Valentino Tesi,
Miglior sommelier:
Raccontare il vino
è una vocazione
Simone Loguercio incorona Valentino Tesi Miglior sommelier d'Italia sul palco di Verona |
Dalle notti insonni alla consapevolezza degli errori commessi nell'edizione precedente fino all'emozione unica di vincere sul palco di Verona. Il Miglior sommelier d'Italia Ais si racconta.
Un momento conviviale, quello dello scambio di auguri organizzato da Trentodoc a L'Alchimia Ristorante e Lounge Bar di Milano, che ci ha però permesso di conoscere meglio Valentino Tesi, durante - tra l'altro - la sua prima uscita ufficiale in qualità di Miglior sommelier d'Italia nonché ambasciatore del Trentodoc.
Cosa significa essere Miglior sommelier d'Italia Ais?
Significa essere ambasciatore della cultura del vino, avere quindi la possibilità di divulgare, di raccontare i vini della nostra terra e di tutto il mondo.
Sintetico ma chiaro, Valentino riassume in poche parole quel dovere che però gli calza perfettamente addosso, cercando - invano - di celare l'entusiasmo che non lo lascia un secondo, dopo la vittoria sul palco di Verona. Valentino, infatti, il 24 novembre mattina ha affrontato con eleganza e consapevolezza le finali dell'Associazione italiana sommelier, lasciando al secondo posto Carlo Pagano e accaparrandosi quella vittoria che l'anno precedente aveva sfiorato, classificandosi al secondo posto dietro Simone Loguercio. «Una grandissima emozione, che ho finalmente provato memore dell'esperienza l'anno scorso a Merano. Sono ripartito dagli errori commessi, più sicuro, più deciso. Questa volta ce l'ho fatta».
Valentino, infatti, trasportato dall'emozione, l'anno scorso non è riuscito a terminare la prova di comunicazione, perdendo punti rispetto all'avversario, poi Miglior sommelier 2018. Quest'anno però, con coscienza e razionalità, ha terminato la prova nei tempi, dimostrando grande conoscenza e gestione nell'intervento.
E cosa si sente, invece, ad ottenere questo importante risultato?
Ripaga mesi e mesi di studio, all'alba, la mattina, la notte, su tantissime materie. Una soddisfazione immensa, la realizzazione di un sogno che avevo nel cassetto fin da quando ho assistito a un concorso del genere a Trento.
Lo studio concentrato all'alba e dopo il tramonto non è un caso: Valentino Tesi non è sommelier di professione, non lavora in un ristorante nella vita, è consulente finanziario. Una novità, specialmente per il risultato ottenuto: è infatti la prima volta che l'Ais nomina il suo miglior sommelier scelto tra le fila degli "esterni" al mondo della ristorazione e della sommelerie.
«Volevo fortemente diventare Miglior sommelier d'Italia, perché per me raccontare il vino, divulgarne la cultura è sempre stata una vocazione. Parlare di ciò che il nostro grande Paese ha nel suo dna, nella sua storia, nella sua tradizione. Ora ho finalmente la possibilità di fare tutto ciò partendo da un ruolo autorevole... È qualcosa che mi ripaga di tutto e mi riempie di gioia».
Cosa significa essere Miglior sommelier d'Italia Ais?
Significa essere ambasciatore della cultura del vino, avere quindi la possibilità di divulgare, di raccontare i vini della nostra terra e di tutto il mondo.
Valentino Tesi, degustando Trentodoc a L'Alchimia Ristorante e Lounge Bar
Sintetico ma chiaro, Valentino riassume in poche parole quel dovere che però gli calza perfettamente addosso, cercando - invano - di celare l'entusiasmo che non lo lascia un secondo, dopo la vittoria sul palco di Verona. Valentino, infatti, il 24 novembre mattina ha affrontato con eleganza e consapevolezza le finali dell'Associazione italiana sommelier, lasciando al secondo posto Carlo Pagano e accaparrandosi quella vittoria che l'anno precedente aveva sfiorato, classificandosi al secondo posto dietro Simone Loguercio. «Una grandissima emozione, che ho finalmente provato memore dell'esperienza l'anno scorso a Merano. Sono ripartito dagli errori commessi, più sicuro, più deciso. Questa volta ce l'ho fatta».
Valentino, infatti, trasportato dall'emozione, l'anno scorso non è riuscito a terminare la prova di comunicazione, perdendo punti rispetto all'avversario, poi Miglior sommelier 2018. Quest'anno però, con coscienza e razionalità, ha terminato la prova nei tempi, dimostrando grande conoscenza e gestione nell'intervento.
Antonello Maietta, presidente Ais, proclama Tesi Miglior sommelier d'Italia 2019, Carlo Pagano (al centro) secondo
E cosa si sente, invece, ad ottenere questo importante risultato?
Ripaga mesi e mesi di studio, all'alba, la mattina, la notte, su tantissime materie. Una soddisfazione immensa, la realizzazione di un sogno che avevo nel cassetto fin da quando ho assistito a un concorso del genere a Trento.
Lo studio concentrato all'alba e dopo il tramonto non è un caso: Valentino Tesi non è sommelier di professione, non lavora in un ristorante nella vita, è consulente finanziario. Una novità, specialmente per il risultato ottenuto: è infatti la prima volta che l'Ais nomina il suo miglior sommelier scelto tra le fila degli "esterni" al mondo della ristorazione e della sommelerie.
«Volevo fortemente diventare Miglior sommelier d'Italia, perché per me raccontare il vino, divulgarne la cultura è sempre stata una vocazione. Parlare di ciò che il nostro grande Paese ha nel suo dna, nella sua storia, nella sua tradizione. Ora ho finalmente la possibilità di fare tutto ciò partendo da un ruolo autorevole... È qualcosa che mi ripaga di tutto e mi riempie di gioia».
di Marco Di Giovanni
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