martedì 31 dicembre 2019

Nacchere nobili e preziose


Nacchere 

nobili 

e preziose


Mar Adriatico. Prima al sud e ora anche nell’area di Zara evidenziato un alto tasso di mortalità della pinna nobilis («periska»), importante per la salute del mare: è a rischio estinzione.


Il settore ecologia, agronomia e acquacoltura dell’Università di Zara in collaborazione con il
Laboratorio di patologia ittica dell’Istituto nazionale di veterinaria sta esaminando i perché della terribile moria di nacchere (Pinna nobilis) nell’Adriatico del sud, prima, e ultimamente anche
nell’area di mare dello Zaratino. La nacchera, nota in Dalmazia col nome di periska, può
raggiungere dimensioni notevoli misurando talvolta anche un metro di lunghezza. Ha una
conchiglia bivalve a forma quasi triangolare e vive infossata nel sedimento prevalentemente
sabbioso tramite la parte appuntita. In alcune culture il mollusco che le abita un tempo si mangiava
fritto come una bistecca. Nacchere nobili e preziose Mar Adriatico. Prima al sud e ora anche
nell’area di Zara evidenziato un alto tasso di mortalità della pinna nobilis («periska»), importante
per la salute del mare: è a rischio estinzione Le disturbano i movimenti di barche e yacht, l’acqua
non salata al punto giusto, la temperatura troppo bassa o troppo alta e gli inquinanti che le industrie
riversano in mare. 
La nacchera si nutre e respira facendo passare l’acqua all’interno del proprio
corpo tramite un sifone, detto “inalante”, poi espulsa tramite un altro sifone detto “esalante”. 
È ritenuta importantissima per la salute del mare: contribuisce infatti a ripulire l’acqua filtrando le particelle organiche ed è tra le specie protette dalle direttive dell’Unione europea. La Pinna nobilis può pesare fino a un chilogrammo, superare un metro di lunghezza e vivere fino a 45 anni. Produce piccole perle colorate. Si possono vedere esemplari di questa specie diffusa in tutto il Mar Mediterraneo nei pressi o all’interno delle praterie di Posidonia oceanica (pianta acquatica endemica). Talvolta ospita all’interno della propria conchiglia dei piccoli crostacei con i quali vive in simbiosi. 
A causa della bellezza delle conchiglie sono spesso prede di persone senza scrupoli che estirpano il mollusco dal fondale, gettano via l’animale estraendolo senza pietà e portano a casa le
valve per poterle ostentare nelle proprie case come macabri trofei. La popolazione di Pinna nobilis si è pertanto notevolmente ridotta, per cui da qualche anno è stata ufficialmente dichiarata specie protetta. Un individuo giovane da uno adulto si riconosce non solo per le dimensiodi ni ridotte, ma anche per la presenza di protuberanze disposte in file molto fitte sulla parete esterna delle valve, che scompaiono quando il mollusco diventa adulto. 
Allo scapo di capire meglio il fenomeno e stata allestita una collaborazione con insigni scienziati ed esperti, tra cui il prof. Gionata De Vico e la prof. Francesca Carella dell’Universita di Napoli, nonche il prof. Dušan Palić dell’Universita “Ludwig-Maximilians” di Monaco di Baviera.
Colpa di un parassita Durante la loro presenza in Dalmazia, nel mare di Zara, e stato effettuato un
campionamento di diverse unita con l’obiettivo stabilire il loro stato di malattia e quale ne fosse la
causa. Come si ipotizzava in un primo momento la specie e minacciata da un protozoo parassita,
identificato come nuova specie e descritto sul “Journal of invertebrate pathology”. Il parassita e
stato chiamato Haplosporidium pinnae. Il ciclo di vita del parassita e piuttosto complesso, ma
sembra che il danno al mollusco derivi dalla proliferazione delle cellule dell’ospite mortale nella
sua ghiandola digestiva. 
Questo riduce progressivamente l’alimentazione dell’animale e infine lo
uccide. 
La mortalita causata dal parassita aveva colpito tutte le popolazioni di nacchera della costa spagnola e col tempo e andato propagandosi in piu punti del Mar Mediterraneo arrivando inevitabilmente fino all’Adriatico. Lo conferma pure iI dott. vet. Tomislav Šarić, impegnato nel
progetto di ricerca finanziato con fondi Ue “Blue Smart“, (Blue Education for Sustainable Management of Aquatic Resources, educazione alla gestione sostenibile delle risorse d’acqua):
“Questa strage di nacchere e stata scoperta da tempo nel Mediterraneo ed i primi casi si sono verificati in zone di mare aperto della costa spagnola. 
Un team di illustri scienziati croati sta  seguendo l’evolversi della situazione legata alla mortalita delle nacchere nell’Adriatico. Anzi una buona parte di loro e inclusa in una rete internazionale che si occupa della moria di pinne nobili nel Mediterraneo. Anche se all’inizio del fenomeno la causa era motivata con il parassita
Haplosporidium pinnae, ulteriori approfondimenti e ricerche in alcuni casi hanno dimostrato che la
moria potrebbbe essere causata da batteri appartenenti al genere dei micobatteri. Stiamo
concentrando i nostri sforzi - continua Šarić - per fare luce con chiarezza sull’eziologia di
quest’accentuata mortalita di ‘periske’. Nella parte croata dell’Adriatico, quella di nostra
competenza, stiamo attuando un monitoraggio sullo stato di salute di gran parte delle pinne nobili in
modo da stabilire la dinamica della moria, di come, e con quale velocita, essa si sviluppi. La nostra
speranza e che essendo la parte croata dell’Adriatico piu frastagliata alcune popolazioni di nacchere
di mare riescano a esser salvate”, ha concluso il dott. Šarić.
Collaborare L’Unione mondiale per la conservazione della natura (IUCN) ha avvertito i Paesi
coinvolti della “situazione di emergenza” in cui si trova la nacchera. Adesso sono in fase di
implementazione diverse azioni per la conservazione della specie a rischio estinzione. Uno studio
greco sul parassita Haplosporidium pinnae sottolinea che “la sua origine e sconosciuta, ma
probabilmente e una specie introdotta, arrivata molto recentemente. La nacchera e una specie
endemica che si trova solo nei nostri mari. Quindi, il recente declino su larga scala delle popolazioni
di nacchere puo potenzialmente portare a una completa estinzione di questo animale. E necessaria
una stretta collaborazione tra autorita locali, scienziati, stakeholders e subacquei sportivi che
agiscono come citizen scientist per affrontare questa minaccia critica, attraverso il rilevamento e la
protezione efficace delle popolazioni naturali resistenti al parassita”. I ricercatori hanno spiegato
come l’Haplosporidium pinnae attacca la Pinna nobilis: “La distruzione della ghiandola digestiva
delle nacchere e da parte del parassita e l’assenza di reazioni del tessuto ospite sono le
caratteristiche eminenti e allarmanti dell’istopatologia della malattia. Al fine di fornire strumenti per
la protezione e la conservazione delle specie, dovrebbero essere identificate le popolazioni di
nacchere con resistenza naturale al parassita e chiarire i fattori che influenzano lo sviluppo della
malattia”. L’esistenza di una popolazione sana nell’area di studio da motivo di speranza per la
sopravvivenza della specie. Il principale autore dello studio, Stelios Katsanevakis, ha pero
sottolineato: “Abbiamo bisogno di approfondire i fattori che influenzano la capacita del parassita di
causare la mortalita delle nacchere, e quindi di prevedere la distribuzione spaziale delle popolazioni
sane. Per garantire la conservazione della specie, sono necessarie misure urgenti per proteggere
rigorosamente le restanti popolazioni sane”.
Panorama Edit

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