Dalle anfore ai vigneti,
fino al tonno
Sulle antiche monete
la storia del cibo
Numismatica e cibo, quale rapporto e quale simbologia lega le monete antiche ad alimenti e vino? Ne parliamo con il professor Daniele Castrizio titolare della cattedra di numismatica all'Università di Messina: «È maggiormente il vino ad essere raffigurato sulle monete, in particolare le zone di produzione»
Eroi e guerrieri, simboli di libertà, giustizia, democrazia, profili di re e imperatori: queste sono le immagini che siamo soliti vedere raffigurate sulle monete, dalle più antiche fino a quelle odierne. Ma anche il cibo e il vino sono stati, in particolare nell’antichità, simboli forti dell’identità di un territorio e scelti per rappresentarli. Oggi la numismatica ne studia le origini e le ragioni.
«La numismatica può essere strumento di narrazione del cibo», ci racconta Daniele Castrizio, docente di numismatica all’Università di Messina. «Sino ad ora è stata usata principalmente per lo studio della storia delle armi, dei gioielli, del vestiario, per quanto riguarda i riferimenti agli alimenti siamo all’inizio. È maggiormente il vino ad essere raffigurato sulle monete, in particolare le zone di produzione. Va infatti ricordato che i soggetti raffigurati sulle monete hanno valore simbolico più che essere la fotografia di quanto la città che le conia voglia rappresentare, come nel caso delle anfore sulle monete delle “polis” magno-greche».
Un interessante e originale studio ha permesso di scoprire una reale similitudine tra la numismatica e il tonno. «Quando troviamo rappresentato su di una moneta un tonno - spiega il professor Castrizio - troviamo conferma che in quell’area esisteva una tonnara. Piena coincidenza tra fonte e rappresentazione. Non dimentichiamo che il tonno era l’unico pesce che si poteva sacrificare agli Dei, per via del sangue particolarmente scuro. Gli altri pesci non erano sacrificabili».
Daniele Castrizio
Gli esperti numismatici di Castrizio hanno anche incrociato il proprio sapere con quello dei biologi guidati dal professor Salvatore Giacobbo. Si pensava infatti che alcune raffigurazioni fossero frutto della fantasia, piuttosto che di fonti certe. «I colleghi biologi sono scesi nel dettaglio, codificando attraverso la “tassonomia” i diversi tipi di grano o di orzo, la precisa razza di capre o di altri animali, dimostrando che le monete sono nella quasi totale maggioranza raffigurazione veritiera delle fonti».
Le figure numismatiche sono anche testimonianza e rappresentazione del territorio, una zona particolare per osservare questo rapporto è quella di Naxos, in Sicilia, dove è frequente la presenza della vite, o quelle di Vibo e della Locride dove sulle antiche monete compaiono anfore vinarie. Anche nella scelta del cibo da raffigurare ciascun territorio ha scelto di sottolineare il proprio carattere, in particolare nel settore dell’allevamento.
di Andrea Radic
vicedirettore
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