Somministrazione
in locali pubblici
Fipe chiede regole
uguali per tutti
La 9ª commissione Agricoltura e Produzione agroalimentare del Senato, in merito alla valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari di origine locale, ha incontrato le diverse delegazioni di settore.
Il 10 ottobre, in sede di Ufficio di presidenza, si è svolta l’audizione informale che ha visto presenti i rappresentanti della Fipe - Federazione italiana pubblici esercizi e Futuro Agricoltura.«La ristorazione - ha dichiarato il presidente Fipe Lino Stoppani - è un settore che rafforza il brand Italia e che attira il turismo, oltre a essere una vetrina per le stesse produzioni agricole, ma spesso siamo oggetto di provvedimenti normativi discutibili. Le criticità del nostro settore riguardano liberalizzazioni, abusivismo di sagre e feste, le numerose aperture al mondo agricolo come quelle riguardanti la vendita diretta e il consumo immediato dei prodotti in loco. Non è possibile che ci siano aperture anche in materia di somministrazione che è il nostro lavoro».
Lino Stoppani
«Siamo felici che il disegno di legge valorizzi le eccellenze del territorio - ha commentato il direttore generale Roberto Calugi raggiunto da Italia a Tavola - ma in tema di somministrazione abbiamo sottolineato il fatto che chi la applica, come fanno i pubblici esercizi, si deve adeguare a tutti gli adempimenti amministrativi previsti dalla legge. Se non ci fosse un allineamento il rischio sarebbe una distorsione del mercato». In pratica la Fipe chiede alla politica regole uguali per tutti in caso di somministrazione, rimarcando la sostanziale differenza tra pubblici esercizi e produzione agroalimentare. «La ristorazione - ha annotato Calugi - ogni anno spende in prodotti agroalimentari 20 miliardi di euro». Come dire, a ognuno il suo mestiere.Questa la posizione dei rappresentati di Futuro Agricoltura. «È indispensabile la concertazione di tutte le forze istituzionali e le associazioni professionali di categoria per la tutela e la valorizzazione delle piccole produzioni locali. Fondamentale anche il lavoro delle sigle sindacali di categoria come collettori all’interno di questo mondo per promuovere le attività di supporto e di sviluppo a livello territoriale. Se vogliamo che le piccole produzioni locali diventino forti e competitive all’interno del mercato è però necessario rafforzare la formazione e promuovere campagne informative così da avere un reale impatto e aumentare la consapevolezza del consumatore».
di Gabriele Ancona
vicedirettore
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