Un Paese in viaggio: l’Italia piace
sempre di più,
anche fuori stagione
Un’estate chiusa con otto camere vendute ogni dieci disponibili e un autunno già a metà occupazione raccontano la forza di un settore che non conosce sosta. Crescono i flussi stranieri, spinti da Francia e Germania, e aumenta la spesa media giornaliera: il turismo italiano consolida la sua tenuta anche oltre la stagione calda
Archiviata un’estate da otto camere vendute ogni dieci disponibili, il turismo in Italia non conosce tregua. A fine ottobre, con l’autunno ormai nel vivo, gli operatori segnalano infatti che metà delle camere per i prossimi mesi è già prenotata. Un dato che racconta la continuità di un comparto in continuo movimento, capace di attrarre un pubblico sempre più internazionale. A guidare la domanda, Francia e Germania, seguite da Svizzera, Belgio, Paesi Bassi e Austria. È questo il primo quadro tracciato dall’ultima indagine Isnart per Unioncamere ed Enit.
Il nuovo viaggiatore: più attivo, curioso
e legato ai territori
Per il quarto anno consecutivo, il patrimonio storico e culturale si conferma la prima motivazione di viaggio (35% dei turisti), davanti alla facilità di collegamenti (22%) e alla vicinanza geografica (20%). Ma rispetto a quindici anni fa, l’approccio del viaggiatore è cambiato. Chi sceglie l’Italia oggi vuole muoversi, esplorare, vivere esperienze più attive e legate alla vita dei luoghi, dalle tradizioni artigiane alla cucina locale. Lo conferma un dato: il 76% dei turisti ha fatto escursioni, contro il 37% del 2010. Cresce anche la curiosità verso le mete meno note, con il “desiderio di visitare luoghi sconosciuti” salito dall’ottavo al quarto posto tra le motivazioni di viaggio.

E anche i grandi eventi, culturali, sportivi o religiosi, stanno tornando a contare, passando dal 19° al 17° posto. Intanto, è cambiato anche il pubblico - complice anche il caro vita per gli stessi italiani. Infatti, la componente straniera rappresenta oggi il 56% dei pernottamenti estivi (era il 46% nel 2010), e si tratta di viaggiatori mediamente più alto spendenti, con una spesa giornaliera di 86 euro per l’alloggio e 105 euro per tutto il resto: ristoranti, esperienze, trasporti, shopping.
Estate 2025: laghi, terme e città d’arte
in testa alle preferenze
Tra le mete più richieste dell’estate da poco conclusa primeggiano i laghi, con l’84% di camere occupate in agosto e il 77% in luglio, seguiti dalle destinazioni termali (81% e 75%). Le grandi città d’arte si sono confermate solide, con un tasso di riempimento del 78% in agosto e del 74% in luglio, seguite dalla montagna (77% e 71%). Secondo i dati di “Location Intelligence”, in Italia sono stati monitorati 32,4 milioni di turisti nel periodo estivo, di cui il 55% stranieri (+3,5% rispetto al 2024).

Tra le regioni più dinamiche c’è il Lazio, spinto dall’effetto Giubileo: +6,5% di turisti rispetto alla scorsa estate, con un riflesso positivo anche sulle località costiere (+7%). «Da questa indagine emerge chiaramente l’unicità dell’Italia. I turisti stranieri, che investono quotidianamente circa 200 euro nelle nostre località, vogliono provare un’esperienza unica, toccando con mano l’italianità. Dalle degustazioni enogastronomiche alla scoperta di mete meno note, siamo in grado di rispondere alle esigenze delle nuove generazioni di turisti» ha commentato Ivana Jelinic, ad di Enit.
Santanchè: «La destagionalizzazione sta mostrando i primi frutti»
Anche il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, ha voluto sottolineare la solidità e l’importanza del comparto: «L’Italia continua a essere una meta ambita a livello mondiale, e la destagionalizzazione del turismo sta già mostrando i suoi primi frutti. La spesa giornaliera dei turisti, che investono in media circa 200 euro, sottolinea l’importanza cruciale del turismo come leva economica per i nostri territori. Ogni visita contribuisce non solo a sostenere l’economia locale, ma anche a valorizzare il nostro straordinario patrimonio culturale e naturale, rendendo l’Italia un’esperienza unica e indimenticabile per chi la scopre, in qualsiasi periodo dell’anno».
Intanto, anche la filiera inizia a evolversi. Quasi un terzo degli hotel italiani dichiara infatti di utilizzare regolarmente strumenti di intelligenza artificiale, percentuale che sale al 47% tra le strutture a quattro e cinque stelle. L’AI viene impiegata soprattutto per velocizzare le prenotazioni, migliorare l’assistenza remota al cliente tramite chatbot e monitorare la sicurezza. È un segnale di come la tecnologia stia diventando un alleato dell’accoglienza, senza sostituire quel tocco umano che resta la vera cifra dell’ospitalità italiana. Ma, ricordiamo, c’è ancora molto su cui lavorare. Il potenziale italiano è enorme.


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