giovedì 24 agosto 2017

Scavi di Pompei, al via i lavori

Scavi di Pompei, 

al via i lavori
Sicurezza da rischio 

idrogeologico

Parte il cantiere di messa in sicurezza dei fronti di scavo interno alla città antica e l'intervento di mitigazione da rischio idrogeologico. Entro due anni, completa la messa insicurezza del sito archeologico. «Il più grande intervento nell’area non scavata di Pompei dal dopoguerra», ha dichiarato il direttore generale Osanna


Entro il 2019 l’area archeologica di Pompei sarà interamente consolidata. È stato infatti avviato il cantiere di messa in sicurezza dei fronti di scavo, ovvero l’area di circa 22 ettari che circonda la parte del sito archeologico già riportata alla luce. Hanno ripreso a funzionare i cantieri della Regio I, II e III, precedentemente bloccati a causa di un ricorso al Tar. Oltre 2 chilometri di muri antichi saranno oggetto di messa in sicurezza, mentre l’area non scavata alle spalle dei fronti di scavo, nelle Regiones I-III-IV-V-IX, sarà oggetto di intervento di mitigazione del rischio idrogeologico, che assicurando un adeguato drenaggio del suolo consentirà di ridurre la spinta del terreno sui muri antichi, problema particolarmente insistente nel periodo delle piogge.

Scavi di Pompei, al via i lavori Sicurezza da rischio idrogeologico

Tra gli interventi in programma il grande cantiere prevedrà anche un vero e proprio scavo nella Regio V, il cosiddetto “cuneo” (un’area di oltre 1000 m² nella zona posta tra la casa delle Nozze d’Argento e gli edifici alla sinistra del vicolo di Lucrezio Frontone), che nella condizione attuale costituisce un elemento di debolezza del pianoro dal punto di vista idrogeologico. Lo scavo porterà in luce strutture e reperti di ambienti privati e pubblici che contribuiranno ad arricchire la conoscenza del sito e lo stato di avanzamento della ricerca archeologica. A tale scopo sul pianoro delle Regiones IV e V, dove è in corso l’allestimento dell’area logistica, è in programma anche l’installazione di un laboratorio di studio archeologico dei reperti che saranno rinvenuti e un deposito per la loro conservazione temporanea.

«Si tratta del più grande intervento nell’area non scavata di Pompei dal dopoguerra», dichiara Massimo Osanna, direttore generale del Parco archeologico di Pompei. «Finora si era sempre proceduto per piccoli interventi di tamponamento sui fronti di scavo, nei punti più critici. Adesso si procederà in maniera radicale al consolidamento dei fronti e a risolvere il problema dell’acqua che si accumula nei terreni esercitando pressione sulle pareti e sulle facciate delle domus portati alla luce, che hanno finito per costituire una sorta di argine di contenimento dei terreni che impregnati di acqua piovana vi esercitavano pressione esponendoli al pericolo di cedimento».

L’intervento, che rientra nel Grande Progetto Pompei, durerà circa 2 anni. I lavori procederanno per sottocantieri al fine di continuare a garantire la fruibilità del sito. Periodicamente verranno forniti aggiornamenti sull’avanzamento dei lavori.
italiaatavola

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