Baldrighi (Grana Padano):
lieve calo
Ma il virus
“cancella”
Il Grana Padano regge l'urto del virus |
Il presidente del Consorzio, Nicola Cesare Baldrighi, si esprime con cauto ottimismo. Al momento il mercato non sta subendo grossi scossoni, anche a livello di esportazioni. Tuttavia c'è preoccupazione per il temuto crollo del turismo durante le prossime vacanze pasquali, che potrebbe causare ripercussioni pesanti.
Anche per i prodotti d’eccellenza, massimi esponenti del Made in Italy, il coronavirus rappresenta uno spauracchio non da poco. Lo ha ammesso anche Nicola Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio di tutela del Grana Padano, che a Italia a Tavola ha inquadrato la situazione delle ultime settimane. Una situazione attualmente non grave, ma che va verso un peggioramento sul lungo periodo. Tra le cause anche un’informazione poco corretta e molto scandalistica che, oltre che al commercio, sta creando problemi anche agli italiani.
Quindi, il bilancio alla luce della drastica riduzione dei consumi e di un fuggi-fuggi da strade e ristoranti per rinchiudersi in casa: «Allo stato attuale - dice Baldrighi - noi non registriamo significative ripercussioni sulle attività commerciali in Italia. Posso immaginare due scenari personali, sui quali però non ci sono numeri: abbiamo certamente una riduzione di domanda da parte del mondo dell’Horeca e quindi ristorazione e hotel, ma di conseguenza è presumibile uno spostamento dei consumi sul retail perché se la gente non va al ristorante o in pizzeria mangia a casa».
I problemi però non sono solo immediati, ma rischiano di presentarsi più avanti quando l’onda del virus sarà lunga e più consistente: «Nei prossimi mesi potrebbero registrarsi maggiori perdite, quando il turismo diventerà una leva importante di attività per il nostro Paese; ci sarà una drastica riduzione dell’attività e questo comporterà una riduzione di consumi. Pasqua, ad esempio, è ormai persa per l’Italia, è una disdetta unanime su tutti i fronti quindi noi subiremo probabilmente un po’ questa situazione».
E sul fonte export cosa potrebbe succedere? «Sul fronte export - risponde Baldrighi - si rileva un rallentamento che risente delle attività a singhiozzo di ristorazione, hotellerie, turismo, spostamenti, aerei, persone che viaggiano. Tutto ciò che riguarda il mercato orientale - Cina, Giappone, Indonesia - sta calando. Tuttavia il settore lattiero caseario non ne risente eccessivamente perché non ha volumi particolarmente elevati ad eccezione di Corea e Giappone».
Si naviga però a vista anche perché il mondo guarda “di traverso” tutto ciò che accade in Italia, almeno questo è quello che appare. Ma Baldrighi smorza: «Diversi interlocutori commerciali - spiega - chiedono una garanzia che si risolve con una semplice dichiarazione dell’azienda, loro non pretendono comunicazioni ufficiali, non pretendono la firma di un veterinario, dell’autorità sanitaria. Anche con la Grecia abbiamo mandato un comunicato di due righe nel quale c’è scritto che il prodotto è assolutamente sicuro e che il virus si trasmette solo da uomo a uomo e non attraverso le cose».
Messaggio forte e chiaro: la crisi c’è, probabilmente aumenterà, ma a provocarla è soprattutto la psicosi, l’immobilismo immotivato, un po’ di pigrizia e chi di questa situazione se ne vuole approfittare. italiaatavola
Grana Padano in particolare era finito per un attimo nel ciclone perché era circolata la notizia che la Grecia ne avesse fermato l’importazione: «Voglio chiarire subito questo punto - spiega Baldrighi - perché è stata coinvolta direttamente anche la mia azienda. Un quotidiano aveva fatto un titolo ad effetto dal quale si intuiva che la Grecia avesse imposto il blocco salvo poi riportare, testuale, nell’articolo che era stata solo avanzata una richiesta ritenuta dal Consorzio “poco più che folkloristica”. Fine del caso, ma è chiaro che una disinformazione possa aggravare i problemi legati al virus».
Quindi, il bilancio alla luce della drastica riduzione dei consumi e di un fuggi-fuggi da strade e ristoranti per rinchiudersi in casa: «Allo stato attuale - dice Baldrighi - noi non registriamo significative ripercussioni sulle attività commerciali in Italia. Posso immaginare due scenari personali, sui quali però non ci sono numeri: abbiamo certamente una riduzione di domanda da parte del mondo dell’Horeca e quindi ristorazione e hotel, ma di conseguenza è presumibile uno spostamento dei consumi sul retail perché se la gente non va al ristorante o in pizzeria mangia a casa».
I problemi però non sono solo immediati, ma rischiano di presentarsi più avanti quando l’onda del virus sarà lunga e più consistente: «Nei prossimi mesi potrebbero registrarsi maggiori perdite, quando il turismo diventerà una leva importante di attività per il nostro Paese; ci sarà una drastica riduzione dell’attività e questo comporterà una riduzione di consumi. Pasqua, ad esempio, è ormai persa per l’Italia, è una disdetta unanime su tutti i fronti quindi noi subiremo probabilmente un po’ questa situazione».
Nicola Cesare Baldrighi
E sul fonte export cosa potrebbe succedere? «Sul fronte export - risponde Baldrighi - si rileva un rallentamento che risente delle attività a singhiozzo di ristorazione, hotellerie, turismo, spostamenti, aerei, persone che viaggiano. Tutto ciò che riguarda il mercato orientale - Cina, Giappone, Indonesia - sta calando. Tuttavia il settore lattiero caseario non ne risente eccessivamente perché non ha volumi particolarmente elevati ad eccezione di Corea e Giappone».
Si naviga però a vista anche perché il mondo guarda “di traverso” tutto ciò che accade in Italia, almeno questo è quello che appare. Ma Baldrighi smorza: «Diversi interlocutori commerciali - spiega - chiedono una garanzia che si risolve con una semplice dichiarazione dell’azienda, loro non pretendono comunicazioni ufficiali, non pretendono la firma di un veterinario, dell’autorità sanitaria. Anche con la Grecia abbiamo mandato un comunicato di due righe nel quale c’è scritto che il prodotto è assolutamente sicuro e che il virus si trasmette solo da uomo a uomo e non attraverso le cose».
Messaggio forte e chiaro: la crisi c’è, probabilmente aumenterà, ma a provocarla è soprattutto la psicosi, l’immobilismo immotivato, un po’ di pigrizia e chi di questa situazione se ne vuole approfittare. italiaatavola
di Federico Biffignandi
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