mercoledì 15 settembre 2021

L’appello dei cuochi alle scuole alberghiere: non spegnete l’entusiasmo dei ragazzi

 

L’appello dei cuochi 

alle scuole alberghiere: non spegnete l’entusiasmo 

dei ragazzi

Nella nuova generazione c'è chi ha ancora voglia di buttarsi nel mondo della ristorazione, di fare fatica e sacrifici. Le complicazioni però sono sempre di più, ecco perché dai docenti serve una spinta motivazionale. L'appello dei cuochi è quello di trasmettere competenze e passione e accendere la scintilla nei cuori dei ragazzi

di Federico Biffignandi


Il dibattito tra istituti alberghieri e mondo della ristorazione prosegue e le due parti non se le mandano certo a dire. La “bomba” l’hanno sganciata i dirigenti scolastici accusando di sfruttamento i ristoranti, ma i cuochi e imprenditori si sono rivoltati spiegando che ci sono anche i docenti incompetenti e privi di entusiasmo. Oggi, ancora i cuochi tornano a commentare la problematica, sottolineando che i giovani hanno ancora voglia di intraprendere con passione la carriera nella ristorazione, ma che questa deve essere alimentata già dai banchi di scuola.

 

Apreda: La scuola sia più intraprendente

Francesco Apreda, chef del ristorante Idylio (*) del The Pantheon Iconic Rome Hotel non ha dubbi su questo tema: «I ragazzi hanno ancora voglia di fare sacrifici - spiega - ma alcuni faticano a proseguire perché incontrano situazioni precarie che spengono le ambizioni. Situazioni che si incontrano anche nelle classi, dove purtroppo le ore di laboratorio sono poche, le stagioni estive di pratica anche. Ci sono però casi eccezionali che fanno bene ai ragazzi: recentemente sono stato a Rieti dove la scuola ha investito denaro per invitare chef stellati a parlare del mestiere agli studenti, ma soprattutto si sono creati rapporti per portare i ragazzi a fare tirocini in ristoranti stellati. Insomma, serve maggiore intraprendenza e voglia di creare connessioni». 

Biscotti: Ai docenti manca esperienza nel settore

Una visione che viene condivisa anche da Angelo Biscotti, che rompe il mito di una nuova generazione formata solo da bamboccioni viziati. «Oggi i ragazzi sono un valore aggiunto - sottolinea - e la loro dote migliore, da cavalcare, è la gran voglia di fare, di mettersi a disposizione. Io mi occupo di formazione a Cast Alimenti e il nostro obiettivo è quello di far capire agli studenti quali sono le difficoltà del mestiere. Tuttavia, i limiti sono molti: da un lato non tutti i docenti hanno esperienza diretta nel settore, dall’altro le scuole mancano proprio di strutture tecnologiche utili a formare a dovere gli allievi». IAT

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