L’alimentazione può aiutare
a migliorare le capacità intellettive?(1)
Un progetto di
ricerca dell’Unione Europea
sta cercando di individuare quali sono i nutrienti
specifici che possono influenzare lo sviluppo cerebrale e le prestazioni di
neonati, bambini e adolescenti
La dieta che ci fa diventare più intelligenti
La dieta che ci fa diventare più intelligenti
PICO DELLA MIRANDOLA |
delle eccellenti
doti mentali, quali sono l’intelligenza e la memoria, e le leggende e i
miti di tutti i
popoli della terra nominano personaggi che erano eccezionalmente dotati
in questo senso.
Non solo, siamo a conoscenza di personaggi reali del passato e del presente
particolarmente dotati in questo senso e li invidiamo e adoriamo.
Allora è chiaro
che l’uomo è andato sempre alla ricerca di rimedi “miracolosi” che
avrebbero potuto
incrementare queste capacità in modo provvisorio o duraturo,
possibilmente
senza compiere troppi sforzi. In questo articolo non tratto la questione
dei farmaci,
droghe e spezie, alla quale semmai dedicherò un altro pezzo, ma mi
riserverò di
trattare l’argomento “alimentare”, ovvero di vedere un po’ se, alla luce
delle conoscenze
scientifiche attuali, esistono degli alimenti per i quali si può dire che
hanno una certa
capacità di incrementare alcune funzioni mentali producendo effetti
positivi e
durevoli sui neuroni del cervello, responsabili delle nostre prestazioni
intellettive.
Effettivamente,
le ricerche sull’argomento abbondano, ma non sono molte quelle fatte
in modo serio
secondo tutti i canoni della scienza, poiché ci stanno dietro soprattutto
interessi di
tipo commerciale e con queste ricerche si vuole in un certo senso
“ingannare” le
persone ingenue.
Mangiare bene
Ormai è chiaro,
senza ombra di dubbio che nutrirci in modo adeguato è essenziale per
la crescita, lo
sviluppo e il benessere dell’organismo; ma mangiare bene è anche una
delle strategie
migliori per il buon funzionamento del nostro cervello, che richiede
ogni giorno
nutrienti proprio come i nostri muscoli, la nostra pelle e le nostre ossa;
pur rinnovandosi
solo al livello molecolare, si ricostruisce in continuazione e quando
mangiamo
forniamo i materiali affinché tutto ciò avvenga.
Ci sono alcuni
nutrienti che possono incidere più di altri sulle funzioni del nostro
cervello
sull’abilità cognitiva, sulla memoria, l’apprendimento o le emozioni? Un
progetto di
ricerca dell’Unione Europea sta cercando di individuare quali sono i
nutrienti
specifici che possono influenzare lo sviluppo mentale e le prestazioni di
neonati, bambini
e adolescenti.
Ecco cosa ne
dice la nutrizionista Elisabetta Bernardi, ricercatrice inclusa nel
suddetto
progetto: “Come le altre cellule dell’organismo, le cellule cerebrali
utilizzano il
glucosio come fonte di energia. Quest’energia deriva dagli alimenti che
assumiamo; il
cervello è affamato di energia perché pur rappresentando soltanto il 2%
dell’organismo,
divora ben il 20% dell’energia proveniente dagli alimenti. Oltre
all’energia,
divora anche nutrienti, come si sta studiando all’Università di Milano”.
Gli «alleati»
La nutrizione,
nelle fasi precoci della vita, può incidere sulle abilità cognitive
successive. Per
esempio, si ritiene che i folati, contenuti in grandi quantità in verdure,
broccoli, agrumi
e uova, debbano essere assunti già da quando si programma una
gravidanza,
perché si è osservato che quando le mamme li assumono i bambini hanno
minori problemi
comportamentali, migliori competenze sociali e una ridotta
iperattività. I
folati sono importanti anche per gli adulti perché il loro consumo è
legato a
risultati migliori in test di memoria, nella velocità di risoluzione di
problemi e
nella fluidità
verbale.
Altri nutrienti
da tenere sotto controllo
sono il ferro, la cui carenza in gravidanza
modifica la struttura della cellula
cerebrale,
lo iodio, la cui carenza porta a ridotte
capacità
intellettive e potrebbe
determinare delle anormalità irreversibili
nello sviluppo
cerebrale, e lo zinco,
essenziale per il normale sviluppo
cognitivo. Ferro e zinco sono presenti
in
una forma molto assimilabile nella carne,
lo iodio nel sale iodato e nel
pesce. Il
pesce è però necessario in tutte le fasi della vita perché fornisce i
preziosi Omega
3, grassi strutturali dei neuroni, essenziali per la trasmissione
dell’informazioni
tra le cellule cerebrali.
Vediamo cose ne
dice anche il prof. Carlo Agostoni (Dipartimento di Scienze cliniche
e di Comunità,
Università di Milano): “Il cervello del bambino ha una struttura che
nell’ultimo
trimestre della vita fetale si arricchisce molto di queste molecole come il
DHA che sono gli
acidi grassi molto insaturi, che hanno una struttura fluida che
permette una
migliore trasmissione dell’impulso nervoso, e nel caso del DHA,
soprattutto
delle vie visive, ma anche al livello della corteccia prefrontale che è quella
dedicata
all’intelligenza vera e propria.”
Il DHA è
talmente fondamentale nelle prime fasi di crescita che l’organismo fa di
tutto perché sia
presente nel latte materno, infatti se la mamma non consuma quantità
sufficienti di
alimenti che lo forniscono, per produrre un latte idoneo va a prenderlo
nell’organo dove
ce n’è di più, il cervello. La mamma rischia così una perdita di
massa cerebrale
fino al 3%, legata poi, sembra, all’insorgenza della depressione post-
partum.
Il DHA
contribuirà però a costruire nel bambino, membrane dei neuroni più fluide,
più flessibili e
cellule cerebrali in grado di comunicare più efficientemente l’una con
l’altra perché
diventa più facile il compito dei neurotrasmettitori.
I «nemici»
Se ci sono
alimenti che fanno bene al cervello, ce ne sono altri deleteri per la funzione
dei neuroni. Una
dieta troppo ricca di grassi saturi, zuccheri e quindi ipercalorica, può
danneggiare,
attraverso i radicali liberi, le strutture cerebrali come le sinapsi e ridurre
le funzioni
cognitive. Ciò che è stato visto essere efficace per le funzioni del nostro
cervello è uno
stile di vita complessivamente sano come seguire la dieta mediterranea
e fare del
movimento con costanza. Ma, e lo devo ribadire, questi consigli funzionano
solo se si
mantiene una certa costanza e coerenza nell’applicarli e non si creda che
mangiando non so
che cosa si possa trasformare di colpo una persona dalle capacità
medie, o sotto
la media, in un genio.
Da anni ormai si
sa che le capacità intellettive sono qualcosa che in gran parte è innata
nelle persone e
sulle potenzialità innate si innestano fattori ambientali, quali possono
essere un
ambiente stimolante, una scolarizzazione di buona qualità, la motivazione al
successo ed
altri fattori personologici, come ho già più volte esposto in altri scritti.
Non si creda che
sia sufficiente farsi una grande scorpacciata di alimenti per la mente
prima di affrontare
un esame per superarlo. Il massimo che si può ottenere è una poco
sana
indigestione. (1
continua)
Denis Stefan
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