mercoledì 28 marzo 2018

Si estende l'ombra delle agromafie

Si estende l'ombra 

delle agromafie
Business da 21,8 

miliardi, +30% sul 2016


L’agroalimentare made in Italy tira sempre di più e purtroppo, come spesso accade, la crescita economica esponenziale presta il fianco alla crescita parallela di un altro tipo di business, quello delle agromafie. Il volume d’affari annuale dell’agromafia infatti è salito a 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% nell’ultimo anno . 

 

Gli “affari” illeciti si declinano attraverso molteplici modalità: dal furto di attrezzature, bestiame e mezzi agricoli, racket, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto, di guardiania e di caporalato alle aziende agricole. A dirlo è l’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso dalla Coldiretti con il procuratore Giancarlo Caselli alla guida il Comitato Scientifico.

(Si estende l'ombra delle agromafie Business da 21,8 miliardi,  30% sul 2016)

La stessa Coldiretti denuncia il fatto che le mafie condizionano il mercato agroalimentare stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto.

Uno degli effetti più devastanti di questo fenomeno sta nel fatto che la malavita intacca il mercato libero e mina il sacro concetto di concorrenza leale. Ma tra gli effetti ancor più preoccupanti c’è la sicurezza dei prodotti, che mettono a repentaglio prima di tutto la salute dei consumatori e - di riflesso - mina profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio made in Italy.

Ma la malavita si infiltra anche nel lucroso business delle importazioni con quasi un prodotto agroalimentare su cinque che arriva in Italia dall’estero che non rispetta le normative in materia di tutela dei lavoratori - a partire da quella sul caporalato - vigenti nel nostro Paese, dal riso asiatico alle conserve di pomodoro cinesi, dall’ortofrutta sudamericana a quella africana in vendita nei supermercati italiani fino ai fiori del Kenya.
«Le agromafie - ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - 
vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle segrete stanze in cui si determinano in prezzi, nell’opacità della burocrazia, nella fase della distribuzione di prodotti che percorrono migliaia di chilometri prima di giungere al consumatore finale, ma anche con la trasparenza e l’informazione dei cittadini che devono poter conoscere la storia del prodotto che arriva nel piatto».

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