sabato 7 giugno 2025

Export agroalimentare negli Usa: +11% nel 2025

 

Export agroalimentare 

negli Usa: +11% nel 2025, 

ma pesa l'incognita dazi

Crescono dell'11% nei primi due mesi del 2025 le esportazioni alimentari Made in Italy verso gli Usa. Ma resta l'incertezza sui dazi e l’effetto italian sounding, con una produzione locale di falsi in continua espansione

    

Nel primo bimestre del 2025 le esportazioni agroalimentari made in Italy verso gli Stati Uniti hanno registrato un incremento dell'11% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Una crescita significativa, che si distingue rispetto al calo generale del 3% rilevato per l'insieme dei settori produttivi italiani. A riferirlo è una analisi di Coldiretti su dati Istat, diffusa in occasione di Tuttofood, la manifestazione dedicata all'agroalimentare in corso alla Fiera di Milano Rho, presso lo stand C07 del Padiglione 14.

Export agroalimentare negli Usa: +11% nel 2025, ma pesa l'incognita dazi

Nei primi due mesi del 2025 le esportazioni agroalimentari italiane verso gli Usa sono cresciute dell'11%

Il mese di febbraio, in particolare, ha segnato una crescita del 14%, in controtendenza rispetto al calo del 10% riscontrato nei comparti non alimentari. Secondo Coldiretti, tale dinamica è legata a un fenomeno di “anticipo” degli acquisti da parte degli operatori americani, preoccupati dai possibili nuovi dazi minacciati da Donald Trump, attualmente sospesi ma già annunciati in campagna elettorale e poi fissati - prima a quota 20%, successivamente dimezzati e congelati per 90 giorni.

Export negli Usa: formaggi in rialzo, 

vino tra ripresa e contrazione

La situazione varia notevolmente a seconda della filiera. Il comparto del vino, che rappresenta la prima voce dell'export agroalimentare italiano verso gli USA, mostra andamenti contrastanti. Alcune cantine riferiscono una ripresa delle vendite, mentre altre segnalano una flessione, almeno in termini di volumi. Un elemento comune resta comunque l'incertezza, alimentata dall'instabilità delle decisioni politiche statunitensi.

Per quanto riguarda i formaggi, si evidenzia una dinamica decisamente più positiva. Il Consorzio del Grana Padano segnala infatti un aumento dell'11% nelle esportazioni verso gli Stati Uniti nei primi mesi dell'anno, una performance che supera quella complessiva del settore agroalimentare. Più incerta, invece, la situazione per le conserve di pomodoro, anche alla luce del previsto calo produttivo in California e delle incertezze sulla campagna cinese.

Coldiretti: «Serve evitare un muro contro muro»

«Nonostante le tensioni commerciali - ha dichiarato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti - è evidente che il lavoro fatto negli ultimi anni sulla promozione del cibo italiano negli Stati Uniti ha portato risultati. Ora bisogna fare il possibile per evitare un muro contro muro che danneggerebbe tutti». Anche il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, ha sottolineato come «gli Stati Uniti rappresentino un mercato chiave per l'Italia. Il contesto geopolitico è cambiato radicalmente rispetto a pochi anni fa e le tensioni commerciali possono avere ripercussioni pesanti. Per questo serve mantenere aperto il dialogo a livello europeo».


L'italian sounding cresce e preoccupa

Resta alta l'attenzione sul fenomeno dell'italian sounding, ovvero la produzione e commercializzazione di prodotti che imitano quelli italiani nel nome o nella confezione, ma non hanno nulla a che vedere con la nostra filiera. A Tuttofood è stata allestita una mostra Coldiretti che mette a confronto alcuni simboli del Made in Italy con le loro imitazioni statunitensi. Secondo l'analisi Coldiretti su dati del Dipartimento dell'Agricoltura statunitense (Usda), negli Stati Uniti si producono annualmente circa 2,7 miliardi di chili di formaggi italiani “tarocchi”. In dettaglio, si tratta di 222 milioni di chili di Parmesan170 milioni di Provolone23 milioni di Pecorino Romano, oltre a quasi 2 miliardi di mozzarella, a cui si aggiungono ulteriori varietà italian style come il cosiddetto “Friulano”.

Export agroalimentare negli Usa: +11% nel 2025, ma pesa l'incognita dazi

Negli Stati Uniti il fenomeno dell'italian sounding riguarda circa 2,7 miliardi di kg di formaggi

La produzione si concentra prevalentemente in Wisconsin, California e New York e ha ormai superato in volume quella dei formaggi statunitensi autentici come Cheddar, Colby, Monterrey o Jack. Il problema, però, non si limita ai latticini. L'italian sounding coinvolge anche i salumi più noti come il Prosciutto di Parma e San Daniele, la mortadella Bologna, il salame Milano e naturalmente anche il vino, dove imitazioni e denominazioni evocative si moltiplicano.

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