Distretti lombardi
del cibo
Investimenti
per 70mila euro
Da "agricoli" a "del cibo". Il cambio di denominazione, per queste realtà della Lombardia, non è solo semantico, ma anche di sostanza e di obiettivi.
La Regione ha infatti approvato la delibera con cui si stabilisce la riclassificazione dei Distretti agricoli in Distretti del cibo, uno strumento di programmazione territoriale rilanciato da una recente legge nazionale, per garantire ulteriori risorse e opportunità per la crescita di filiere e territorio.
Fabio Rolfi
«Crediamo molto in queste realtà, che promuovono non solo una filiera, ma un’intera area territoriale caratterizzata da determinati prodotti o da specifiche vocazioni - commenta l'assessore all'agricoltura Fabio Rolfi - Questi strumenti consentiranno l'accesso a contributi e benefici, per permettere alle nostre aziende agroalimentari di lavorare in maniera ancora più efficace in una logica di filiera, implementando le ricadute sulle realtà meno conosciute nei nostri 1.500 comuni. «Con un investimento di 70.000 euro - aggiunge l'assessore - la Regione Lombardia si accolla i costi per mantenere validi gli accreditamenti già avvenuti dei Distretti e per riconfermare i Distretti di filiera del settore florovivaistico. È fondamentale avere sul territorio realtà innovative e performanti, per costruire progetti di sviluppo migliori e per valorizzare davvero le connessioni tra imprese, cittadini, associazioni e Istituzioni».
Nel futuro gli amministratori intendono altresì sostenere la progettazione dei Distretti con fondi specifici nell'intento di aumentare la competitività agricola e rurale. Dopo gli adeguamenti normativi del Testo Unico sull'Agricoltura, attuati dal Consiglio regionale nel dicembre scorso, con questa delibera il Pirellone mette a disposizione risorse e fornisce ulteriori opportunità di crescita per i Distretti del cibo, riconoscendo i Distretti agricoli già accreditati. Complessivamente i distretti del cibo e di filiera sono 17 nelle province di Bergamo, Varese, Pavia, Lodi, Milano, Brescia, Mantova, Cremona e Sondrio.
di Renato Andreolassi
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