Turismo e consumi
in ripresa, ma l'Italia deve superare
il nodo manodopera
Secondo quanto emerge dall'Assemblea Generale di Confcommercio, nonostante l'incertezza globale l’economia italiana mostra segnali di stabilità grazie a fondamentali solidi: crescita dei redditi reali, occupazione, inflazione sotto controllo e saldo positivo della bilancia dei pagamenti. Tuttavia, restano criticità come la fiducia delle famiglie e la carenza di manodopera nel terziario
L'economia italiana continua a mostrare elementi di forza: solidità dei conti pubblici, mercato del lavoro vivace e una moderata crescita dei consumi. In particolare, sono turismo e servizi a trainare la ripresa. Tuttavia, le criticità non mancano: la carenza di manodopera nei servizi di mercato e la debole fiducia dei consumatori restano ostacoli che potrebbero limitare il pieno sviluppo della ripresa, in un contesto internazionale ancora incerto. È questo il quadro diffuso dall'Ufficio Studi in occasione dell'Assemblea Generale di Confcommercio.
Cresce l'incertezza globale, ma l'Italia
si conferma stabile
Le tensioni commerciali internazionali e le politiche economiche statunitensi stanno aumentando l'incertezza globale, sollevando timori su un possibile rallentamento dell'economia mondiale. Negli Stati Uniti il rendimento dei titoli decennali si mantiene tra il 4 e il 5%, a testimonianza della crescente preoccupazione su deficit e debito pubblico. Questo quadro di instabilità potrebbe estendersi anche all'Europa.
Nonostante ciò, l'Italia mostra segnali di relativa solidità: lo spread Btp-Bund si è ridotto, grazie a una gestione attenta della finanza pubblica. L'economia nazionale si presenta con fondamentali macroeconomici in miglioramento, anche se la fiducia di famiglie e imprese rimane fragile.
I fondamentali dell'economia italiana:
crescita moderata ma stabile
Nel breve periodo, l'Italia mostra indicatori economici positivi:
- Redditi reali in aumento: il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto dell'1,3% rispetto al 2023; i consumi sono saliti dello 0,4%.
- Occupazione ai massimi storici: a marzo-aprile 2025 gli occupati sono arrivati a 24,2 milioni, con un incremento di oltre 2,1 milioni rispetto a gennaio 2021. La disoccupazione è scesa sotto i 1,5 milioni.
- Inflazione sotto controllo: a maggio 2025 i prezzi al consumo risultano stabili (+0% congiunturale e +1,7% tendenziale).
- Bilancia dei pagamenti positiva, grazie al buon andamento del turismo e della fascia alta del Made in Italy.
A questi fattori si aggiunge una politica monetaria accomodante della Bce, che ha abbassato i tassi ai livelli di fine 2022. In tale contesto, si prevede per l'Italia una crescita del PIL pari a +0,8% nel 2025 e +0,9% nel 2026, salvo nuovi shock sui mercati energetici o commerciali.
Turismo e terziario in espansione,
ma cresce la difficoltà di reperire manodopera
Uno dei nodi critici per il sistema economico italiano riguarda la carenza di personale qualificato nel terziario di mercato. Secondo l'Ufficio Studi Confcommercio, nel 2025 i settori di commercio, ristorazione e alloggio faticheranno a trovare circa 260mila lavoratori, in crescita del 4% rispetto all'anno precedente.
Le professioni più difficili da reperire sono: commessi specializzati, gastronomi, camerieri di sala, barman, cuochi, pizzaioli, gelatai, addetti alla pulizia e al riassetto camere. Questa mancanza rischia di rallentare la crescita del PIL e di influenzare negativamente l'offerta turistica nazionale.
Consumi delle famiglie: condizioni favorevoli, ma fiducia ancora bassa
Nonostante i dati positivi sul reddito e l'occupazione, la propensione al consumo rimane condizionata da fattori psicologici, in particolare dalla scarsa fiducia. Le famiglie italiane spendono meno in beni tradizionali e più in servizi legati al tempo libero e alla cura personale. Un limite alla spesa deriva anche dalla perdita di potere d'acquisto accumulata tra il 2022 e il 2023, legata all'erosione della ricchezza finanziaria netta. Tuttavia, il recupero in corso di questa ricchezza potrebbe sostenere i consumi nei prossimi mesi, aiutando a raggiungere la previsione di crescita dell'1% dei consumi reali nel biennio 2025-2026.
Dall'ultima indagine Confcommercio-Censis emerge un calo della fiducia: il saldo ottimisti-pessimisti è sceso di 5 punti rispetto al 2024 e di quasi 17 rispetto al 2023. Salute e disponibilità economica restano le preoccupazioni principali (circa il 25% ciascuna). «O si riuscirà a migliorare l'auto-percezione economica collettiva - si legge nel rapporto - oppure anche le politiche di sostegno rischiano di rivelarsi inefficaci».
Intenzioni di acquisto e vacanza in miglioramento
Nonostante le incertezze, le famiglie italiane mostrano segnali positivi nelle intenzioni d'acquisto: aumentano le previsioni di spesa per ristrutturazioni (+3,8 punti percentuali), auto (+4,3), mobili (+5,6) ed elettrodomestici (+11,9) rispetto ad aprile 2024.
Crescono anche le intenzioni di fare le vacanze estive, con il 37,7% degli italiani intenzionati a partire. Questo dato si avvicina ai livelli pre-pandemici, suggerendo una possibile tenuta - o addirittura un miglioramento - delle presenze turistiche in Italia nel 2025.
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