Troppo alcol ?
I candidati sindaco
per lo più tacciono
Barman e sommelier, associazioni e amministratori comunali
sono da tempo in campo per promuovere un approccio al bere responsabile, soprattutto da parte dei giovani. Un tempo sul banco degli imputati c’erano praticamente solo discoteche e locali notturni, sottoposti in molti a casi a controlli e sanzioni. Le responsabilità sono in realtà molto più ampie e coinvolgono direttamente la stupidità di una classe politica (nessuno escluso) che negli anni si è riempita la bocca col tema della liberalizzazione delle licenze. Il risultato è che, così come praticamente chiunque oggi può somministrare del cibo (e i ristoratori sanno bene i danni che hanno subito), allo stesso modo chiunque abbia una licenza commerciale può vendere alcolici a tutte le ore (compresa la notte ormai) e senza distinguere fra minorenni e maggiorenni. E oltretutto a prezzi più bassi che nei locali della movida.
Il paradosso è che se oggi nei locali della notte in teoria si potrebbe controllare l’abuso di alcol, di fatto i giovani arrivano già “bevuti” visto che il pieno lo fanno prima in drogheria o al supermercato. Pensiamo solo alle scene delle centinaia di giovani seduti nei parcheggi a bere (e facciamo finta di non pensare con cosa accompagnano i liquidi...). Un risultato classico all’italiana: fatta la legge, trovato l’inganno.
Risse, violenze e morti sulle strade sono però il corollario di questo andazzo a cui per fortuna qualcuno sta cercando di porre rimedio. Fra questi un giusto riconoscimento va dato agli amministratori del Comune di Rimini (il cui Sindaco Andrea Gnassi è stato confermato a larghissima maggioranza nelle elezioni di domenica scorsa). La soluzione del Sindaco dem può forse fare storcere il naso ai liberisti puri, ma potrebbe essere efficace. I negozi al dettaglio e i minimarket del centro di Rimini non potranno vendere bevande alcoliche conservate in frigorifero fino al prossimo 15 settembre.
L’obiettivo dell’ordinanza è più che chiaro: limitare il consumo di alcol nelle ore più intense della movida, così da evitare eccessi e disordini, soprattutto per quanto riguarda gli under 18. Altro aspetto di non poco conto è uno stop ai fenomeni di degrado urbano per il consumo di alcolici lungo le strade, senza contare il disturbo della quiete pubblica e l’abbandono di contenitori di vetro.
Il percorso di responsabilizzazione e di civiltà intrapreso da Rimini segue iniziative analoghe a Bologna (dove è vietata la vendita di alcolici d’asporto dopo le 21 e l’uso del vetro in strada) e a Firenze (non si vendono alcolici nei negozi dalle 21.00 alle 6.00). Ci piacerebbe sapere cosa ne pensano i candidati sindaco delle diverse città che si sfideranno al ballottaggio di domenica. Milano, Torino, Napoli o Roma non sono certo città dove l’alcol non si consuma a fiumi e girando per le strade lo si vede bene.
sono da tempo in campo per promuovere un approccio al bere responsabile, soprattutto da parte dei giovani. Un tempo sul banco degli imputati c’erano praticamente solo discoteche e locali notturni, sottoposti in molti a casi a controlli e sanzioni. Le responsabilità sono in realtà molto più ampie e coinvolgono direttamente la stupidità di una classe politica (nessuno escluso) che negli anni si è riempita la bocca col tema della liberalizzazione delle licenze. Il risultato è che, così come praticamente chiunque oggi può somministrare del cibo (e i ristoratori sanno bene i danni che hanno subito), allo stesso modo chiunque abbia una licenza commerciale può vendere alcolici a tutte le ore (compresa la notte ormai) e senza distinguere fra minorenni e maggiorenni. E oltretutto a prezzi più bassi che nei locali della movida.
Il paradosso è che se oggi nei locali della notte in teoria si potrebbe controllare l’abuso di alcol, di fatto i giovani arrivano già “bevuti” visto che il pieno lo fanno prima in drogheria o al supermercato. Pensiamo solo alle scene delle centinaia di giovani seduti nei parcheggi a bere (e facciamo finta di non pensare con cosa accompagnano i liquidi...). Un risultato classico all’italiana: fatta la legge, trovato l’inganno.
Risse, violenze e morti sulle strade sono però il corollario di questo andazzo a cui per fortuna qualcuno sta cercando di porre rimedio. Fra questi un giusto riconoscimento va dato agli amministratori del Comune di Rimini (il cui Sindaco Andrea Gnassi è stato confermato a larghissima maggioranza nelle elezioni di domenica scorsa). La soluzione del Sindaco dem può forse fare storcere il naso ai liberisti puri, ma potrebbe essere efficace. I negozi al dettaglio e i minimarket del centro di Rimini non potranno vendere bevande alcoliche conservate in frigorifero fino al prossimo 15 settembre.
L’obiettivo dell’ordinanza è più che chiaro: limitare il consumo di alcol nelle ore più intense della movida, così da evitare eccessi e disordini, soprattutto per quanto riguarda gli under 18. Altro aspetto di non poco conto è uno stop ai fenomeni di degrado urbano per il consumo di alcolici lungo le strade, senza contare il disturbo della quiete pubblica e l’abbandono di contenitori di vetro.
Il percorso di responsabilizzazione e di civiltà intrapreso da Rimini segue iniziative analoghe a Bologna (dove è vietata la vendita di alcolici d’asporto dopo le 21 e l’uso del vetro in strada) e a Firenze (non si vendono alcolici nei negozi dalle 21.00 alle 6.00). Ci piacerebbe sapere cosa ne pensano i candidati sindaco delle diverse città che si sfideranno al ballottaggio di domenica. Milano, Torino, Napoli o Roma non sono certo città dove l’alcol non si consuma a fiumi e girando per le strade lo si vede bene.
Che cosa vogliono fare? Non ci risultano programmi in questa direzione, quasi che sicurezza dei giovani e decoro delle strade non siano temi che interessano i cittadini.
Alberto Lupini
direttore Italiaatavola
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