Menu stagionali
e prodotti esclusivi
Una nuova leva
per il marketing
La possibilità di accedere ad offerte a tempo limitato, nella ristorazione come in altri settori, può riaccendere il desiderio di spendere, soprattutto tra i più giovani.
Un’emergente leva di marketing, atta a far lievitare il gradimento dei clienti acquisiti e ad incrementare il numero di quanti clienti si accingono a diventarlo, è la cosiddetta Lto, acronimo che sta per Limited Time Offer, ovvero un’offerta limitata nel tempo. Insomma, uno sconto? Assolutamente no, non almeno come lo si intende di solito.
Proviamo a dare un’articolata definizione di “Offerta a tempo limitato”: “Una voce di menu speciale e/o un insieme di voci di menu disponibili per un breve periodo chiaramente definito e inequivocabilmente reso noto ai potenziali fruitori”.
Le offerte a tempo limitato traggono ragione del loro essere anche dalla ritrovata constatazione, così saggia e vera in natura quanto così distorta e resa artificiosamente falsa negli ultimi decenni, della capacità finita. Sì, proprio così: nulla, men che meno il cibo in tutte le sue articolazioni, può essere considerato un bene a capacità infinita. Il cibo, nel suo insorgere fino ad arrivare sul mercato, porta in sé il suo “quantitativo massimo”, poi semplicemente finisce e si tratta di aspettare in molti casi la prossima stagione propizia. È l’amara (ma se fosse dolce in quanto armonica con le leggi di natura ?!) constatazione della distorsione della scarsità.
Nulla di sconvolgente se pensiamo ad una Lto a cui i ristoratori che ambiscono ad erogare qualità sono già adusi: il menu stagionale. L’evoluzione e la pervasività delle Lto, nonché il loro divenire trend e fattore vincente nella ristorazione è anche funzione di quel fenomeno denominato Fomo, letteralmente Fear Of Missing Out, ovvero la paura di restarne fuori. Fuori da un menu particolare, da una pietanza di difficoltosa replicabilità, da una cena con inusuali abbinamenti e da tutto quanto, insomma, esuli dal déjà vu e dal rivivere esperienze rese banalizzate dal loro essere divenute di routine.
Diciamola anche così, allora: Fomo dalla prossima Lto: la paura di essere fuori dalla prossima offerta limitata nel tempo. Questa paura ha trovato il suo impetuoso catalizzatore nel magma dei social media. “Io c’ero”, ma anche “io ci sarò”, inteso come “io potrò esserci” ad una recente/imminente offerta a tempo limitato è fattore distintivo e di reputazione incrementale per quanti si sentono, magari legittimamente, appartenere agli “happy few”, ovvero un piccolo numero di clienti.
E qual è il target, inteso come generazioni individuabili, che brillantemente vive il Fomo? Suvvia, di certo i Millennials, ma anche, e la notizia per certi versi è sorprendente, anche la Gen X, gli attuali “forty (and fifty) and over”. Al momento sembra che le Lto non siano particolarmente attrattive per i Baby Boomers e per la Gen Z.
In coerenza con la trust economy e con i concetti derivati di tracciabilità e trasparenza, una nuova veste di offerta a tempo limitato potrebbe essere data, originale quanto vincente l’approccio, dal considerare un piccolo numero di clienti come panel per un nuovo prodotto da provare insieme e sul quale esprimere giudizi e valutazioni.
Offerte a tempo limitato anche ad intendere la vendita di alcuni prodotti, anche non food, per eventi sapientemente comunicati e non solo non replicabili, ma a cui si accede a numero chiuso.
Insomma le offerte a tempo limitato, che per definizione sono “esclusive” nel senso che provocano l’esclusione dei più che ad esse non potranno accedere. Un nuovo approccio all’esclusivo. Sì, un esclusivo non inteso come “roba per ricchi” e “roba per amici”, ma inteso proprio come “roba per gli smart che sanno cogliere l’occasione (l’offerta) e lo fanno con tempestività essendo in essa insita la ridotta disponibilità (la scarsità intesa come valore). Ed è l’imminente autunno la stagione propizia, tanti e variegati i motivi, a ché il ristoratore dia valevole innesco, sapendole ideare, organizzare, comunicare e realizzare, alle Lto.
Le offerte a tempo limitato invitano i clienti a entrare e consumare
Proviamo a dare un’articolata definizione di “Offerta a tempo limitato”: “Una voce di menu speciale e/o un insieme di voci di menu disponibili per un breve periodo chiaramente definito e inequivocabilmente reso noto ai potenziali fruitori”.
Le offerte a tempo limitato traggono ragione del loro essere anche dalla ritrovata constatazione, così saggia e vera in natura quanto così distorta e resa artificiosamente falsa negli ultimi decenni, della capacità finita. Sì, proprio così: nulla, men che meno il cibo in tutte le sue articolazioni, può essere considerato un bene a capacità infinita. Il cibo, nel suo insorgere fino ad arrivare sul mercato, porta in sé il suo “quantitativo massimo”, poi semplicemente finisce e si tratta di aspettare in molti casi la prossima stagione propizia. È l’amara (ma se fosse dolce in quanto armonica con le leggi di natura ?!) constatazione della distorsione della scarsità.
Nulla di sconvolgente se pensiamo ad una Lto a cui i ristoratori che ambiscono ad erogare qualità sono già adusi: il menu stagionale. L’evoluzione e la pervasività delle Lto, nonché il loro divenire trend e fattore vincente nella ristorazione è anche funzione di quel fenomeno denominato Fomo, letteralmente Fear Of Missing Out, ovvero la paura di restarne fuori. Fuori da un menu particolare, da una pietanza di difficoltosa replicabilità, da una cena con inusuali abbinamenti e da tutto quanto, insomma, esuli dal déjà vu e dal rivivere esperienze rese banalizzate dal loro essere divenute di routine.
Diciamola anche così, allora: Fomo dalla prossima Lto: la paura di essere fuori dalla prossima offerta limitata nel tempo. Questa paura ha trovato il suo impetuoso catalizzatore nel magma dei social media. “Io c’ero”, ma anche “io ci sarò”, inteso come “io potrò esserci” ad una recente/imminente offerta a tempo limitato è fattore distintivo e di reputazione incrementale per quanti si sentono, magari legittimamente, appartenere agli “happy few”, ovvero un piccolo numero di clienti.
E qual è il target, inteso come generazioni individuabili, che brillantemente vive il Fomo? Suvvia, di certo i Millennials, ma anche, e la notizia per certi versi è sorprendente, anche la Gen X, gli attuali “forty (and fifty) and over”. Al momento sembra che le Lto non siano particolarmente attrattive per i Baby Boomers e per la Gen Z.
In coerenza con la trust economy e con i concetti derivati di tracciabilità e trasparenza, una nuova veste di offerta a tempo limitato potrebbe essere data, originale quanto vincente l’approccio, dal considerare un piccolo numero di clienti come panel per un nuovo prodotto da provare insieme e sul quale esprimere giudizi e valutazioni.
Offerte a tempo limitato anche ad intendere la vendita di alcuni prodotti, anche non food, per eventi sapientemente comunicati e non solo non replicabili, ma a cui si accede a numero chiuso.
Insomma le offerte a tempo limitato, che per definizione sono “esclusive” nel senso che provocano l’esclusione dei più che ad esse non potranno accedere. Un nuovo approccio all’esclusivo. Sì, un esclusivo non inteso come “roba per ricchi” e “roba per amici”, ma inteso proprio come “roba per gli smart che sanno cogliere l’occasione (l’offerta) e lo fanno con tempestività essendo in essa insita la ridotta disponibilità (la scarsità intesa come valore). Ed è l’imminente autunno la stagione propizia, tanti e variegati i motivi, a ché il ristoratore dia valevole innesco, sapendole ideare, organizzare, comunicare e realizzare, alle Lto.
di Vincenzo D’Antonio
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