martedì 15 marzo 2016

MAI TANTO MADE IN ITALY



Non si è mai consumato

tanto Made in Italy



Il fatturato dell’agroalimentare italiano
nell’anno di Expo raggiunge i 125miliardi sotto la spinta del record storico delle esportazioni e della ripresa dei consumi interni

Torna a salire nel 2015 il fatturato dell’agroalimentare italiano, che nell’anno di Expo raggiunge i 125 miliardi sotto la spinta del record storico delle esportazioni e della  ripresa dei consumi interni. L’agroalimentare è il secondo comparto manifatturiero

Made in Italy che svolge però un effetto traino unico sull’intera economia per l’impatto positivo di immagine sui mercati esteri dove il cibo Made in Italy è sinonimo di qualità.

È quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata in occasione della firma del protocollo d’intesa ‘Diamo credito all’agroalimentare italiano”.


Non si è mai consumato così tanto Made in Italy alimentare nel mondo dove nel  corso del 2015 è stato raggiunto il record storico delle esportazioni pari a circa 36  miliardi di euro (+7%). La fame d’Italia all’estero si è fatta sentire – precisa la  Coldiretti – con aumenti che vanno dall’11% per l’ortofrutta al 10 % per l’olio di oliva dal +9% per la pasta al +6% per il vino che ha realizzato il record storico con un preconsuntivo annuale di 5,4 miliardi di fatturato realizzati oltre i confini nazionali,

secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi ai primi 10 mesi del 2015.
 Un andamento certamente favorito dalle condizioni economiche positive dovute alla ripresa internazionale e ai tassi di cambio favorevoli su mercati importanti come quello statunitense ma che è la conferma delle grandi opportunità presenti.

“L’Italia ha saputo cogliere l’opportunità di Expo per raccontare al mondo il modello agroalimentare e i suoi valori unici” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’agricoltura italiana è diventata la più green d’Europa

con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la più vasta rete di aziende

agricole e mercati di vendita a chilometri zero, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi

genticamente modificati”.

La svolta si è fatta sentire anche all’interno dei confini nazionali dove è tornata la dieta mediterranea con un aumento che va dal 4% negli acquisti di frutta al 17% per quelli di olio di oliva ma cresce anche la spesa anche per il pesce (+5%), per gli ortaggi freschi e per la pasta secca (+1%), in netta controtendenza rispetto agli anni

della crisi dove si era registrato un drastico crollo.

I consumi alimentari degli italiani nel 2015 dopo sette anni di calo – conclude la Coldiretti – tornano a salire debolmente dello 0,3% ma con un deciso orientamento a privilegiare cibi salutari per una maggiore consapevolezza dello stretto rapporto tra

alimentazione e benessere, secondo elaborazioni su base dei dati Ismea relativi ai  primi nove mesi del 2015. Una domanda di qualità e distintività che – precisa la Coldiretti – potrà essere sostenuta sul piano produttivo anche dagli importanti

investimenti realizzabili da quest’anno. 
                                                                                                      

Ardea Velikonja

Panorama Edit

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