sabato 16 maggio 2020

Condizionatori nei locali? Si può Gli esperti smentiscono l'Inail

Condizionatori 

nei locali? Si può
Gli esperti 

smentiscono 

l'Inail



Massimo Giubilesi

Per ricercatori e tecnici non c'è alcun pericolo. L'Inail nel suo documento ufficiale per le riapertura ha di fatto posto in dubbio la possibilità di usare condizionatori in bar e ristoranti perché veicolatori di virus. 

Massimo Giubilesi, tecnologo alimentare, invita alla massima attenzione: non c'è solo il Covid-19.

L’Inail ha posto l’accento anche sui condizionatori nel dettare le sue linee guida da rispettare per poter riaprire completamente bar e ristoranti. L’ha fatto mettendo di fatto un divieto (anche se non esplicito) all’utilizzo di questi dispositivi, creando non poco scompiglio tra gli addetti ai lavori. Il testo ufficiale (scaricabile nel pdf in allegato), dopo aver parlato della necessità di distanziare i tavoli, recita: «Altro aspetto di rilievo è il ricambio di aria naturale e la ventilazione dei locali confinati anche in relazione ai servizi igienici spesso privi di possibilità di areazione naturale. Le misure organizzative relative a gestione spazi e procedure come quelle di igiene individuale delle mani e degli ambienti sono quindi estremamente importanti. Andrebbero, in primo luogo e soprattutto in una prima fase, favorite soprattutto soluzioni che privilegino l’uso di spazi all’aperto rispetto ai locali chiusi, anche attraverso soluzioni di sistema che favoriscano queste modalità».

I condizionatori non sarebbero pericolosi nei locali - Condizionatori nei locali? Si puòGli esperti smentiscono l'Italia

I condizionatori non sarebbero pericolosi nei locali

Le critiche su questo punto sono state tantissime e non senza fondamento. E ora sono confermate anche dagli esperti, come avevamo già avuto modo di documentare. Proprio a poche ore dall’emanazione del documento, Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit - Società Italiana Malattie Infettive, ad Agorà su Rai3, ha spiegato: «Più dell'aria condizionata bisogna stare attenti alla ventilazione che può veicolare le particelle volatili del virus oltre il metro e mezzo. Quindi meglio distanziare al massimo questo tipo di strumento».Gli esperti già si erano interrogati sulla questione. Secondo qualcuno gli impianti con un flusso in entrata e in uno in uscita sono i più sicuri. «In alcuni casi il condizionatore - spiega il virologo Fabrizio Pregliasco al Corriere della Sera - favorisce il ricambio perché immette aria pulita». Il flusso di ventilazione, però, può trasportare le famose goccioline respiratorie a maggior distanza. Dove la dispersione di particelle e la ventilazione sono maggiori si corrono meno rischi: se siamo in un prato e le goccioline cadono a terra non saranno dannose, molto peggio se finissero su una scrivania o su una maniglia».

Poi c’è la questione cinese alla quale bisogna sempre guardare con attenzione visto che anticipa qualche scenario che potrebbe poi verificarsi anche in Italia. Uno studio cinese mostrerebbe come alcune persone in un ristorante di Guangzhou sarebbero state contagiate perché investite dal flusso diretto dell’aria condizionata che ha trasportato il virus da un tavolo agli altri. Il consiglio è quello di non puntarsi l'aria addosso e direzionare le alette al meglio perché l'energia cinetica aiuta. Occorre, inoltre, effettuare una corretta manutenzione degli impianti e areare gli ambienti aprendo le finestre. E comunque va chiarito che anche negli uffici se c'è distanziamento si sta senza mascherina, come al ristorante, ma i condizionatori non sono vietati... 
Proprio sulla manutenzione e l’attenzione alla pulizia in bar e ristoranti è intervenuto a Italia a Tavola Massimo Artorige Giubilesi, presidente dell’Ordine dei Tecnologi Alimentari Lombardia e Liguria: «Sembra che nessuno dei protocolli precedenti vadano più bene - ha detto - che bisogna rivoluzionare tutte le modalità che fino ad ora si sarebbero dovute applicare per mantenere salubre l’ambiente del proprio locale. Così non è: si tratta di capire che tutto ciò che è stato fatto prima del Covid-19 va integrato, ma non stravolto».

In effetti la sensazione, talvolta, è che bar e ristoranti si trovino a fronteggiare argomenti del tutto nuovi e “spaventosi” quando si parla di sanificazione, pulizia, igienizzazione e compagnia. «Non bisogna porre l’attenzione solo al covid, ma anche al resto. Non è che la legionella sia sparita o che non sia più necessario occuparsi di batteri e muffe. I condizionatori non è vero che sono veicolatori di virus, ma devono essere mantenuti, puliti, così come tutti i filtri d’aria, comprese le cappe in cucina. In più dobbiamo tenere presente che l’utilizzo sarà necessario con l’arrivo dell’estate, ma comunque dovrebbe essere ridotto visto che i locali potranno ospitare meno clienti e quindi produrre meno calore».

Chiaro che l’obiettivo principale resta sempre mantenere l’ambiente sano e pulito: «Bisogna provvedere ad una sanificazione radicale - prosegue Giubilesi - che poi però va mantenuta nel tempo attraverso un piano mirato. Il principio base da tenere presente è che sanificare non significa pulire quando c’è sporco, ma prevenire questa condizione».

Infine, a proposito di informazioni corrette che devono continuare a sgomitare con quelle più approssimative se non addirittura false, torniamo ad Andreoni che, parlando dei negozi soprattutto di abbigliamento, ha detto: «Il virus non entra attraverso la pelle, è tutto ciò che noi tocchiamo e portiamo alla bocca. Se proviamo una camicetta, la togliamo, ci laviamo le mani e stiamo tranquilli. Sono le mani, ciò che tocchiamo». Un'indicazione che potrebbe essere utile anche ai ristoranti e ai bar in ottica di tavoli apparecchiati con tovaglie, tovaglioli e tutto quello che comprende il "coperto". Ma ovviamente anche in questa logica quel che conta è la regolare pulizia e igienizzazione che mette tutti al sicuro.
italiaatavola
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