L’eccellenza
italiana
in Florida
Cibo e vino
tra tecnica
e filosofia
Alcune prestigiose Dop italiane in degustazione guidata al ristorante Bavaro’s in Florida per agevolare la conoscenza di queste eccellenze alla clientela gourmet.
L’intento, brillantemente conseguito, era fornire un'occasione dilettevole e conviviale per degustare in modalità guidata alcune vere eccellenze del nostro agroalimentare. Quali? Il latte, l’uva, il grano. Si è partiti allora, in quello che è stato un vero storytelling garbatamente condotto, dalla forte ed attrattiva connotazione mediterranea e si è giunti a porgere il concetto di conserva. Conservare e trasformare come conseguimento e abilitazione del passaggio fondamentale per l’uomo dal nomadismo alla stanzialità.
Ed allora il formaggio che è trasformazione e conserva del latte; il vino che è trasformazione magica dell’uva, la pasta che è trasformazione e conserva del grano. In questo modo raccontando, si è data la possibilità agli attenti appassionati gourmet di degustare tal quale il Pecorino Toscano Dop sia fresco che stagionato.
Dal Centro al Sud, raccontando quanto e come il nostro Belpaese si frastagli in sembianze mirabilmente differenti secondo latitudine, si arriva nel verde Sannio, nel cuore dell’entroterra campano. Quest’anno il Sannio è Capitale europea del vino e pertanto si è voluta cogliere questa occasione così tanto importante per far conoscere tre gemme del diadema vitivinicolo dell’azienda La Guardiense di Guardia Sanframondi (Bn).
Ed allora si raccontano le migrazioni nel Mediterraneo e si scopre che sono millenni che esse avvengono, generando quelle contaminazioni virtuose in assenza delle quali ci si potrebbe impigrire. Da vitis hellenica, qui la contaminazione è fonetica, via via fino al termine corrente di uva Aglianico. Si racconta la fatica contadina, il succedersi delle generazioni e si giunge a come si fa il vino oggigiorno, quali le attuali competenze in vigneto e in cantina, e quanto reticolari siano divenute le attività di vendita. Nei calici, per degustazione guidata, commovente l’attenzione e la voglia di apprendere l’Aglianico Sannio Dop 2017 Janare daparte degli astanti, tutti Italian food&wine lovers, compresi food bloggers ammantati da grande modestia.
Permanenza nei calici di questo robusto ed elegante aglianico, a supporto del Pecorino Toscano Dop stagionato e del Prosciutto di Parma Dop. Il Pecorino Toscano Dop cade in briciole su un sontuoso primo piatto: Linguine con le cozze floridiane. Le linguine sono del Pastificio Leonessa di Cercola (Na). Anche la cucina è area di virtuose contaminazioni. E adesso nei calici il Greco Sannio Dop 2018 Janare.
Non è forse frutto di contaminazione tutta la nostra cucina “rossa” di pomodoro? Non dimentichiamo certo che il pomodoro ce lo portò Colombo nel suo viaggio di ritorno dalle Americhe. E a dimostrazione che in cucina il certificato di adozione è ben più saliente del certificato di nascita, ecco che adesso parlare di pomodoro e declinare al plurale (si supera la commodity) e discettare perciò di pomodori è la nostra sapienza italiana. E con i pomodori corbarini, con il Pecorino Toscano Dop e con la Mozzarella di Bufala Campana Dop giunge in tavola, per proseguire nel gustoso racconto, la pizza Margherita rivisitata. Ad essa fa seguito la pizza Maremma con Pecorino Toscano Dop fresco e Prosciutto di Parma Dop.
Nessuna fretta di andare via. Nel Paese che ha inventato il “fast food”, in questa ghiotta circostanza non si va di fretta. Ancora una bella fetta di Mozzarella di Bufala Campana Dop ed uno spicchio di racconto su questo formaggio fresco. Qui nei calici in abbinamento la Falanghina del Sannio Dop 2018 Janare. Janare è una delle tre linee di produzione de La Guardiense e nasce nell’ambito di un progetto di salvaguardia di vitigni autoctoni; si tratta di selezioni finalizzate a valorizzare, in particolar modo, l’Aglianico, il Greco e la Falanghina.
E a proposito di Falanghina, è godibile uno spunto creativo dal quale, chissà, potrà sortirne un claim di successo. Dunque, nel procedere nello storytelling si faceva riferimento alle famose 4 “F” che connotano da decenni il made in Italy negli Usa. La “F” di Fashion, ad indicare le grandi griffe della moda, la “F” di Ferrari, ad indicare le automobili di lusso per gli happy few, la “F” di Food che bene conosciamo, e la “F” di Furniture ad indicare gli arredi di prestigio delle dimore lussuose. Ed eccoci, hic et nunc, alla quinta “F”, la “F” di Falanghina del Sannio.
Ci si relaziona con i pubblici interessati: si ascolta, si parla. In un contesto di convivialità schietta e genuina, nell’incontro che è confronto con abitudini alimentari così tanto differenti - come differente è l’approccio alla cucina e alla tavola - si semina e si rende rigoglioso il business delle eccellenze agroalimentari del nostro Paese.
Altrimenti continua ad imperversare il fake, l’Italian sounding. La capacità e la voglia di agire innescando il volano virtuoso di una domanda che si vuole che divenga esigente perché soltanto divenendo esigente, grazie a conoscenze acquisite in tali frangenti, può determinare la domanda del vero made in Italy. Serate fatte da persone e rese possibili da persone che ci credono. E il successo di una serata così lo si deve a tre realtà consortili: Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana Dop, Consorzio del Pecorino Toscano Dop, Consorzio del Prosciutto di Parma Dop, e a due aziende illuminate: La Guardiense che rende grandi i vini fatti con uve autoctone del Sannio ed il Pastificio Leonessa che sa fare pasta di grande qualità.
di Vincenzo D’Antonio
Nessun commento:
Posta un commento