Abete
tradizionale
o artificiale?
Ma se ne trovano anche in fibra,
addirittura di alluminio. Il vantaggio degli alberi artificiali è sicuramente quello di poterli
utilizzare per più anni, prima di finire in discarica.
Per alcuni di essi occorre osservare qualche precauzione
riguardo al posizionamento, poiché possono rilasciare nel tempo delle polveri, le quali, una
volta inalate, possono provocare disturbi
alla respirazione. Gli alberi artificiali possono in alcuni
casi anche avere componenti naturali: per esempio la corteccia di un albero vero può essere usata per
costruire la superficie di un tronco
artificiale. Fra gli altri svantaggi dei finti alberi di
Natale figurano gli elevati consumi di energia (dall’estrazione del petrolio per la produzione della
plastica fino al trasporto dai luoghi di produzione fino a casa) e le conseguenti emissioni di
gas-serra in atmosfera e di non essere bio- degradabili.
Alcuni falsi alberi di Natale, quando diventano vecchi, rilasciano piombo, un elemento non proprio gradito in soggiorno. Un gruppo di ricercatori svedesi ha stimato che l’energia consumata nell’intero ciclo di vita da un albero vero, con 2 metri di altezza e 10 anni di coltivazione
Alcuni falsi alberi di Natale, quando diventano vecchi, rilasciano piombo, un elemento non proprio gradito in soggiorno. Un gruppo di ricercatori svedesi ha stimato che l’energia consumata nell’intero ciclo di vita da un albero vero, con 2 metri di altezza e 10 anni di coltivazione
alle spalle, è appena un quinto di quella consumata da un
albero artificiale di 20 chilogrammi di plastica, made in China, pur nell’ipotesi (ottimistica) che
sia usato 10 volte prima di finire in
discarica. Al contrario, gli alberi veri, durante il periodo
di crescita in vivaio, assorbono anidride carbonica dall’atmosfera. Quando questi alberi sono
estirpati, sono (generalmente) sostituiti da altre giovani piante nello stesso vivaio, le quali continuano ad
assorbire anidride carbonica dall’atmosfera.
La preferenza per gli alberi di Natale
artificiali è legata anche all’opinione diffusa che quelli veri siano strappati alle foreste e che, di
conseguenza, migliaia di ettari di foreste siano
devastate ogni anno in prossimità del Natale. In realtà, a
parte quei pochi che derivano da interventi
di sfoltimento di boschi troppo fitti, gli alberi di Natale
che arrivano nelle nostre case non hanno
mai visto un bosco. Essi provengono da vivai specializzati,
concimati e trattati con prodotti
fitosanitari (erbicidi, fungicidi, insetticidi, eccetera).
In sostanza come una normale coltura, che
termina con l’estirpazione della pianta con qualche radice,
dopo 6-10 anni di coltivazione.
Danimarca, Germania, Finlandia, Ungheria sono i principali
Paesi produttori di alberi di Natale in
Europa. Ciò significa che essi percorrono migliaia di
chilometri prima di arrivare nelle nostre case,
aumentando l’impronta ecologica. In termini d’impronta
ecologica la soluzione migliore è di
comprare un albero di Natale vero.
Meglio ancora se quell’albero è prodotto da un’azienda vivaistica locale (‘chilometro zero’, come si usa dire adesso) e ‘bio’, ossia prodotto secondo il disciplinare dell’agricoltura biologica, che non fa ricorso a fertilizzanti chimici e pesticidi di sintesi.
Meglio ancora se quell’albero è prodotto da un’azienda vivaistica locale (‘chilometro zero’, come si usa dire adesso) e ‘bio’, ossia prodotto secondo il disciplinare dell’agricoltura biologica, che non fa ricorso a fertilizzanti chimici e pesticidi di sintesi.
In più, da qualche anno è immessa sul mercato una notevole
quantità di alberi di Natale dotati di
marchi di certificazione ambientale, tra cui il Forest
Stewardship Council, che garantiscono il
rispetto di norme e prescrizioni di coltivazione
ambientalmente sostenibili e che ritirano dai clienti
l’albero di Natale, dopo l’Epifania, restituendo la somma
spesa e garantendo che quell’albero
diventerà compost per far crescere altre piante. Un albero
di Natale vero con radici, in vaso o in
zolla, dovrebbe essere riusato per più anni nel periodo di
Natale o essere trapiantato, nel proprio
giardino o altrove. Ma non bisogna farsi molte illusioni. Le
probabilità che la pianta attecchisca e
cresca sono basse e dipendono dagli “abusi” che ha subito da
quando ha lasciato il vivaio al
momento di entrare in casa e dalle condizioni che ha trovato
nella casa. L’aria calda e secca
dell’interno e la penuria di acqua nel substrato durante
tutto il periodo di Natale possono
compromettere la vitalità degli alberi.
Le alternative più green Invece dell’abete si può scegliere
di addobbare le proprie piante presenti
in giardino o in balcone, facendo attenzione a non
danneggiare rami e foglie con luci e decorazioni.
Ci sono specie adatte al nostro clima che possono dare
davvero molte soddisfazioni: i sempreverdi
del Mediterraneo come cipressi e ginepri, e latifoglie come
l’alloro, il corbezzolo, il bosso, o gli
agrumi, come limone, arancio e mandarino, sono perfetti per
un Natale moderno e sostenibile in
quanto, tolti gli addobbi, tornano a vivere in terrazzo o
all’aperto senza problemi.
PANORAMA EDIT
APRI QUESTO FILE http://www.youtube.com/watch?v=vZrf0PbAGSk&feature=player_embedded
Nessun commento:
Posta un commento