Obbligo green pass
per tutti i lavoratori
da metà ottobre.
Nodo controlli
nelle aziende private
Il 16 settembre dovrebbe essere presentato il decreto per allargare l'utilizzo del pass sanitario: da bar a ristoranti, da pubblica amministrazione a trasporti. Obiettivo: riavviare la campagna vaccinale in rallentamento
Il green pass verrà esteso a tutti i lavoratori. La linea è definitivamente tracciata. Dopo il confronto con le Regioni e i sindacati, il Governo si appresta a varare un nuovo decreto per estendere l'obbligo della certificazione verde a chi opera in ristoranti, bar, cinema, mezzi di trasporto pubblici, Pubblica Amministrazione e aziende private. L'appuntamento per la prima bozza del decreto è per il 16 settembre quando sarà convocato il Consiglio dei ministri che dovrà mettere il sigillo sull'operazione già avviata per gli esterni di scuole e Rsa impegnati nel servizio mensa. Per tutti gli altri, a partire da quelle attività in cui il green pass è già richiesto ai clienti per l'accesso ai locali e per quelle a più stretto contatto con il pubblico, la data X potrebbe essere il 10 o 15 ottobre. Un lasso di tempo considerato congruo per lasciare l'agio alle diverse categorie di lavoratori di mettersi in regola con l'eventuale vaccinazione. Chi non sarà in regola, infatti, rischia una sanzione da 400 a mille euro. Anche se sui controlli è già un rebus con i medici competenti che si sfilano.
Per il Consiglio dei ministri del 16 settembre si prepara il nuovo decreto
Dopo il Consiglio dei ministri del 9 settembre, che ha licenziato il decreto per scuole e Rsa, il Governo proseguirà nell'estensione della certificazione verde per altre categorie di lavoratori. Un progetto ribadito anche dal ministro allo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti: «Estendere il green pass a tutti i lavoratori è un’ipotesi in discussione. L’esigenza delle aziende è di avere la sicurezza per chi opera nei reparti». Detto diversamente, per l'allargamento dell'obbligo di green pass «si andrà verso un’estensione senza discriminare nessuno». L'obiettivo è quello di tenere assieme, in uno stesso decreto, sia le aziende pubbliche che quelle private, come annunciato anche dalla ministra agli Affari regionali, Mariastella Gelmini: «Si va verso l'obbligo del certificato verde non solo per i lavoratori del pubblico impiego ma anche per quelli del settore privato». Il nuovo testo dovrebbe essere presentato al Cdm del 16 settembre, preceduto da una cabina di regia ad hoc. L'idea, come detto, è quella di indicare nel 10 ottobre (o al massimo il 15) la data dalla quale far scattare l'obbligo per datori di lavoro e lavoratori di altri comparti (oltre a prof e personale scolastico e universitario) così da allineare la data a quella dell'entrata in vigore dell'obbligo di vaccinazione per gli operatori (dagli esterni agli amministrativi) delle residenze per anziani.
Per questo il presidente del Consiglio, Mario Draghi ha visto i sindacati per mettere subito in chiaro la direzione presa dal Governo: «Siamo stati informati che verrà approvato un decreto per rendere il green pass obbligatorio sui posti di lavoro pubblici e privati», ha affermato il segretario Uil Pierpaolo Bombardieri dopo l'incontro a Palazzo Chigi. Fra le richieste dei sindacati, la gratuità dei tamponi fino a fine anno. «Il governo ci ha ringraziato del confronto, non ha dato risposte rispetto al provvedimento definitivo, ci auguriamo che tenga conto di queste riflessioni», ha aggiunto Maurizio Landini, segretario della Cgil.
Estensione del green pass per evitare l'aumento dei contagi e far ripartire la campagna vaccinale
La volontà di chiudere in fretta la partita è chiara. Andare oltre metà ottobre senza green pass esporrebbe il Paese al rischio che la curva dei contagi possa tornare a aumentare per effetto dell'autunno (che ci spinge a passare sempre più ore in spazi chiusi), della circolazione della variante Delta (ormai ampiamente maggioritaria nei nuovi contagi in Italia) e della ripresa post-estiva (dal 13 settembre sono ufficialmente ricominciate le lezioni in presenza per gli studenti). Per mettersi al riparo da tutto ciò, l'idea è quella di rinvigorire la campagna vaccinale e raggiungere il 90% di copertura. Da pochi giorni il nostro Paese ha superato quota 80 milioni di somministrazioni e dal 20 settembre si inizierà a inoculare la terza dose ai soggetti fragili. Ma il numero di prime dosi è calato notevolmente passando dalle 507mila del 4 giugno alle 46.295 del 12 settembre (con il picco minimo di 28.241 prime somministrazioni registrato il 15 agosto) mentre resistono ancora 10 milioni di cittadini che non si sono sottoposti all'iniezione. Numeri che il Governo punta a migliorare mantenendo un approccio lineare nonostante i vari ricorsi dalle categorie lavorative. L'ultimo, in ordine di tempo, è quello respinto dal Tar della Sardegna su istanza di 173 medici, infermieri e personale ospedaliero che avevano fatto ricorso contro la sospensione dal lavoro senza stipendio fino a dicembre in quanto non vaccinati (come impone invece la legge). italiaatavola
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