nuovi trend anche la cucina vegana, il poke e l’healthy food.
  • Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Genova, Firenze, Trieste, Verona e Cagliari le città più attive nel food delivery. 

La pandemia, un incentivo al cambiamento

Non c’è dubbio che il fenomeno sia influenzato dalla pandemia e dalle conseguenti nuove abitudini dei consumatori, ma lo scatto in avanti si inquadra in un orientamento generale che è di lungo periodo.

“La pandemia - commenta Daniele Contini, country manager di Just Eat in Italia - ha contribuito a consolidare il digital food delivery come servizio essenziale per i ristoranti, che hanno potuto mantenere aperta la loro attività durante i periodi di chiusura e hanno compreso i benefici della digitalizzazione del business. Tra l’altro, Just Eat offre loro una consulenza costante, per trasferire il loro know how sul digitale e aiutarli a incrementare il fatturato. Vorrei anche far notare che il food delivery, all’interno dell’ecommerce, è quello che fa segnare la crescita più cospicua. Il rilievo è ancora più importante se lo si inserisce nel  breve arco storico coperto dal food delivery in Italia: noi ci siamo da dieci anni, e ci stiamo consolidando come leader di mercato.  Il fenomeno è interessante da ogni punto di vista, visto che è un indice della trasformazione in digitale delle abitudini di consumo: il ricorso all’ordinazione online è sempre più frequente, e oggi sfiora il 50%.

Attualmente - prosegue - i ristoranti presenti sulla nostra piattaforma sono circa 24mila: un numero di un certo impatto, se visto insieme a quello della copertura geografica del territorio, che è del 66%. Non c’è più solo la pizzeria o la piccola trattoria sotto casa: abbiamo convinto anche il ristorante di fascia media e le grandi catene. Pizza e hamburger (specie il cheeseburger) restano ancora ai primi posti, ma vengono conferme anche dalle cucine etniche già affermate, ossia la giapponese e la cinese.  Non è una sorpresa il poke: lo troviamo al quinto posto ma abbiamo ormai capito che non si tratta di una moda passeggera. 

Le sorprese: cucina libanese e thailandese

La sorpresa - commenta Contini - viene forse dalla cucina libanese e da quella thailandese, in forte sviluppo, anche tenendo conto che i volumi di partenza, in valore assoluto, sono abbastanza piccoli.  Quando però raddoppiano o superano il 50%, come in questi due casi, il segnale va tenuto d’occhio.  All'interno del cosiddetto comparto “salutare”, in crescita del 32%,  il vegano occupa uno spazio di rilievo e sicuramente farà molto parlare di sé in futuro. Registriamo il dato con attenzione e soddisfazione, perché conferma come il food delivery non si confini nei limiti del “pizza-hamburger” ma registri  fedelmente la maggiore attenzione nei confronti degli stili di vita salutari. E questo vale non solo per chi ha fatto una scelta di vita vegetariana o vegana, ma pure per coloro che potremmo definire onnivori, e però decisi a confrontarsi con scelte alimentari più equilibrate e sostenibili

Al di là del “cosa”, se invece parliamo del “chi” ordina,  i nostri due milioni di clienti si avvicinano al 5% della popolazione e ci danno la misura delle potenzialità di incremento ulteriore; in altri paesi europei le percentuali sono ben più alte.  Si tratta di uomini e donne in egual misura,  concentrati nella fascia di età 18-34 (38%) e 35-55 (49%).  Le occasioni di consumo sono segnate dallo stare insieme: ci si trova per giocare ai videogames, o per vedere le partite, e si ordina qualcosa.  Quattro volte su cinque si ordina quando si è in gruppo, in famiglia o fra amici: la richiesta del solitario non supera un quinto del totale.” 

La mappa degli ordini

Nel viaggio lungo la penisola si scopre che Cagliari, Napoli e Palermo si distinguono per le varietà, presentando rispettivamente il poke, i dolci e il pollo all’interno delle loro preferenze. La cucina peruviana spopola a Milano, mentre quella thailandese cresce a Torino e Firenze. Roma predilige il messicano con i famosi tacos y burritos, le proposte libanese e asian fusion prevalgono a Bologna, mentre il trend indiano emerge a Cagliari e Palermo. Una tendenza che si ritrova anche tra i piatti che stanno guadagnando sempre più popolarità, come il pad thai di gamberi, i gyoza di carne e gli jiaozi, che insieme al poke al salmone e alla frittatina di bucatini delineano i trend emergenti a livello nazionale. italiaatavola

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