giovedì 20 agosto 2015

BISTRO DOLOMIEU AD ANDALO

Quant'è bello peccare 

al "Bistrot Dolomieu" 

di Andalo

 

Filippo Crippa, chef giramondo, con la moglie Monica corona il suo sogno

Quant'è bello peccare al "Bistrot Dolomieu" di…

Un locale a propria immagine e somiglianza

Un locale a propria immagine e somiglianza
Ecco un posticino che consiglio a quanti (buongustai in particolare) soggiornano ad Andalo, splendida località turistica del Trentino adagiata tra le pendici della Paganella e le vette maestose del parco naturale Adamello-Brenta, o a chi dal fondovalle, soprattutto in questi gorni di canicola estiva, intende ritemprare il corpo e lo spirito al cospetto delle Dolomiti. Ed è proprio alle Dolomiti che si sono ispirati Filippo e Monica Crippa quando due anni fa decisero di aprire questo simpatico localino (il Bistrot Dolomieu) a fianco del mitico Grand Hotel Piz Galin di papà Liberio. Un locale accogliente, in stile parigino, che propone una cucina di territorio schietta e genuina, elegante e raffinata nella presentazione dei piatti, ma senza tanti fronzoli e voli pindarici. Nei giorni scorsi, pranzando con gli amici Martina Palaoro e Danilo Curti, ho avuto modo di apprezzare la professionalità di Filippo Crippa, milanese d'origine, trentino d'adozione, chef giramondo, che dopo le esperienze maturate in alcuni ristoranti stellati (al “St. Hubertus” di Norbert Niederkofler, San Cassiano in Badia, al Molin di Alessandro Gilmozzi, Cavalese, a Villa Fiordaliso di Gardone Riviera, al Tantris di Monaco di Baviera, all'Harry's Bar di Arrigo Cipriani, Venezia) ha coronato il sogno di aprire un locale a propria immagine e somiglianza: questo simpatico bistrot appunto.

Standing ovation per il gran finale

Standing ovation per il gran finale
Ma veniamo ai piatti degustati nella bellissima veranda. Quanto mai sfizioso l'aperitivo propostoci: un ricco assortimento di finger food caserecci (una focaccia di farina integrale germinata Petra del Mulino Quaglia con la bresaola; tranci di pizza gourmet; pomodorini sott'olio; mozzarelline fresche di giornata; olive marinate; peperoni ripieni, il tutto accompagnato da una fantastica carrellata di pani fatti in casa). Una bontà. 
Delizioso come entrèe il purè di legumi e stracciatella di burrata con crostini croccanti nel bicchiere, ideale per stuzzicare l'appetito e preparare le papille ai due piatti importanti del menu: la tartare di manzo Grigio Alpina (squisita) con pomodorini datterini e vinagrette e il filetto ( sempre di Grigio Alpina) alla brace (straordinario per morbidezza e sapidità) con finferli sautè e patate arrostite. Piatto quest'ultimo che da solo valeva il viaggio. 

Dulcis in fundo, da standing ovation i peccaminosi dolcetti (quant'è bello peccare da Filippo Crippa, che, oltre ad essere uno chef talentuso, è anche un bravissimo pasticcere): canederlotti di ricotta con confettura di albicocche al sambuco; torta di carote; Linzertorte; crostata di marzapane. All'altezza di cotanto menu anche i vini: il Trentodoc Brut Riserva Millesimato Pian Castello Endrizzi, il Brut Rosè Pojer&Sandri, il Gewürztraminer Paul Ginglinger Cuvèe Wallenburg 2013. Che altro aggiungere? Semplicemente chapeau.
Giuseppe Casagrande CIBOEVINO

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