E
ORA LA “FENICE”
ENTRA
DI AUTORITA’
NELLA
GUIDA
DELL’ESPRESSO
Dopo le tante segnalazioni della stampa enogastronomica sulle molte qualità della “La Fenice” di Belluno (città ancora tra le prime in Italia per la qualità della vita) la pizzeria bellunese è finita sulla Guida dell’Espresso che, sappiamo, non accoglie tra le sue pagine qualsiasi locale italiano.
“La Fenice” è un localino che piace ai più: dallo
studente che guarda qualità e prezzo,
all’impiegato che ha fretta di tornare in ufficio, al gourmet che sa gustare i
cibi particolare e può fermarsi per più tempo, per gustare il suo slow food.
Il locale è sobrio, verso l’elegante e nello stesso
tempo semplice, senza fronzoli e senza condizionamenti, diremmo essenziale. A
poche centinaia dal centro città, a cento metri dalla stazione ferroviaria e degli
autobus; aggiungiamoci un buon servizio e un locale accogliente, un ottimo servizio. Tutte cose alle quali spesso non si
bada… perché solitamente, si guarda prima al prezzo, poi al cibo.
Erica e Angelo Di Lieto |
Ed è proprio
a quest’ultimo che dobbiamo puntare la nostra attenzione; spendere poco per un
cibo non buono… significa spendere troppo. Se il cibo è buono, un prezzo equo
passa in second’ordine.
Ma veniamo a noi, alla “Fenice”, nata dieci anni fa dalle ceneri di un vecchio
locale (che non aveva fatto mai parlare di sé) non ha impiegato molto a essere
il locale preferito da tanti bellunesi e dai turisti che, specie in estate,
affollano la città.
Non poteva essere altrimenti visto che i nuovi
gestori sono arrivati dalla patria della pizza, la
Campania e, più specificamente dalla Costira amalfitana. Angelo
di Lieto e la sua
simpatica moglie Erica sono partiti da quel “patrimonio dell’Umanità”
che è diventata appunto la
pizza, cercando di portare al Nord quello che è la base della pizza
napoletana...
ma aggiungendovi qualcosa di extra: da una farina di tipo biologico e il
meglio
dei prodotti di qualità che servono per fare una pizza normale una pizza
eccezionale: un impasto che parte da una farina, come dicevamo, di tipo 1
biologico, senza additivi, partendo da un impasto già "digerito" prima
che
avvenga la lievitazione Naturalmente, per il successo dell'azienda ha
avuto un buona parte lo chef, il fratello di Erica, Danilo D'Amato, con
le sue ricerche e invenzioni, come l’utilizzo dei preferenti biga di lievito di birra e
lievito madre, così che la proteina presente nella farina e il glutine, che si
crea con l’interagire di acqua e farina
e l’azione meccanica, vengano scomposti da questi due elementi.
Ma non è solo alla pizzeria e alle pizze nelle sue varie forme (molte le
piacevoli invenzioni) che dobbiamo fare
i complimenti: è anche del ristorante e delle grandi proposte che ci ha fatto
stupire lo chef. Da esperti di ristorazioni (in special modo
quelli di pesce) ciò che ci ha veramente meravigliato è proprio quella parte che riguarda i frutti
del nostro mare; non è difficile distinguere uno scampo fresco da uno
surgelato, un calamaretto dell’Adriatico da quello dei mari del Nord; perfino
in una sardina puoi distinguere la provenienza e la sua preparazione.
Ed ecco
dunque, per far un esempio, un’entrata eccezionale come il fritto misto (con otto antipasti: dalle
ostriche agli scampi ai canestrelli e via mangiando … per due) a 19 euro, un risotto al salmone (9
euro), dell’ottimo prosecco e due panna cotta al mango e al frutto della
passione (9 euro). Il tutto per una trentina di euro compreso uno speciale
limoncello, fatto in casa o un particolare liquore al melone che sicuramente vi
stupirà.
Per quanto riguarda le pizze il menù è vasto (con l’azzeccato abbinamento, di volta
in volta, di una birra speciale; alla fine quello che ci ha impressionatoo di più sono i
vari ingredienti sempre particolari. Forse è anche questo che ha colpito gli esperti
critici dell’Espresso che li hano convinti a inserire nella loro guida “La Fenice”.
Sostene Schena
La nostra pagella
Ambiente…….…. ..86
Atmosfera…….…. . 87
Servizio……….… ...88
Qualità…………. …95
Vino e birra…….… .90
Prezzo………….…..92
Rapporto Q/Prezzo...94
I GRANI ANTICHI
sono varietà di frumento che nel corso del tempo, non
hanno subito modificazioni genetiche e selezioni da parte dell'uomo, rimanendo alla loro natura originaria. Si tratta di varietà di cereali "moderni" per il loro sapore e profumo unico
oltre che per le loro proprietà nutrizionali incomparabili.
I GRANI ANTICHI, non hanno subito modificazioni
genetiche e alterazioni da parte dell'uomo, quindi sono quanto di
più naturale e sano la
terra ci possa offrire.
Certo, la mancanza di
interventi per ottimizzarne la produzione rende la loro resa decisamente
inferiore a quella dei grani moderni e ne fa aumentare il prezzo, ma di contro ci offre prodotti semplici e genuini. Le farine moderne, ottenute attraverso
una lavorazione industriale, sono il ricavato di piante che vengono trattate in modo da
avere quantità di glutine e amido molto elevate. Questo è il
motivo per cui, oggi giorno, sono sempre
più le persone che sviluppano intolleranza al glutine e, nei casi più gravi, celiachia.
I GRANI ANTICHI, invece,
non essendo trattati contengono le giuste quantità sia di glutine che di amido, il che riduce enormemente il rischio di intolleranze.
I GRANI ANTICHI, essendo poco produttivi,
rischiano di scomparire perché
poco utili alla produzione industriale moderna; il fatto che i piccoli produttori scelgano di
tornare a coltivare
queste pregiate e
uniche varietà di frumento rappresenta
un' enorme iniziativa a tutela della biodiversità, oltre che un omaggio al loro immenso valore storico.
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