Settimane di incertezza per il mercato dei piselli, tra raccolti in arrivo e nuove mosse sul fronte delle regolamentazioni commerciali. I prezzi viaggiano a velocità diverse nei principali mercati mondiali: in Nord America la situazione è mista, in Europa i raccolti sono in calo, mentre l'India sorprende tutti con una decisione che smentisce le attese degli operatori.
Secondo le analisi settimanali di Areté, in Nord America si attendono dinamiche produttive contrastanti: il Canada dovrebbe registrare un incremento del raccolto del 4% rispetto al 2024, mentre negli Stati Uniti si prevede una contrazione dell'8%. In questo contesto, tra maggio e inizio giugno i prezzi medi mensili in Saskatchewan hanno subito una flessione sia per i piselli gialli (-4%) che per quelli verdi (-1%). Tuttavia, negli Stati Uniti il trend ribassista che aveva segnato i piselli verdi da febbraio ha improvvisamente rallentato, con un +11% registrato nell'ultimo mese.
In Europa, dove le previsioni parlano di un calo della produzione del 9%, il mercato si muove con maggiore prudenza. Le quotazioni si sono mantenute sostanzialmente stabili per i piselli verdi, mentre i gialli hanno perso il 4% sul fronte dei prezzi. Questo andamento riflette una generale incertezza, alimentata anche dalle prospettive sui flussi di scambio per la prossima campagna.
Il Canada, in particolare, si troverà a fare i conti con una concorrenza più agguerrita sui mercati esteri. Da un lato, la Cina ha imposto dazi del 100% sulle importazioni, rendendo più difficile l'accesso a un mercato chiave; dall'altro, la produzione della Russia - stimata intorno ai 5 milioni di tonnellate - segna un +30% rispetto al deludente raccolto dell'anno precedente, rimescolando le carte nella geografia dei grandi esportatori.
Sul fronte dell'India, invece, arriva una mossa che ha colto di sorpresa molti analisti: “La recente decisione dell'India per prorogare l'esenzione dai dazi sulle importazioni di piselli gialli fino a marzo 2026 ha smentito le attese degli operatori che prevedevano una reintroduzione a breve termine delle tariffe.” Un segnale chiaro di apertura, che potrebbe influenzare gli equilibri internazionali dei prossimi mesi, soprattutto considerando l'impatto diretto che le politiche tariffarie possono avere sulla direzione dei flussi commerciali e sui margini degli operatori.
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