giovedì 9 dicembre 2021

Super green pass, nessun problema in bar e ristoranti al primo giorno di controlli

Super green pass, nessun problema in bar e ristoranti 

al primo giorno 

di controlli

Da lunedì per entrare nei pubblici esercizi bisogna mostrare il certificato che dimostra il ciclo vaccinale completato o la guarigione (che non abbia superato i 6 mesi). Nessuna particolare notizia di anomalie. Per gli imprenditori è una misura che consente di continuare a lavorare anche nelle Festività e che non comporta controindicazioni gravi

di F. Biffignandi e N. Grolla


Clienti con in mano lo smartphone con il Super green pass pronto per essere verificato, nessun intoppo sugli aggiornamenti dell’app e speranza in un Natale e Capodanno da “sold out”. Solo la preoccupazione per qualche cliente “perso” e qualche sbuffo di qualche cliente non del tutto convinto di questo sistema di monitoraggio.

In sintesi, è andata così in bar e ristoranti la prima giornata con il Super green pass che ieri, lunedì 6 dicembre, ha fatto il suo esordio dopo l’emanazione del decreto che resterà in vigore fino al 15 gennaio. Tutto liscio, clima sereno, ristoratori contenti per via di una politica volta a mantenere aperto sempre, fino alla zona rossa per chi ha effettuato il vaccino o per chi è guarito da non più di 6 mesi. 

A Milano esordio tranquillo grazie a S.Ambrogio

La prova più “ardua” era forse per i bar, più soggetti a caffè presi al volo. Ma il “crash-test” è andato a buon fine. «Oggi (ieri ndr.) è stata una giornata tranquilla perché molti milanesi ne hanno approfittato per trascorrere lontano da Milano il ponte di S.Ambrogio - ha detto Barbara Frittoli, una delle due titolari del G.B. bar - non abbiamo riscontrato nessun problema sui controlli perché tutti i clienti erano aggiornati sulle nuove regole. La colazione poi noi la serviamo all’esterno, per cui non cambiava nulla. Sul pranzo, all’interno, nessuna difficoltà».

 

A Firenze tutti pronti all'ingresso

Se il buongiorno si vede dal mattino, i ristoratori non possono che sorridere. Si augura che continui così Stefano Bronzi, titolare del Caffè San Firenze di Firenze: «Tutti avevano il green pass - ha detto - lo avevano pronto ancor prima di entrare. È andata bene a colazione e a pranzo e noi speriamo che questa serenità prosegua».

 

Qualche mugugno a Roma

Qualche perplessità in più invece a Roma, almeno per quella che è stata l’esperienza dello storico Sciascia Caffè 1919. Niente di grave, ma qualche mugugno c’è stato: «I clienti erano informati - hanno spiegato dal locale - ma abbiamo sentito commenti non positivi, qualcuno è scocciato perché ritiene eccessiva questa restrizione e perché pensa che chi fa il tampone ogni due giorni è più controllato di chi si vaccina. Noi temiamo un po’ che la clientela diminuisca ed in effetti già oggi abbiamo visto un po’ meno flusso. Pensiamo che l’importante sia sempre utilizzare il buonsenso per lavorare in sicurezza e godersi un caffè senza problemi».

Feo: Preoccupato per Capodanno

Anche sul fronte ristoranti, acque tranquille, salvo qualche preoccupazione. Come quella che esprime Alessandro Feo dell’omonimo ristorante di Marina di Casal Velino (Sa): «Tutto è andato al meglio - racconta - ormai sono tutti abituati dopo i primi tempi in cui qualche cliente ci guardava sospettoso quando chiedevamo il green pass. Io non sono preoccupato per ciò che il Super green pass possa togliere in termini di clientela nel corso della settimana, temo piuttosto che per eventi come Capodanno arrivino poche prenotazioni o disdette: basta che un paio di persone di una comitiva non abbiano il pass che salta tutto. Noi proporremo la nostra offerta nei prossimi giorni, sarà un Capodanno in forma un po’ ridotta, ma ci auspichiamo di poter lavorare bene».

Pantaleo: App aggiornata senza problemi

Anche sul fronte dell’aggiornamento dell’applicazione VerificaC19, nessun problema per i ristoratori, come conferma Alessandro Pantaleo, titolare del ristorante Il Cambusone di Palermo: «Abbiamo aggiornato l’app senza alcuna difficoltà - ha detto - a livello di utilizzo non cambia molto rispetto a prima. I clienti che sono venuti da noi per il servizio del pranzo erano tutti tranquilli, già preparati. Per questo non sono spaventato della possibile perdita di clienti solo tamponati. E, d’altronde, noi siamo un piccolo locale che, con l’attuale domanda, fa presto a riempirsi. Anche perché, sebbene ci siano 10-12 gradi all’esterno, per noi siciliani fa davvero freddo e l’unico modo per mangiare in comodità è farlo al chiuso. Certo, non mancano i clienti che per ragioni diverse, a partire dalla volontà di sentirsi un po’ più isolati dal resto della clientela, ci chiedono se abbiamo posto fuori, ma ormai la risposta è negativa». 

Cagliari, tutti al chiuso per la pioggia

Da Palermo a Cagliari, stesso clima, umorale e atmosferico: «È una giornata come le altre - spiega Livio Piras, responsabile di sala del Sa Domu Sarda - chi si presentava all’entrata del locale mostrava il green pass prima di accedere alla sala. L’unico cambiamento è stato l’aggiornamento dell’app di controllo che è avvenuta un paio di giorni fa. Operazione conclusa nel giro di qualche secondo e con pochi semplici click sia su smartphone che su palmare. Forse su questa cosa del super green pass c’è stato troppo clamore. Chi frequenta i locali ha ormai capito quali sono le regole di ingaggio. Il ristorante ha una capienza di 50 coperti a pieno regime, tutti all’interno. La concessione per lo sfruttamento del suolo pubblico che avevamo sfruttato per creare un piccolo dehors all’esterno è scaduta, come preannunciato, all’inizio di novembre quando si è concluso anche il periodo di prova per la pedonalizzazione della via su cui insiste il locale. Ma a dir la verità, in questo periodo sta piovendo molto e le temperature risultano più basse del solito quindi mangiare fuori è una cosa davvero per pochi. Forse si salva solo il momento dell’aperitivo. In ogni caso ormai il cambio stagionale c’è e anche quello delle regole: non c’è più la differenza fra dentro o fuori ma fra super green pass o meno». 

Bologna: il 95% dei clienti già con la 3ª dose

Anche dalle parti di Bologna, tutto sereno. Al De Cesari, quasi tutti i clienti abituali sono vaccinati già con la terza dose: «Abbiamo controllato tutto come prima - ha detto Riccardo Cesari, cameriere del locale - il 95% della nostra utenza ha già la terza vaccinazione. Ci capita di chiedere al momento della prenotazione quindi chi non ce l’ha non viene direttamente. È un controllo preventivo, si fa prendere atto alle persone quello che le regole già dicono. La fiducia in certi casi può essere mal riposta. Le app si sono aggiornate automaticamente, la mattina dopo ce la siamo trovata pronta. La questione, semmai, è capire bene come funzionano le diverse regole dal momento che in pochi mesi sono cambiate velocemente. Per fortuna abbiamo diversi consulenti che ci tengono aggiornati».

«Sull’andamento della clientela - continua - oggi forse un po’ presto per fare considerazioni su eventuali effetti negativi del super green pass rispetto alla clientela solamente tamponata. Ma sicuramente se parlano di 6 milioni di non-vaccinati significa che una percentuale di italiani non va al ristorante, il nostro compreso. Ne prenderemo civilmente atto. Anche perché questo è l’unico modo per stare aperti. Il locale ha una capienza massima di 75 persone contro le 120 di prima. Siamo ubicati in centro storico quindi non abbiamo un dehors, che comunque sarebbe difficile da proporre perché il locale insiste su una strada trafficata. In ogni caso, per mangiare fuori adesso bisogna essere dei kamikaze: oggi c’erano 4 gradi». italiaatavola

  

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