ARoma, l'accordo sullo smart working siglato tra sindacati e associazioni datoriali ha generato preoccupazioni crescenti tra i titolari di bar e ristoranti della capitale, che temono una riduzione significativa del loro giro d'affari. Il prolungamento del lavoro da remoto, pensato per migliorare la viabilità cittadina in vista del Giubileo 2025, rischia infatti di danneggiare i pubblici esercizi, che vedranno un drastico calo di clienti durante la colazione e la pausa pranzo.
Più smart working a Roma: un duro colpo per bar e ristoranti?«Il centro studi della Fipe Roma - analizza il presidente Sergio Paolantoni - ha stimato che lasciare a casa 9mila dipendenti capitolini a cui si aggiungono quelli del settore privato può portare in un solo giorno a una perdita di 50mila caffè, senza contare la pausa pranzo. Pur comprendendo le ragioni, speriamo che questa fase duri poco perché altrimenti per far lavorare un numero di dipendenti da casa rischiano poi di dover licenziare i nostri». È un grido d'allarme quello lanciato dalla Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, che vede nei tagli imposti dallo smart working una minaccia concreta alla sopravvivenza economica di molti locali, già messi alla prova dalla pandemia e dall'inflazione crescente.
Accordo sullo smart working, cosa cambia per Roma: traffico e mobilità
Il protocollo siglato il 10 ottobre prevede che i datori di lavoro delle principali associazioni imprenditoriali, tra cui Unindustria, Confcommercio e Confesercenti, promuovano, dove possibile, accordi aziendali per estendere le giornate di lavoro da remoto. La misura punta a migliorare le criticità legate al traffico, specialmente in un periodo complesso come quello che precede il Giubileo, quando numerosi cantieri saranno ancora attivi e l'afflusso di pellegrini e turisti aumenterà la pressione sulle infrastrutture cittadine.
La strategia è stata accolta positivamente dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che ha sottolineato l'importanza di questa iniziativa per la capitale: «Roma è in un momento cruciale per la sua trasformazione e questo accordo per ampliare lo smart working contribuirà al miglioramento della mobilità e al decongestionamento del traffico in un periodo decisivo. Desidero ringraziare i firmatari e in particolare, le Istituzioni, le organizzazioni sindacali e datoriali per aver condiviso con la struttura commissariale l'importanza di raggiungere un'intesa per il settore privato grazie anche a una ampia convergenza».
Il sindaco di Roma, Roberto GualtieriL'obiettivo è alleggerire il carico su strade e trasporti pubblici, creando meno congestione nelle ore di punta e facilitando i lavori di preparazione per il grande evento religioso. Ma il piano ha sollevato critiche non solo tra i gestori di attività commerciali, ma anche tra chi teme che il ricorso massiccio al lavoro agile possa impoverire l'atmosfera vibrante del centro città, privandolo del flusso quotidiano di lavoratori e della vita che caratterizza i quartieri d'ufficio e i relativi spazi di ristorazione.
Un cambiamento strutturale o temporaneo per Roma?
La questione cruciale che rimane sul tavolo è se questa fase di smart working sarà solo temporanea, fino al termine del Giubileo, o se le aziende decideranno di mantenere un elevato numero di lavoratori in modalità remota anche dopo il 2025. Il protocollo prevede una nuova riunione tra le parti a gennaio 2025, per monitorare l'efficacia dell'accordo e valutare eventuali aggiustamenti, tra cui l'ipotesi di giorni dedicati allo smart working in coincidenza con i grandi eventi previsti durante l'anno giubilare.
Molti, però, guardano con apprensione a questo futuro incerto. Lavorare da casa offre indubbi vantaggi in termini di qualità della vita e di risparmio di tempo per i dipendenti, ma riduce il numero di persone che ogni giorno popolano i centri urbani, portando a un impatto negativo sull'indotto economico. I ristoranti e i bar, in particolare, sono tra i primi a risentire della diminuzione del traffico pedonale e automobilistico.
Più smart working a Roma: le ricadute
su turismo ed enogastronomia
L'impatto dello smart working prolungato non colpisce solo i lavoratori, ma anche il comparto turistico e enogastronomico più in generale. Roma, tradizionalmente meta di turisti provenienti da tutto il mondo, rischia di vedere cambiare il proprio tessuto commerciale. Se da un lato il lavoro agile migliora la mobilità, dall'altro può allontanare il cuore pulsante dell'economia cittadina da aree cruciali come il centro storico e le zone limitrofe, con potenziali ricadute sull'offerta gastronomica e sulle tradizioni locali.
Il rischio è che, in un contesto di smart working diffuso, alcuni dei luoghi più iconici per la ristorazione, dal semplice bar di quartiere fino ai ristoranti gourmet, si trovino in difficoltà, nonostante la presenza costante di turisti. La "forza" di una città come Roma è, infatti, anche nella sua popolazione attiva, che ogni giorno ne vive le strade, i mercati, i ristoranti e i negozi.
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