mercoledì 10 ottobre 2018

Nel futuro della ristorazione c’è il sommelier del caffè

Nel futuro 

della ristorazione
c’è il sommelier 

del caffè


Se cerco il vino perfetto, posso rivolgermi al sommelier. Ma il caffè chi me lo spiega? Quello che oggi può sembrare superfluo e utopistico, potrebbe diventare domani una solida realtà professionale e commerciale. 

Quando al ristorante si è indecisi sul vino da ordinare o, più semplicemente, si esige il meglio, ci si affida al sommelier, un professionista in grado di consigliare i migliori abbinamenti possibili tra cibo e bevanda, esperto conoscitore e curatore della cantina del locale. Un buon sommelier può fare la differenza tra un’attività mediocre e una di successo, perché il servizio di un ottimo vino, il migliore possibile in ogni determinato contesto, completa alla perfezione un pasto o una cena di qualità e si fa ricordare a lungo.

(Nel futuro della ristorazione c’è il sommelier del caffè)

Per quanto riguarda il caffè, invece, chi è il professionista a cui affidarsi? Dopo l’acqua, è la bevanda più consumata al mondo in ogni sua variante ed è parte integrante di diverse tradizioni sociali e popolari di moltissimi Paesi, Italia in primis. Per valorizzare il vero caffè espresso di pura Arabica, sarebbe necessario colmare una volta per tutte un grande vuoto del settore della ristorazione creando e formando la figura del “sommelier del caffè”, esperto per eccellenza di questa bevanda. Attenzione, però: “esperto” non è sinonimo di “barista” o “quello che prepara e porta il caffè”, ma è una qualifica che dovrebbe meritarsi solo un profondo amante e conoscitore di tutto ciò che sta dietro la riuscita di ogni tazzina da gustare a fine pasto o in ogni momento della giornata.

Per rendere il rito del caffè un momento speciale e indimenticabile, in grado di fare la differenza per un ristorante, gli ospiti e il personale di un ufficio o i clienti di un hotel, sarebbe bello potersi affidare a una persona profondamente appassionata di caffè, che sa comprendere la differenza tra semplici slogan e valore reale delle materie prime. Perché non esigere sempre alta qualità, certificata da un esperto competente, per una bevanda che consumiamo quotidianamente a colazione, a pranzo, in pausa o dopo cena? Dopotutto, si tratterebbe solo di ottenere qualcosa che già esiste, grazie al prezioso contributo di un professionista onesto e preparato.
Con l’aiuto di un esperto, imprenditori e clienti scoprirebbero un universo di monorigini e miscele di caffè di pura Arabica lontane anni luce dal caffè dei grandi marchi commerciali, sempre più anonimo e scadente ma legato a doppio filo a logiche di sponsorizzazioni a basso costo molto difficili da rifiutare per i ristoratori poco esperti in materia.
di Cristiano Canali

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