L’ITALIA DEL VINO METTE A SEGNO
UN ALTRO RECORD. IL COMMENTO
DEI PROTAGONISTI DEL SETTORE
I dati definitivi resi noti oggi dall’Istat sull’export enologico 2014 evidenziano un ulteriore piccolo
progresso del valore e una tenuta dei volumi delle esportazioni italiane di vino nel mondo. Cosa è cambiato rispetto agli ultimi 7-8 anni? Cosa si può fare per mantenere la leadership e cosa può fare la politica per agevolare gli scambi? Vinitaly lo ha chiesto a Domenico Zonin (presidente Unione Italia Vini), Sandro Boscaini (presidente Federvini), Riccardo Ricci Curbastro (presidente Federdop) e a due membri del Comitato scientifico del Padiglione Vino all’EXPO 2015: Riccardo Cotarella (presidente Assoenologi) e Ruenza Santandrea (presidente Gruppo Cevico)
Verona, 12 marzo 2015 - L’Italia del vino mette a segno un altro record. Lo dice oggi l’Istat, fissando poco sopra 5,11 miliardi di euro il dato definitivo relativo all’export 2014, contro i 5,04 miliardi del 2013. Tiene anche il dato sulle quantità con oltre 20,54 milioni di ettolitri, contro 20,32 dell’anno precedente, e questo nonostante la difficilissima congiuntura di mercato.
Per capire le dinamiche che hanno portato a questo risultato e quali scenari si prospettino per l’immediato futuro e nel medio periodo, quali siano i Paesi sui quali continuare ad investire e il ruolo della politica negli scambi internazionali, Vinitaly (22-25 marzo 2015 - www.vinitaly.com) ha intervistato alcuni dei protagonisti del sistema vitivinicolo italiano: Domenico Zonin, presidente Unione Italiana Vini – Uiv; Sandro Boscaini, presidente Federvini; Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdop; Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi e presidente del Comitato scientifico del Padiglione Vino – A taste of Italy all’Expo 2015; e Ruenza Santandrea, presidente Gruppo Cevico e membro del Comitato scientifico del Padiglione vino.
Queste le domande:
• L’export enologico italiano ha registrato negli ultimi 20 anni e in particolare negli ultimi 7-8 anni performance straordinarie, soprattutto in termini di valore, e questo nonostante la crisi economica mondiale. Diverso l’andamento del 2014. Cosa dobbiamo attenderci per il 2015 e nel medio periodo?
• Negli ultimi anni come è cambiato il mercato internazionale? Quali le promesse mancate e quali invece i mercati su cui concentrarsi nei prossimi anni? Quale peso ha la politica nell'influenzare l'export di vino nel mondo, non solo di vino italiano?
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