martedì 28 giugno 2016

ENOGaSTROLOGIA: IL CANCRO ALLA RICERCA DELLA… TAVOLA PERDUTA

IL CANCRO ALLA RICERCA

DELLA… TAVOLA PERDUTA

"Ma, nello stesso istante in cui quel sorso frammisto
alle briciole del dolce toccò il mio palato, trasalii, attento a qualcosa di straordinario che stava accadendo dentro di me. Un piacere delizioso mi aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa (...). Donde mi era potuta venire questa gioia potente? Sentivo che era legata al sapore del tè e del dolce, ma lo sorpassava incommensurabilmente, non doveva essere della stessa natura. Donde veniva? Che significava? Dove afferrarla? Bevo un secondo sorso, in cui non trovo nulla di più che nel primo, un terzo che mi dà un po' meno del secondo. E' tempo che mi fermi, la virtù della bevanda sembra diminuire. E' chiaro: la verità che cerco non è in essa, ma in me (...). Depongo la tazza e mi rivolgo al mio spirito. E' compito suo trovare la verità. Ma come? Grave incertezza, ogni volta che lo spirito si sente sorpassato da se medesimo; quando lui, il ricercatore, è al tempo stesso anche il paese oscuro dove deve cercare e dove tutto il suo bagaglio non gli servirà a nulla. Cercare? Non soltanto: creare. E' di fronte a qualcosa che non esiste ancora e che solo lui può rendere reale, e poi far entrare nel raggio nel raggio della sua luce". 

In queste righe tratte dal capolavoro di Marcel Proust si manifesta in modo semplice, ma palese, tutto l'animo del Cancro, quarta emanazione astrologica e segno governato dalla Luna.
Il mondo dei sentimenti riveste un ruolo di basilare importanza per i nati in questo periodo che rappresentano gli individui più romantici e sensibili dello zodiaco. 
Ma non si parla solo di sentimenti di tipo relazionale, ma (e soprattutto) di quelli legati al mondo delle percezioni sensoriali, ai ricordi condizionati da odori, profumi, luci e colori, suoni o melodie: il Cancro cerca sempre di ritrovare l'origine delle sue sensazioni, scavare nella memoria anche inconscia per trovare le radici del suo mondo interiore. 

Forte e debole al contempo, egli non svela la sua anima ma mette il suo cuore e la usa, energia a disposizione del mondo, aiutando chi ne ha bisogno. La sua presenza infonde nel prossimo una calda sensazione materna, il tepore di un focolare famigliare.
Ma sono anche terribilmente insicuri e si muovono con passi incerti in un mondo in cui l'aggressività, la grinta e il bisogno di dominare, male si sposano con la dolcezza e il bisogno d’affetto tipico del cancro. Così quest'ultimo si rifugia nei ricordi, o tra le braccia delle muse artistiche, musica e poesia in primo luogo, per ritrovare la propria anima.
La struttura fisica risente purtroppo di questi alti e bassi emotivi, essendo il rapporto con il cibo di compensazione nei momenti di crisi. La costituzione non è generalmente longilinea quindi, e risente anche di una forte ritenzione idrica (non dimentichiamo che il pianeta Signore è la Luna!) e di una passione per tutto ciò che è dolce.
Sarà bene quindi per il nostro cancro osservare le fasi del nostro satellite, ricordando che la luna crescente favorisce la ritenzione idrica e inserendo, in questi giorni, alimenti che stimolino il ricambio diuretico; ottimi il riso con olio e limone o frutti aciduli in genere, meno indicate le combinazioni di carboidrati e verdure (riducono la capacità d’assimilazione di proteine).
Altro punto debole è rappresentato dallo stomaco, molto soggetto a gastriti e ulcere dovute a un’eccessiva ansia e nervosismi da stress, cui il nostro “cancro” male si abitua.
Si consigliano pasti leggeri, evitando i tanto amati primi piatti così ricchi di calorie come di sensazioni gustative e i dessert troppo elaborati.
La passione per i gusti rotondi li porta ad amare le conserve, la frutta sciroppata, le verdure sott'olio, le mostarde dalla memoria contadina, le marmellate fatte in casa; il desiderio di avere sempre e in ogni modo la dispensa e il frezeer pieni per ogni evenienza... perché nella vita non si può mai sapere.
Il Cancro risulta quindi un vero buongustaio, dalla lunga memoria, che riesce a fare paragoni gustativi a distanza di parecchi anni. Il suo amore per tutto ciò che è bello e accogliente lo porta a possedere una casa arredata con calore e molto confortevole. Il punto focale è rappresentato dalla cucina e dalla sala da pranzo. 
Trionfano le porcellane antiche, i cristalli dalla brillantezza d'altri tempi, le pentole della nonna; i colori caldi e ovattati, la mobilia dalle forme rotonde e confortevoli, un’atmosfera d’alcova in cui dimenticare i problemi del giorno e tuffarsi in conversazioni vive ma rilassate. L'argenteria è tassativamente del metallo lunare e antica e di preziosa manifattura; calici finissimi e bombati da cui assaporare tutti gli aromi di un vino corposo dai profumi della terra natia come un Lugana delle Cantine Villa Girardi di San Pietro in Cariano (Vr).

Daniela Mosena

LA RICETTA PER L'OSPITE CANCRO

TAGLIATELLE AL RAGÙ DI PESCE PERSICO


Ingredienticirca mezzo chilo di pesce persico, tre spicchi d'aglio, un ciuffo di prezzemolo, un trito di salvia e rosmarino, pane gratuggiato, un bicchiere di vino bianco secco (Verdicchio Garofoli), olio d'oliva, tre etti di tagliatelle (se possibile fresche), sale e pepe quanto basta.
Preparazione: pulite il pesce e cospargete l'interno con un impasto d’aglio e prezzemolo finemente tritati uniti al pane grattugiato; riscaldate in una teglia l'olio con il trito di salvia e rosmarino, quindi rosolatevi dolcemente il pesce da entrambi le parti. Cospargetelo con il vino bianco e lasciatelo evaporare, cucinare per circa un quarto d'ora con l'aggiunta di mezzo bicchiere d'acqua.
Terminata la cottura, togliete il pesce dal fuoco, pulitelo e tagliatelo in filetti e listarelle più sottili, riponete il sugo di cottura in un recipiente da portata e aggiustatelo di sale e pepe; se dovesse risultare troppo denso aggiungetevi un goccio di vino bianco. Unitevi le tagliatelle, precedentemente cotte in abbondante acqua salata, rimescolate per insaporirle; aggiungete i filetti di pesce persico, condite con un goccio d’olio d'oliva crudo.
Decorate con prezzemolo tritato e servite ben caldo, accompagnato da un Dogajolo bianco della Carpineto di Greve in Chianti.

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