giovedì 5 marzo 2020

Coronavirus, l'Italia spaventa i tir Allarme export per il Made in Italy

Coronavirus, 

l'Italia spaventa i tir
Allarme export 

per il Made in Italy


È la Coldiretti a lanciare l’allarme sulle conseguenze della diffusione del coronavirus per quanto riguarda il trasporto all’estero delle merci. C'è paura sia per il contagio che per le misure adottate dal nostro Paese.

Gli autotrasportatori stranieri non vogliono entrare in Italia. Le loro paure sono quelle del coronavirus e di rimanere bloccati sul territorio nazionale dalle misure anti Covid-19. E il Made in Italy agroalimentare resta a terra. Questo l’allarme lanciato da Coldiretti sulle conseguenze della diffusione del coronavirus sul trasporto all’estero delle merci, in particolare per quelle deperibili.

Gli autotrasportatori hanno paura a venire in Italia
Una preoccupazione determinata dal crescente numero di Paesi che mette vincoli sanitari ai propri cittadini che viaggiano in Italia. La Romania impone la quarantena ai suoi cittadini provenienti da Lombardia e Veneto, ma misure restrittive sono state previste anche dalle autorità sanitarie polacche che raccomandano di adottare l’auto-monitoraggio mentre la Bulgaria chiede a tutti i passeggeri provenienti da tutte le Regioni italiane (sintomatici ed asintomatici) di compilare al rientro un questionario, in presenza di un ispettore sanitario con l’invito ad osservare una quarantena al proprio domicilio nel Paese.

In un Paese come l’Italia dove l’88% dei trasporti commerciali avviene su gomma - precisa la Coldiretti - la paura che blocca i tir rischia di paralizzare l’intera filiera agroalimentare che vale il 25% del Pil nazionale, offre lavoro a oltre 3,8 milioni di persone e che nel 2019 ha fatto segnare uno storico record delle esportazioni con 44,6 miliardi di euro, con il vino soprattutto, che è il prodotto italiano più venduto al mondo. Un rischio amplificato dagli effetti recessivi dell’emergenza sanitaria coronavirus, effetti che si stanno riflettendo anche sulla logistica delle merci con incertezze e ritardi che impattano sugli scambi commerciali.

A pesare - specifica la Coldiretti - sono anche i limiti agli spostamenti dei cittadini che cambiano le abitudini di consumo soprattutto fuori casa con un brusco freno della domanda internazionale. Una situazione che cala in un contesto come quello italiano dove mancano trasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi aeroportuali per le merci. Incide anche il fatto che la densità delle nostre infrastrutture sia più bassa rispetto ad altri Paesi: basti pensare che ogni 100 km quadrati abbiamo 5,5 chilometri di ferrovie contro gli 11 della Germania.

Lo shock provocato dall’emergenza coronavirus aggrava un deficit logistico che è necessario recuperare investendo e sbloccando le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo. Questo il punto di vista di Ettore Prandini, presidente Coldiretti, nel sottolineare «l’importanza di sostenere l’export nazionale che in molti settori dell’agroalimentare come il vino supera addirittura in valore i consumi interni».

Per combattere la disinformazione, gli attacchi strumentali e la concorrenza sleale la Coldiretti ha avviato la prima campagna #MangiaItaliano in Italia e all’estero per salvare la reputazione del Made in Italy, difendere il territorio, l’economia e il lavoro e far conoscere i primati della più grande ricchezza del Paese, quella enogastronomica. In alcuni Paesi vengono addirittura chieste insensate certificazioni sanitarie e rassicurazioni aggiuntive, ma ci sono state anche assurde disdette per forniture alimentari provenienti da tutta la Penisola sotto la spinta di una diffidenza spesso alimentata ad arte con fake news dalla concorrenza. Ora cominciano addirittura ad essere disertati i ristoranti italiani.
iTALIAATAVOLA
© Riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento