Italia primo espositore straniero,
Usa Paese "d'onore", e il 26%
dei 48.000 visitatori complessivi
attesi dalla Cina. Ecco Vinexpo 2015
Italia primo espositore straniero dopo la Francia, Usa "Paese d'onore"
(con il lancio della partnership con la rivista enoica più diffusa al mondo, "Wine Spectator"), oltre 48.000 visitatori attesi da 120 Paesi del mondo, di cui il 26% dall'Asia, dalla Cina in particolare, e il 17% dalle Americhe: ecco, in estrema sintesi, gli atout di Vinexpo 2015, di scena a Bordeaux dal 14 al 18 giugno (www.vinexpo.com), presentato oggi dal dg Guillaume Deglise a Milano, con tante novità, in vista.
"Abbiamo passato molto tempo ad ascoltare i nostri espositori, perché il mercato è sempre più globale, evolve e dobbiamo saperne cogliere cambiamenti e sfide, affinché Vinexpo rimanga una piattaforma al servizio degli operatori del settore", spiega Deglise. Tante le novità dell'edizione 2015, nella logistica e anche in qualche format, come "Les Terrace", nuovo spazio espositivo che si affaccia sul lago del quartiere, e dove tra i protagonisti ci sarà anche il Belpaese, con una occupata "da Tenute Piccini, e una dall'"Italian Signatures Wine Academy", consorzio di 5 marchi importanti del calibro di Allegrini, Fontanafredda, Feudi di San Gregorio, Planeta e Frescobaldi, con quest'ultimo che torna a Vinexpo dopo molti anni", sottolinea Deglise. Ma, come detto, grande attenzione sarà dedicata agli Usa, anche grazie alla partnership con "Wine Spectator", "con il quale organizzeremo un convegno sulle dinamiche del mercato americano, ma anche una serie di degustazioni, che vedranno in "joint venture" vini statunitensi e di altri Paesi del mondo, come quella tra il Solaia di Antinori e Col Solare, cantina dello stato di Washington nata dalla collaborazione tra la stessa Antinori e la californiana Château St. Michelle, per esempio".
Ed ancora, tra le novità, gli "One to Wine Meetings", servizio su misura dove i produttori espositori potranno chiedere quali importatori e distributori contattare, "con un'agenda che sarà organizzata e gestita da Vinexpo", spiega il dg, e poi l'"Academy", con più di 80 eventi e degustazioni "per un giro del mondo del wine & spirits in 5 giorni con i più importanti esperti e winemaker del pianeta. Senza dimenticare i "Tasting Flights", area attrezzata con 180 vini al bicchiere (serviti con la tecnologia italiana di Enomatic, ndr) "per consentire ai buyer di degustare nello stesso spazio vini della stessa categoria ma di regioni diverse e prezzi diversi, su tre tipologie che abbiamo scelto in base alle tendenze del mercato: rosè, sparkling e vini dolci". E, altra curiosa novità, la rivisitazione della ristorazione, con, tra gli altri, il bistrot "110 de Taillevente", concept del ristorante tristellato parigino "Le Taillevent", con 110 vini al bicchiere da tutto il mondo, "ma ci sarà anche la possibilità per i produttori di mangiare con i propri ospiti in uno degli altri ristoranti, come quello gourmet curato da "Potel & Chabot", portando la propria bottiglia di vino senza nessun costo aggiuntivo. "E poi un fuori salone serale pensato come momento di incontro e relazione informale, il "The Blend", nell'Hangar 14, sulle sponde della Garonna".
Insomma, tante innovazioni di concept, ma tutte dedicate al business e al mercato che, come accade da anni, è stato al centro dello studio realizzato da Vinexpo in collaborazione con International Wine & Spirits Research (www.theiwsr.com), "che con 20 analisti in giro per il mondo intervista distributori e buyer, per una fotografia sul mercato reale", ha spiegato Deglise". Un mercato, quindi, che se dal 2009 al 2013 è cresciuto del 2,7% a livello mondiale, con un consumo di 2,6 miliardi di casse da 9 litri (oltre 31,7 miliardi di bottiglie), dal 2014 al 2018 crescerà ancora dell'1%, per arrivare a 2,7 miliardi di casse. Una crescita che in buona parte sarà trainata dal boom delle bollicine (Prosecco e Cava in testa, ma anche Champagne che dopo qualche anno di calo dovrebbe riprendere a correre), che entro il 2018 vedranno la propria quota di mercato passare dall'8% all'8,9% del consumo complessivo di vino.
Un consumo che oggi vede al top, come Paese, gli Stati Uniti, cresciuti dell'11,3% tra il 2009 e il 2013, e la cui crescita è stimata in un altro è11,3% da qui al 2018, quando dovrebbero essere sfiorati i 378 milioni di casse da 9 litri. Con l'Europa che rappresenterà ancora la stragrande maggioranza del mercato enoico mondiale, con il 78% dei consumi del 2013, che però scenderanno al 76% nel 2018. Anno che vedrà ancora, al secondo posto dei consumi complessivi, la Francia, con 288 milioni di casse, ma in calo, così come l'Italia, che perderà la posizione n. 3 a favore della Germania, e si posiziona appena davanti alla Cina che, nonostante la stretta e l'austerity degli ultimi anni, vedrà crescere i consumi di un ulteriore 24,8%, dopo il + 63,3% del periodo 2009-2013. "Ma attenzione - avverte Guillaume - oltre l'80% del vino consumato in Cina è prodotto dentro la Grande Muraglia. Anche se i margini ci sono, eccome, visto che siamo ad un consumo procapite di appena 1,5 litri all'anno".
Un parametro, quello dei consumi procapite che, nonostante il calo dei consumi che ha colpito l'Italia (così come tutti i Paesi produttori storici, come Francia e Spagna), vede il Belpaese saldamente in testa, con 48,1 litri di vino a testa bevuti ogni anno, secondo Iswr, davanti a Francia (47,4%) e Svizzera (42,8%). Paesi, però dove le previsioni sono tutte in calo in vista del 2018, ed ecco perché si punta su mercati come quello americano, asiatico, ma anche inglese, russo, tedesco e anche africano, per crescere ancora. Al punto che se nel 2013 il 29,5% delle bottiglie di vino bevute nel mondo è stato di vino importato, per 720 milioni di casse, entro il 2018 questo tipo di consumo crescerà di un ulteriore 6,1%.
Capitolo a parte quello delle bollicine, il cui consumo è previsto in crescita in tutti i primi 5 Paesi consumatori (nell'ordine Germania, Francia, Russia, Usa e Uk.
L'Italia, in particolare, secondo lo studio, oggi è il Paese n. 1 per consumo pro capite di vino al mondo, con 48 litri a testa, primo consumatore di vino bianco, primo esportatore mondiale in volume e mercato n. 4, nel complesso, per fatturato. Note liete, ma che non devono ingannare: il successo delle cantine del Belpaese è sempre più inesorabilmente legato alle esportazioni, visto che i consumi interni, già scesi del 5,4% tra il 2009 ed il 2013, sono destinati a diminuire ancora, del 5,1%, tra il 2014 e il 2018.
"Parlando di tendenze generali a livello mondiale - conclude Deglise - si va verso la "premiumizzazione": nei mercati maturi il consumatore vuole gratificarsi con prodotti di qualità a prezzi giusti, un "lusso accessibile" insomma, guardando prodotti di nicchia, anche con un bel packaging; nei mercati più giovani invece questa tendenza è più legata al raggiungimento di uno status symbol, dove si cerca di crescere in prestigio, come accaduto a per esempio con lo Champagne nel mercato Africano, che è in forte crescita e che approfondiremo. Ancora, si assiste ad uno slittamento delle quote di mercato da Ovest ad Est, per motivi demografici, economici e così via. Altro aspetto da considerare è quello della crescita del target femminile, molto importante, e della "generazione Y", che vuole distinguersi da quelle più anziane, è alla ricerca del vivere bene, del prodotto di nicchia e delle informazioni su quello che c'è nel bicchiere, perché vuole essere più indipendente nelle scelte e meno fedele alle marche". Ennesimi segnali di un mercato globale del vino in evoluzione, che sarà al centro di Vinexpo, con l'Italia protagonista.
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